Cos’è una bolla mediatica? Cadere in una bolla mediatica è molto facile e il rischio riguarda tutti, non solo gli Usa

Per capire esaminiamo quanto è avvenuto durante la campagna elettorale negli Stati Uniti, in confronto con i risultati del voto.

Cos’è una bolla mediatica? Cadere in una bolla mediatica è molto facile e il rischio riguarda tutti, non solo gli Usa

Cos’è una bolla mediatica? Per rispondere a questa domanda può essere di aiuto prendere in considerazione quanto è avvenuto durante la campagna elettorale negli Stati Uniti, in confronto con i risultati del voto. L’episodio lo conosciamo tutti.

Nei mesi precedenti alle elezioni i sondaggisti e le più importanti testate giornalistiche degli Usa fornivano – come consuetudine – dati e opinioni sulla forza attrattiva del candidato democratico Joe Biden, che avrebbe dovuto vincere senza sforzo e il presidente uscente sarebbe stato abbandonato dalla stragrande maggioranza del suo elettorato. Questa opinione ha inondato per molto tempo il dibattito pubblico. C’erano poi due segnali che la sostenevano: la scarsa chiarezza dell’amministrazione Trump nella gestione della pandemia e le proteste del movimento Black life matters che inondava le strade delle città Usa. Bene, tutti sicuri e tutti tranquilli.

L’Election day ha mostrato una realtà differente. Il candidato democratico ha ottenuto la maggioranza dei voti, ma la vittoria non è stata schiacciante, anzi combattuta seggio per seggio e ancora adesso rimangono degli strascichi, che mantengono in bilico il risultato.
Cosa è successo? Si è creata una bolla mediatica: gli ingredienti erano alcuni dati raccolti, le opinioni di un tipo di classe dirigente, alcuni eventi storici. Questa bolla si autoalimentava perché al suo interno tutti confermavano a vicenda la propria opinione, ma nessuno faceva la fatica di uscire a confrontarsi con quanto accadeva fuori, nell’altra parte della realtà. Si è scoperta così una società spaccata in due, dove campagna e città entrano in conflitto, dove conta l’appartenenza religiosa, dove la cifra etnica è molto più complessa del semplice bianco/nero.

Cadere in una bolla mediatica è molto facile e il rischio riguarda tutti, non solo gli Usa: bisogna essere consapevoli che i sondaggi rilevano soltanto quello che è previsto nelle risposte, che è facile rivolgersi a quanti hanno identità di vedute. Per raccontare la realtà è importante mantenere la porta aperta e conservare l’umiltà del dialogo. Una guida possono essere le parole di papa Francesco nella Fratelli tutti: “Possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata … La saggezza non si fabbrica con impazienti ricerche in internet, e non è una sommatoria di informazioni la cui veracità non è assicurata. In questo modo non si matura nell’incontro con la verità. Le conversazioni alla fine ruotano intorno agli ultimi dati, sono meramente orizzontali e cumulative. Non si presta invece un’attenzione prolungata e penetrante al cuore della vita, non si riconosce ciò che è essenziale per dare un senso all’esistenza” (Ft, 50).

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Fonte: Sir