Destra e sinistra votano spesso allo stesso modo. Ecco come votano i parlamentari padovani

Ma cos’è la destra, ma cos’è la sinistra? Quasi trent’anni fa Giorgio Gaber rifletteva ad alta voce sui valori della politica italiana in un brano che resta una pietra miliare della canzone d’autore.

Destra e sinistra votano spesso allo stesso modo. Ecco come votano i parlamentari padovani

Ma i parlamentari veneti, che in vista delle Politiche 2023 punteranno a differenziarsi per calamitare le preferenze dei cittadini, quanto divergono effettivamente quando siedono a Montecitorio o a Palazzo Madama? Grazie a un’applicazione di OpenParlamento, che segue quotidianamente l’attività degli eletti, si possono mettere a confronto le performance di deputati e senatori, ricavandone esiti inaspettati, per non dire sorprendenti.

Ecco allora che, nelle quattromila votazioni di questa legislatura in cui sono stati presenti contemporaneamente (dati sono aggiornati al 20 aprile 2022), Massimo Bitonci, cittadellese, capogruppo della Lega Salvini Premier in commissione Bilancio, tesoro e programmazione, e Alessandro Zan, padovano, esponente del Pd e componente della commissione Giustizia, hanno votato nello stesso modo 1649 volte (ovvero il 41,2%). Va ricordato che, dopo essere stati su fronti opposti durante il primo governo Conte (M5S-Lega: dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019) e durante il secondo esecutivo Conte (M5S-Pd-Leu, dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021), Bitonci e Zan sono alleati nel gabinetto guidato da Mario Draghi. In particolare, considerando alcuni “voti chiave”, si sono espressi entrambi a favore della conversione in legge del decreto legge 25 febbraio 2022, n. 14, recanti disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina. Bitonci si è astenuto sulla conversione del decreto sull’obbligo vaccinale per gli over 50, mentre Zan ha votato sì. Entrambi erano assenti nel voto sulla conversione del decreto navi da crociera a Venezia, mentre si sono trovati d’accordo sul via libera all’allargamento ai diciottenni del voto per il Senato.

Anche i padovani Silvia Benedetti, componente della commissione Agricoltura, eletta nelle liste del M5S e ora iscritta alla componente del gruppo Misto Manifesta-Potere al Popolo-Prc-Sinistra Europea, e Marco Marin, eletto con Forza Italia e attualmente capogruppo di Coraggio Italia, hanno votato nello stesso modo il 44,8% delle volte (3.723 su 8.309 votazioni in cui sono stati presenti entrambi). Ecco alcune distinzioni: sulla conversione in legge dell’obbligo vaccinale per gli over 50 l’onorevole Benedetti ha votato “no”, mentre Marin si è dichiarato favorevole. Posizioni ribadite nelle votazioni sulla legge di bilancio 2022, nel decreto di attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza e nella conversione del decreto Green Pass in ambito lavorativo.

Ma le convergenze parlamentari risulta più diffusa di quel che si pensa. Hanno premuto lo stesso pulsante, nel 53,7% delle occasioni (1.973 su 3.764 votazioni) anche Lorena Milanato, che dal 2001 siede per Forza Italia sugli scranni di Montecitorio, e Francesca Businarolo, esponente pentastellata di seconda legislatura, che è stata presidente della commissione Giustizia e ora fa parte della commissione Politiche dell’Unione Europea. E vanno a braccetto – sotto il profilo delle votazioni - pure l’ex sindaco di Mira Alvise Maniero, già deputato grillino che fa parte della componente Alternativa del Misto, e Alberto Stefani, sindaco di Borgoricco e segretario della Liga Veneta per Salvini Premier: hanno manifestato la stessa opzione 3.458 volte sulle 5.175 votazioni (il 66,8%) cui hanno partecipato insieme. Opzioni divergenti invece (contrario Maniero, favorevole Stefani) sulla legge di bilancio 2022, sulla riforma del processo civile e sulla conversione del decreto Green pass in ambito lavorativo (contrario Maniero, favorevole Stefani).

Piena sintonia si registra poi, a livello parlamentare, tra i deputati di centrosinistra: Nicola Pellicani, alfiere del Pd e componente della commissione Ambiente, e Mattia Fantinati, pentastellato membro della commissione Affari Esteri, hanno votato nello stesso modo 3.252 volte (il 90,2%) nelle 3.607 votazioni hanno partecipato insieme. La differenza si nota se lo score di Pellicani viene confrontato, ad esempio, con quello della deputata leghista (e sindaco uscente di Pozzonovo) Arianna Lazzarini (stesso voto in 3.470 occasioni su 6.912, pari al 50,2%) e con quello della parlamentare vicentina di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta (medesima opzione in 2.885 votazioni su 7.607, pari al 37,9%).

Assai evidente poi la consonanza di vedute tra due senatori del centrodestra eletti in Veneto, Antonio De Poli (presidente nazionale dell’Udc e iscritto al gruppo di Forza Italia) e Adolfo Urso, presidente del Copasir ed alfiere di Fratelli d’Italia, che pur formalmente fanno parte l’uno della maggioranza e l’altro dell’opposizione al governo Draghi. Orbene, nelle 2.003 votazioni in cui sono risultati entrambi presenti, hanno votato nello stesso modo 1.446 volte (il 72,2%). I due parlamentari si sono distinti (a favore De Poli, contrario Urso) nel voto sulla fiducia per la delega al governo sulla riforma del processo penale; sulla conversione del decreto semplificazioni e governance Pnrr. Entrambi poi si sono espressi a favore sulla questione sospensiva del disegno di legge Zan.

E anche se Matteo Renzi, leader di Italia Viva, non perde occasione per attaccare il presidente del M5S Giuseppe Conte, i dati elaborati da OpenParlamento rivelano che Daniela Sbrollini, senatrice vicentina e segretario d’aula di IV, e Giovanni Endrizzi, senatore pentastellato e segretario della commissione Igiene e Sanità, hanno votato nello stesso modo il 52,3% delle volte in cui erano presenti entrambi (2.296 su 4.392).

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