Covid 19, il Comitato europeo dei diritti sociali invita gli Stati a tutelare i soggetti più vulnerabili

In una dichiarazione rilasciata oggi, il Comitato europeo dei diritti sociali intende evidenziare quei diritti della Carta sociale europea che sono particolarmente colpiti dalla crisi del Covid-19 come l'occupazione e il lavoro, il diritto alla sicurezza sociale, l’assistenza sociale e medica, il diritto alla protezione contro la povertà e l'esclusione sociale, il diritto alla casa e all'istruzione

Covid 19, il Comitato europeo dei diritti sociali invita gli Stati a tutelare i soggetti più vulnerabili

In una dichiarazione rilasciata oggi su Covid-19 e diritti sociali, il Comitato europeo dei diritti sociali intende evidenziare quei diritti della Carta sociale europea che sono particolarmente colpiti dalla crisi del Covid-19 come l'occupazione e il lavoro, il diritto alla sicurezza sociale, l’assistenza sociale e medica, il diritto alla protezione contro la povertà e l'esclusione sociale, il diritto alla casa e all'istruzione. La dichiarazione affronta anche i diritti dei bambini e delle famiglie, delle donne, degli anziani e delle persone con disabilità.
Va ricordato che la Carta sociale europea è un trattato del Consiglio d'Europa firmato a Torino il 18 ottobre 1961 e salvaguarda le libertà quotidiane e i diritti fondamentali: alloggio, salute, istruzione, occupazione, protezione legale e sociale, libertà di circolazione delle persone, non discriminazione. La Carta è stata poi integrata da una versione rivista del 1996.
Secondo il Comitato europeo dei diritti sociali (che è composto da 15 membri indipendenti e imparziali e che regola sulla conformità della legge e della prassi degli Stati membri con la Carta), nel progettare e attuare misure aggiuntive in risposta alle sfide presentate dal Covid-19, gli Stati membri devono tenere in debito conto tutti i titolari dei diritti sociali, accordando un'attenzione speciale e un'adeguata priorità ai gruppi e agli individui socialmente più vulnerabili. Gli Stati devono garantire che le misure adottate in risposta alla crisi, comprese le misure di politica economica e sociale, non si traducano in discriminazione in termini di godimento dei diritti sociali, sia diretto che indiretto (come previsto dall'articolo E della Carta).

Il Comitato europeo dei diritti sociali ritiene che l'investimento nei diritti sociali e nella loro attuazione, coerente con l'uso delle massime risorse disponibili, mitigherà l'impatto negativo della crisi e accelererà la ripresa sociale ed economica post-pandemica. “Gli obblighi stabiliti dalla Carta devono fungere da tabella di marcia per i diritti umani per le difficili decisioni in materia di legge, politica e allocazione delle risorse che dovranno essere prese nei prossimi anni”. Il successo degli sforzi per superare la crisi attuale dipende in modo decisivo dal coinvolgimento delle parti sociali e della società civile nella pianificazione, attuazione e valutazione di questi sforzi per garantire legittimità e impatto.

Karin Lukas, presidente del Comitato europeo dei diritti sociali, ha spiegato che "la dichiarazione mira a fornire una guida agli Stati membri, alle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, alla società civile e ad altre parti interessate, chiarendo alcuni aspetti dei diritti della Carta in questione e come si applicano nella crisi attuale".
Lukas ha inoltre sottolineato che “le crisi, qualunque sia la loro causa, non dovrebbero avere come conseguenza la riduzione della protezione o il godimento dei diritti riconosciuti dalla Carta. Al contrario, i governi sono tenuti a prendere tutte le misure necessarie per garantire che i diritti sociali siano effettivamente garantiti in un periodo di tempo in cui i loro cittadini hanno più bisogno della protezione".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)