Dai centri estivi ai nidi: attività educative in sicurezza, aggiornate le linee guida

Il Dipartimento per le politiche della famiglia ha aggiornato il documento al 21 maggio. Si rivolge ai soggetti pubblici e privati che offrono  attività educative non formali e informali. Le indicazioni per minori e operatori con disabilità o in situazioni di fragilità: potenziare il numero di operatori e formazione adeguata

Dai centri estivi ai nidi: attività educative in sicurezza, aggiornate le linee guida

Il Dipartimento per le politiche della famiglia ha aggiornato le "Linee guida per la gestione in sicurezza di attività; educative non formali e informali, e ricreative, volte al benessere dei minori durante l'emergenza COVID-19". Il documento è allegato all'ordinanza del Ministro della salute del 21 maggio. “Il testo è stato redatto grazie al lavoro congiunto con Associazione nazionale comuni italiani, Unione delle Province d'Italia, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Società italiana di pediatria, d'intesa con i Ministeri dell'istruzione, della salute, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche giovanili e dello sport, - si legge in una nota del dipartimento - ed è integrato dalle raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico del Dipartimento della protezione civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Le linee guida si rivolgono ai soggetti pubblici e privati che offrono  attività educative non formali e informali, nonché́ attività ricreative volte al benessere dei minori, fermi restando i protocolli e le linee guida vigenti che disciplinano attività; specifiche (es. attività; sportive, attività; culturali, ecc.). Sono comprese le attività svolte in centri estivi;  in servizi socioeducativi territoriali; in centri con funzione educativa e ricreativa destinati ai minori;  presso associazioni, scout, cooperative, parrocchie e oratori e gruppi giovanili delle comunità religiose (le cosiddette "attività di comunità"). Sono inoltre ricomprese le attività educative che prevedono il pernottamento, anche residenziali; spazi per il gioco libero, laboratori e servizi doposcuola, ludoteche; scuole di danza, lingua, musica, teatro e altre attività educative extracurriculari, con esclusione di attività di formazione professionale; attività presso istituzioni culturali e poli museali; attività che prevedono la costante presenza dei genitori o tutori insieme ai bambini in età da 0 a 6 anni (ad esempio i corsi per neogenitori, corsi di massaggio infantile); attività svolte da nidi e micronidi, sezioni primavera e servizi integrativi che concorrono all'educazione e alla cura delle bambine e dei bambini; attività di nido familiare (come le tagesmutter) e attività all'aria aperta (come parchi pubblici, parchi nazionali, foreste).

Una sezione è dedicata alle attenzioni speciali per i minori, gli operatori, gli educatori e gli animatori con disabilità, in situazioni di fragilità o appartenenti a minoranze.

"Nella consapevolezza delle particolari difficoltà che le misure restrittive di contenimento del contagio hanno comportato per minori con disabilità, con disturbi di comportamento o di apprendimento, particolare attenzione e cura vanno rivolte alla definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per coinvolgerli nelle attività ludico-ricreative integrative rispetto alle attività scolastiche", si legge. Nel caso di bambini e adolescenti con disabilità e/o in situazioni di particolare fragilità, laddove la situazione specifica lo richieda, "deve essere potenziata la dotazione di operatori, educatori o animatori nel gruppo dove viene accolto il bambino o l’adolescente, fino a portare eventualmente il rapporto numerico a un operatore, educatore o animatore per ogni bambino o adolescente inserito".
Gli operatori, educatori e animatori, anche volontari, coinvolti devono essere adeguatamente formati anche a fronte delle diverse modalità di organizzazione delle attività, tenendo anche conto delle difficoltà di mantenere il distanziamento e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, così come della necessità di accompagnare i minori con fragilità nel comprendere il senso delle misure di precauzione.
Nel caso in cui siano presenti minori non udenti alle attività, ricordando che non sono soggetti all’obbligo di uso di mascherine i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti, può essere previsto l’uso di mascherine trasparenti per garantire la comunicazione con gli altri minori e gli operatori, educatori e animatori, favorendo in particolare la lettura labiale.
In alcuni casi, è opportuno prevedere, se possibile, un educatore professionale o un mediatore culturale, specialmente nei casi di minori che vivono fuori dalla famiglia d’origine, minori stranieri, con famiglie in difficoltà economica, non accompagnati che vivono in carcere o che vivono in comunità.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)