Covid e salute mentale, “il trauma non finisce con la malattia”

Nel corso della presentazione del quinto congresso Onda (28 e 29 settembre), annunciati i risultati di una ricerca che ha esaminato l'impatto della pandemia da Covid-19 sulla salute mentale dei lavoratori delle strutture socio-assistenziali per anziani: a un anno dalla prima ondata, un quarto degli operatori ha sintomi riconducibili a patologie post traumatiche da stress. Il 15% ha sintomi moderati gravi di ansia o depressione

Covid e salute mentale, “il trauma non finisce con la malattia”

Il V° Congresso della Fondazione Onda (che si terrà il 28 e 29 settembre sulla piattaforma Health Polis), come spiega la presidente Francesca Merzagora, sarà dedicato al tema della cronicità e delle differenze di genere, portando dunque all'attenzione una delle sfide più importanti ed urgenti per il nostro paese. “L'aumento della sopravvivenza, supportato dall'efficacia e dall'universalismo delle cure sanitarie pubbliche, connota l'Italia come uno dei paesi più longevi: aumentano gli anni di vita e, di conseguenza, gli anni da vivere con malattie croniche e disabilità. A cui si aggiungono, in questo periodo, le conseguenze legate alla pandemia da Coronavirus-19.”

Nel corso della conferenza stampa di questa mattina Giancarlo Cerveri, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda Socio Sanitaria di Lodi, ha presentato i risultati di una ricerca che ha esaminato l'impatto che la pandemia da Covid 19 ha causato sulla salute mentale dei lavoratori delle strutture socio-assistenziali per anziani, i quali hanno ricevuto l'impatto più intenso in termini di mortalità e modificazione dell'organizzazione del lavoro.
Ad un anno dalla prima ondata di Covid-19 è emerso che un quarto degli operatori hanno sintomi riconducibili a patologie post traumatiche da stress. Il 15% ha sintomi moderati gravi di ansia o depressione; tra il 15 ed il 25% del totale ha invece riduzioni significative di funzionamento sociale e lavorativo. Come spiega Claudio Mencacci - presidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia e Comitato scientifico Fondazione Onda – la depressione rappresenta la 1° causa di disabilità al mondo e la 1° malattia cronica in Europa. “I pazienti con depressione e disturbi mentali sono fra i più fragili quando incontrano il coronavirus. Hanno un maggiore rischio di ammalarsi in modo grave e di finire in terapia intensiva. La depressione aumenta quindi il rischio di morire o di avere problemi neurologici pesanti a lungo termine”.

Covid, un premio alle migliori campagne di comunicazione sui vaccini

Contestualmente, sono state premiate con i “Bollini Rosa” le migliori campagne di comunicazione sui vaccini anti Covid-19 messe in atto dagli ospedali: l'Ausl di Parma e l'Ospedale di Vaio di Fidenza per la comunicazione attraverso l'arte e le immagini; Asl di Rieti per la Campagna video e stampa, l'Istituto Humanits di Rozzano per la comunicazione attraverso la realizzazione di un Podcast e l'Ospedale Maggiore di Modica attraverso l'utilizzo della piattaforma social TikTok. Per l'utilizzo invece di tutti i canali di comunicazione è stato premiato il Gruppo Ospedaliero San Donato.
“Il trauma da Covid, spiega Salvatore Carrubba – direttore Scuola di Comunicazione Iulm Milano e editorialista per il Sole 24 Ore – non finisce con la malattia. L'ansia dev'essere affrontata anche con gli aspetti che riguardano la comunicazione, per dare ai cittadini gli strumenti per affrontare questa situazione”.
Alla Conferenza stampa di questa mattina hanno inoltre partecipato: Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità Regione Lombardia; Tiziana Mele, AD di Lundbeck Italia; Carola Salvato, presidente di AssoHealth e Ceo di Havas Life Italia.

Annie Francisca

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)