Didattica a distanza bocciata: poca formazione e non tutti gli studenti raggiunti

A bollare in maniera negativa l'esperienza della scuola online è la fotografia scattata dalla Flc Cgil. Nel 62,5% dei casi sono state attivate delle iniziative di formazione per sostenere i docenti, con carenze maggiori tra i docenti della scuola primaria. Meno di un terzo degli insegnanti intervistati raggiunge tutti gli studenti della sua classe

Didattica a distanza bocciata: poca formazione e non tutti gli studenti raggiunti

La didattica a distanza è bocciata. A bollare in maniera negativa l'esperienza della scuola online è la fotografia, presentata oggi dalla Cgil nazionale, scattata dalla Federazione dei lavoratori della conoscenza in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, l'Università di Roma Sapienza e l'Università di Teramo.

L'inchiesta sulla didattica a distanza è stata fatta tra il 3 aprile e il 7 maggio 2020 tramite questionario online. La didattica a distanza ha avuto un impatto negativo sulle condizioni di lavoro per la maggior parte degli intervistati. 
Per circa due docenti su tre (64,7%) il carico di lavoro è aumentato in modo rilevante in seguito al passaggio alla didattica a distanza. Tra le lavoratrici, si registra un aumento dei carichi di lavoro maggiore rispetto alla platea maschile (un aumento rilevante per il 67% delle docenti contro il 57% dei maschi); I carichi di lavoro sono aumentati in misura maggiore tra chi ha difficoltà di coordinamento con i dirigenti e con i colleghi rispetto a chi ha avuto modo di costruire relazioni più cooperative per fronteggiare l'emergenza.

Rispetto ai processi decisionali, in poco più della metà dei casi (52,8%) la didattica a distanza è stata definita unilateralmente dal dirigente scolastico e dai suoi collaboratori. Nel 62,5% dei casi sono state attivate delle iniziative di formazione per sostenere i docenti nell'acquisizione delle competenze necessarie per la Dad, con delle carenze maggiori che emergono tra i docenti della scuola primaria (il 44,5% non ha ricevuto una formazione specifica).

I docenti salvano l'uso degli strumenti per fare Dad: la piattaforma utilizzata dalla scuola è stata giudicata poco o per nulla adeguata solo dal 21,4% dei rispondenti, abbastanza adeguata per il 57,5% e del tutto adeguata per il 21,1%.

La stragrande maggioranza del campione (84,1%) ha utilizzato video/audio lezioni in streaming. Significative sono però le differenze in base al grado scolastico: l'uso di video/audio lezioni in streaming prevale tra gli insegnanti delle scuole secondarie, soprattutto tra quelli delle secondarie di secondo grado (licei: 93,4%; non licei 87,4%).

L'uso di strumenti più innovativi è stato più frequente tra gli insegnanti che operano in scuole che hanno attivato iniziative di formazione per la didattica distanza (67%, contro il 54,5% degli insegnanti che rispondono di no alla domanda sulla formazione). Nella maggior parte dei casi si sono utilizzati più strumenti per la didattica a distanza, nel 40% dei casi addirittura tre o più.

Resta un problema: più di 8 insegnanti intervistati su 10 (83,3%) usano per la didattica a distanza un proprio dispositivo, non condiviso con altri membri della famiglia. Più del 60% di quanti hanno difficoltà significative con le attrezzature a disposizione hanno anche difficoltà significative con la gestione degli spazi. Sono probabilmente difficoltà conseguenti alla compresenza nell'abitazione di famigliari anch'essi impegnati nel lavoro a distanza o nella didattica a distanza nella scuola o nell'università.

Infine l'inchiesta punta la lente d'ingrandimento sugli effetti della Dad: meno di un terzo degli insegnanti intervistati (30,4%) raggiunge, con la didattica a distanza, tutti gli studenti della sua classe. Più problemi risultano nel Mezzogiorno, dove la percentuale di insegnanti che dichiarano di riuscire a raggiungere tutti gli studenti della propria classe si abbassano: 24,2% nel Sud, 23,7% nelle Isole. Difficoltà di raggiungere gli studenti con la didattica a distanza dovute sia a problemi di adeguatezza dei dispositivi da parte delle famiglie degli studenti, ma anche a difficoltà legate a fattori organizzativi: dall'infrastruttura tecnologica messa a disposizione/adoperata dalla scuola e dal coordinamento interno, con il dirigente e con i colleghi. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)