Coronavirus. “Io, cassiera senza protezioni, ogni cliente mi fa paura”

La storia di Maria, che ogni giorni lavora per 6 ore a stretto contatto con il pubblico: “Dico ai clienti di stare a distanza, ma non tutti lo fanno e qualcuno si avvicina. Vedo ogni cliente come possibile untore. Ho la stessa mascherina da giorni, quando torno a casa sono sfinita e stressata”

Coronavirus. “Io, cassiera senza protezioni, ogni cliente mi fa paura”

Ogni cliente che si mette in coda mi fa paura, lo vedo come un possibile untore. Si avvicina per allungarmi i soldi, è vicino, molto vicino, certamente a meno di un metro. Gli dico di stare a distanza, ma molti non capiscono o fanno finta di non capire e si avvicinano troppo. Tocco i suoi soldi, tocco i prodotti che acquista, tocco le sue mani. E poi ci sono quelli dietro, che pressano nell’attesa del loro turno, anche loro si avvicinano troppo. Io ho la mascherina, ma si tratta di una mascherina chirurgica ed è sempre la stessa da giorni. Lavoro sei ore di fila in questo modo, con la paura, le palpitazioni, la preoccupazione che chiunque potrebbe contagiarmi. Per fortuna ho i guanti. Ma se sento prurito al viso non posso grattarmi, oppure devo provare a farlo con il polso. Quando finisco il mio turno e torno a casa, sono esausta, stressata, e prego che il virus non mi abbia colpito dopo una lunga esposizione al pubblico”.

Maria (nome di fantasia) lavora in un supermercato in provincia di Firenze. Preferisce restare anonima, racconta quello che succede tutti i giorni nel suo supermercato. “E’ sempre pieno di gente, le persone usano il supermercato come scusa per uscire, e finisce che spesso c’è la coda. E bisogna gestire i clienti con pazienza e determinazione, ma non è semplice. Il carico di lavoro è tanto, non si lavora così neppure sotto Natale”. Secondo Maria, sarebbe importante che l’azienda installasse delle protezioni in plexiglas in ogni cassa: “E’ stato in fatto in alcuni supermercati, ma non nel nostro, sarebbe una forma di tutela importante che ci permetterebbe di lavorare con meno ansia”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)