Covid, nel 2020 il 40,7% delle famiglie ha ottenuto almeno un sussidio

Report dell'Istat sul mercato del lavoro, i redditi e le misure per contenere la crisi scatenata dalla pandemia. Gli occupati sono scesi di 464 mila unità. Rdc, il 75,5% delle famiglie beneficiarie collocato nel quinto di reddito più povero

Covid, nel 2020 il 40,7% delle famiglie ha ottenuto almeno un sussidio

Le misure esistenti e quelle introdotte nel corso del 2020 hanno attenuato significativamente l'impatto della crisi economica. Nel complesso circa 10,6 milioni di famiglie (il 40,7% del totale) hanno ottenuto almeno un trasferimento e, fra le famiglie beneficiarie, il 15,2% ha ricevuto più di un tipo di sussidio. Tra le famiglie beneficiarie, l'84,3% ha percepito esclusivamente sussidi legati all'attività lavorativa (indennità per lavoratori autonomi e atipici, Cassa integrazione guadagni, bonus lavoratori domestici e bonus baby-sitting), il 12,7% unicamente sussidi di contrasto alla povertà (Reddito e Pensione di Cittadinanza, Reddito di emergenza) e il 3% entrambe le tipologie". Lo rivela l'Istat in una nota.

Più in dettaglio, si apprende ancora dallo studio, il 55,4% delle famiglie beneficiarie ha ricevuto esclusivamente sostegni al reddito preesistenti, quali CIG e RdC, il 32,3% solo misure disegnate per l'emergenza Covid-19 (indennità per lavoratori autonomi e atipici, bonus lavoratori domestici, bonus baby-sitting, REM) e il 12,3% ha percepito entrambe le tipologie.

Analizzando le misure principali, si stima che, nel 2020, per il 44,5% dei lavoratori dipendenti del settore privato extra-agricolo sia stata utilizzata almeno un'ora in CIG. La quota raggiunge il 51,3% per i lavoratori a tempo indeterminato, evidenziando forti concentrazioni nei settori delle costruzioni e degli alberghi e ristoranti (oltre il 70%). Rispetto alla distribuzione del reddito, la percentuale di percettori di CIG è maggiore nei tre quinti centrali (oltre 47%). L'indennità per i lavoratori autonomi e atipici ha riguardato il 10,8% della popolazione in età attiva, con incidenze più elevate nel quinto più povero (13,6%) e in alcuni settori, quali agricoltura (65,2%), costruzioni (30%), alberghi e ristoranti (29,2%) e commercio (26,5%).

Lavoro, -464mila occupati nel 2020

Nel 2020, i dati delle forze di lavoro evidenziano una significativa riduzione degli occupati (-464mila) rispetto all'anno precedente, con una conseguente caduta del tasso di occupazione della popolazione 15-64 anni dal 59% al 58,1%, accompagnata dalla contestuale riduzione dei disoccupati (-269mila, dal 10,2% al 9,4% la riduzione del tasso di disoccupazione) e da un consistente incremento degli inattivi (+567mila, dal 34,3% al 35,9% l'aumento del tasso di inattività).

Sempre secondo l'indagine nel 2020, rispetto all'anno precedente, la diminuzione del tasso di disoccupazione è più accentuata nel quinto di reddito equivalente più povero (-3,3 p.p) così come l'aumento del tasso di inattività (+2,4 p.p.) mentre nel terzo quinto la riduzione del tasso di occupazione (dal 61,6% al 60%) è compensata, quasi totalmente, da un incremento del tasso di inattività (dal 33,1% al 34,7%).

Rdc, Il 75,5% delle famiglie beneficiarie nel quinto di reddito più povero

Nel 2020, il 75,5% delle famiglie beneficiarie del RdC è collocato nel quinto di reddito più povero. Il Reddito di emergenza, la misura emergenziale di contrasto alla povertà, ha coinvolto il 62,4% delle famiglie appartenenti al quinto più povero.

Sebbene le erogazioni del Reddito di cittadinanza siano destinate principalmente a famiglie con una prevalenza di componenti inattivi, a partire da maggio 2020 si è osservata una diminuzione di queste ultime (dal 69,7% fino ad aprile al 57,2%) e un aumento della quota di famiglie con una prevalenza di individui occupati (dal 19,9% al 30,8%). Il Reddito di emergenza ha coinvolto una quota più ampia di famiglie con individui di cittadinanza non italiana (24,3%) rispetto al Reddito di cittadinanza (14,4%). (RS-DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)