Covid, Coldiretti: per un italiano su tre il ritorno agli abbracci è il primo desiderio

Al secondo posto nella classifica delle prime cose da fare una volta usciti dall'emergenza ci sono le cene al ristorante. E' quanto emerge da un sondaggio della Coldiretti secondo il quale la rinuncia anche alle manifestazioni di affetto è stata una delle cose che più sono mancate ai cittadini durante la pandemia

Covid, Coldiretti: per un italiano su tre il ritorno agli abbracci è il primo desiderio

Per quasi un italiano su tre (32%) la possibilità di tornare ad abbracciarsi con parenti, fidanzati e amici è il primo desiderio da realizzare con l'uscita dall'emergenza Covid che ha costretto a un cambiamento radicale di abitudini di vita. E' quanto emerge da un sondaggio condotto sul sito  www.coldiretti.it, secondo il quale la rinuncia anche alle manifestazioni di affetto in grado di dare un sostegno importante nei momenti di maggiore difficoltà e pericolo è stata una delle cose che più sono mancate ai cittadini durante la pandemia. Non a caso, proprio una foto di abbracci scattata dal fotografo danese Mads Nissen ha vinto il World Press Photo of the Year 2021, il premio di fotogiornalismo più prestigioso del mondo.

Al secondo posto nella classifica delle prime cose da fare una volta usciti dall'emergenza ci sono - sottolinea Coldiretti - le cene al ristorante, indicate come priorità dal 30% degli italiani che sperano anche nelle riaperture serali di ristoranti e agriturismi a maggio, mentre un 23% ha come obiettivo di fare una festa con parenti e amici per lasciarsi alle spalle i lunghi periodi di permanenza tra le mura domestiche e di solitudine. Non manca però un 8% di cittadini - continua Coldiretti - per i quali il primo sogno da realizzare è andare a un concerto o a uno spettacolo teatrale.

Una minoranza del 6% ha, infine, come priorità - rileva Coldiretti - quella di tornare in palestra, anche per perdere i chili di troppo messi su durante i vari lockdown che hanno costretto in molti a rinunciare all'attività sportiva e rimanere più tempo in casa, anche a cucinare e a mangiare.

La pandemia non ha ferito solo lo spirito, ma anche la quotidianità della vita con l'emergenza Covid ha tagliato di quasi 130 miliardi i consumi degli italiani che crollano dell'11,8% nel 2020 rispetto all'anno precedente e toccano il minimo dall'ultimo decennio per effetto delle restrizioni adottate per combattere la pandemia. A far registrare il risultato più negativo - sottolinea la Coldiretti - sono stati gli alberghi ed i ristoranti con un calo del 40,2% seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%. In controtendenza - continua la Coldiretti - sono solo i consumi alimentari delle famiglie tra le mura domestiche che fanno registrare un segno positivo e aumentano complessivamente del 3,3% che tuttavia non compensa il crollo della spesa fuori casa.

L'emergenza Covid ha impoverito più di una famiglia su quattro (28,8%) che ha dichiarato nel 2020 un peggioramento della situazione economica rispetto all'anno precedente. Un deterioramento della situazione economica che - sottolinea la Coldiretti - ha colpito di più le regioni ricche del Centro (30,5%) e del Nord (28,8%) rispetto al Mezzogiorno (27,7%) secondo l'analisi di Coldiretti su dati Bes dell'istat dell'Istat.

La punta dell'iceberg delle difficoltà in cui si trova il Paese è rappresentata - continua la Coldiretti - dagli oltre 5,6 milioni di individui in condizione di povertà assoluta, con un'incidenza media pari al 9,4%. Si tratta del valore più elevato degli ultimi quindici anni con la a povertà che - precisa la Coldiretti - cresce soprattutto al Nord, area particolarmente colpita dalla pandemia, dove la percentuale di poveri assoluti passa dal 6,8% al 9,4% degli individui. A preoccupare - sottolinea la Coldiretti - tra le famiglie in difficoltà è anche il milione e 346mila bambini e ragazzi (under 18) poveri nel 2020, ben 209mila in più rispetto all'anno precedente. Una situazione drammatica che - sottolinea la Coldiretti - incide sui livelli di istruzione ed integrazione aumentando l'area del disagio ed i rischi di comportamenti antisociali. Fra i nuovi poveri - continua la Coldiretti - ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d'ora - precisa la Coldiretti - avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà - sottolinea la Coldiretti - è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.

Nell'ultimo anno sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia Covid. Si è trattato - conclude la Coldiretti - della più grande iniziativa di solidarietà mai realizzata dagli agricoltori italiani resa possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della 'Spesa sospesa' nei mercati di Campagna Amica. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)