Coronavirus. L'immunologo Crisanti: «Dopo il tempo perso, serve una task force epidemiologica»

Crisanti, professore ordinario di Microbiologia e virologia all'Università di Padova, è direttore del reparto di diagnostica microbiologica dell’Azienda ospedaliera di Padova e a fine gennaio, insieme al suo gruppo di lavoro, ha messo a punto il test per diagnosticare il Coronavirus. 

Coronavirus. L'immunologo Crisanti: «Dopo il tempo perso, serve una task force epidemiologica»

Una task force epidemiologica per capire come il Coronavirus si è diffuso e soprattutto sviluppare modelli che consentano di capire come si sta evolvendo la situazione e quindi dove agire. Questo è ora l’obiettivo del professor Andrea Crisanti che ha già preso contatti con i vertici della regione Veneto per mettere insieme competenze e risorse.

Crisanti, professore ordinario di Microbiologia e virologia all'Università di Padova, è direttore del reparto di diagnostica microbiologica dell’Azienda ospedaliera di Padova e, a fine gennaio, insieme al suo gruppo di lavoro ha messo a punto il test per diagnosticare il Coronavirus.  

«Quando è stata scoperta la sequenza del virus – spiega Crisanti – l’Unità operativa complessa di microbiologia e virologia Azienda ospedaliera dell'Università di Padova ha messo a punto il test e ha comunicato alle autorità competente i risultati del lavoro svolto. Tutto questo avveniva mentre veniva diffusa la direttiva ministeriale che prevedeva il test solo alle persone che tornavano dalla Cina dalle aree infette o presentavano sintomi».

In quei giorni quindi non è stato possibile fare i test a tutti coloro che arrivavano dalla Cina perché le disposizioni ministeriali non lo prevedevano e il contravvenire a esse avrebbe esposto i medici anche a sanzioni amministrative.

«In questo modo – prosegue il professore – a mio parere, si è persa l’opportunità per stabilire contatti proficui con la comunità cinese e seguirla, anche, in un’eventuale quarantena. Inoltre i portatori sani sono sfuggiti ai controlli e hanno trasmesso il virus. Ci si è ritrovati, così, nell’assurda situazione di avere pazienti italiani ricoverati negli ospedali per giorni prima che gli venisse fatto il test perché non erano cinesi e non provenivano dalle zone focolaio».

L’epidemiologia è una scienza molto complessa che prevede conoscenze di medicina, di igiene, di sanità pubblica, di matematici, di modellistica, di intelligenza artificiale e di raccolta dati è quindi importante che le scelte politiche vadano concordate con la comunità scientifica.

«È giusto – conclude Crisanti – che ci siano delle linee guida a livello nazionale ma è importante che siano flessibili e capaci di modificarsi via via che emergono nuovi dati scientifici».

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