Covid, Brusaferro: da febbraio a maggio 1,8% i casi tra bambini

Il presidente dell'Iss: la malattia si aggrava sotto 12 mesi e con patologie pregresse. Si tratta di 3.836 casi, con un'eta' mediana di 11 anni e una leggera prevalenza nei maschi

Covid, Brusaferro: da febbraio a maggio 1,8% i casi tra bambini

 "Complessivamente, da febbraio a maggio 2020, i casi di Covid-19 nei bambini hanno inciso per l'1,8% sul totale dei casi nazionali. Si tratta di 3.836 casi, con un'eta' mediana di 11 anni e una leggera prevalenza nei maschi". A scattare la fotografia epidemiologica del Covid-19 nei bambini italiani e' Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanita' (Iss), intervenuto con una lezione magistrale al congresso digitale della Societa' italiana di pediatria (Sip) in corso oggi e domani e dedicato a 'La pediatria italiana e la pandemia da Sars-Cov-2'.

Sul totale dei casi in eta' pediatrica della prima ondata, prosegue Brusaferro, "il 5,4% aveva delle comorbidita'. Il 32,4% dei pazienti ha presentato sintomatologie lievi. I ricoverati sono stati 511 di cui 3,5% in terapia intensiva. I maggiori fattori di rischio per la malattia grave- sottolinea il professore ordinario di Igiene generale e applicata all'Universita' degli Studi di Udine- sono l'eta' inferiore a 1 anno e la presenza di comorbidita' pre-esistenti. Un confronto col periodo febbraio-settembre- prosegue- mostra ulteriori elementi per poter comprendere che i bambini tra i 2 e i 6 anni hanno un rischio maggiore di acquisire l'infezione rispetto ai bambini con meno di 1 anno".

Il blocco delle scuole, ricorda il presidente dell'Iss, "fino alla riapertura per gli esami di giugno, ha influito sull'andamento dei contagi. Successivamente, la curva ha avuto andamenti diversi, per le diverse fasce di eta'. Possiamo comunque dire che la curva dei contagi tra gli adolescenti e' sovrapponibile a quella della popolazione generale".

Riguardo l'andamento dei contagi, Brusaferro pone l'attenzione su due elementi di criticita' in particolare. Il primo e' che "le terapie intensive e i letti di degenza ordinaria abbiano superato le soglie di allerta per l'occupazione per pazienti Covid, ossia il 40% per i pazienti ricoverati in degenza ordinaria e il 30% per i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Un dato nazionale che pero' ha variazioni su tutto il territorio- specifica- anche se i dati di questi giorni mostrano che si comincia ad avere una de-escaltion nell'occupazione dei posti letto". Il secondo elemento e' "l'andamento dell'eta' mediana dei pazienti che contraggono l'infezione: nel picco di marzo-aprile l'eta' mediana era 70 anni, in questa fase storica siamo sotto i 50 anni. Ad agosto l'eta' mediana era molto bassa, addirittura sotto i 30 anni". In generale i dati recenti, conclude l'esperto, mostrano come "l'epidemia in questa fase della seconda ondata colpisca un po' tutto il Paese, con alcune regioni del Nord che hanno ancora le incidenze piu' elevate". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)