Droghe, in lockdown e zona rossa "nessun freno a spaccio e acquisto"

Sondaggio di San Patrignano tra 156 ragazzi entrati in comunità sull'utilizzo in lockdown o confinamento: oltre l’80%  è uscito per acquistare sostanze, più del 74% l’ha ricevuta a casa. I dati dell'Osservatorio: nuovi ingressi in calo. Cocaina prima sostanza, cannabis è dipendenza primaria per l’8,3% dei nuovi entrati

Droghe, in lockdown e zona rossa "nessun freno a spaccio e acquisto"

Anche durante il periodo di lockdow Lo rivelano i dati diffusi oggi dalla Comunità di San Patrignano, che ha effettuato un sondaggio fra le ragazze e i ragazzi che hanno fatto il loro ingresso nella struttura, dopo aver vissuto almeno un lockdown all’esterno (da maggio 2020 a fine aprile 2021) per comprenderne l’utilizzo di sostanze in questa fase: 156 i ragazzi presenti nel periodo dell’indagine, 150 quelli che hanno aderito (126 ragazzi e 24 ragazze).

Ben 137 (91,3%) hanno fatto uso di sostanze anche in periodi di restrizione e confinamento in casa. “Se il dato poteva essere immaginabile visto il richiamo della dipendenza, – sottolinea il responsabile terapeutico Antonio Boschini - oggi è quindi confermato da quanto riportato dai ragazzi della comunità in un test anonimo, con un’attività di spaccio e di acquisto che non ha trovato freni nonostante il periodo”. Un uso che è rimasto costante per il 41,6%, aumentato per il 28,5% e diminuito per il 29,2%.

“Rispetto chi ha fatto uso di sostanze, - si legge in una nota - l’80,3% degli intervistati ha detto di essere uscito di casa per andare a comprare le sostanze, il 74,4% degli stessi l’ha ricevuta comodamente fra le mura domestiche, mentre solo l’8% di questi l’ha acquistata direttamente sul web. Ricerca delle sostanze che non ha comportato alcun problema per il 60% degli intervistati, con il 10% che ha addirittura trovato maggiore facilità nel reperirla, mentre il 25,5% degli intervistati che ha detto che è stato più difficile (il 4,5 non ha risposto)”. Il mercato delle sostanze per molti (67,3%) “ha mantenuto costanti i suoi prezzi”, ma per il 26% “non ha avuto remore ad alzarli” (diminuiti per il 2%, mentre il 4,4% non ha risposto). L’83,2% ha fatto uso di cocaina, il 73% di alcool, il 62% di cannabis e il 35% di eroina.

I vari lockdown hanno portato molti dei ragazzi e delle ragazze a provare sensazioni come ansia, depressione, tristezza, solitudine e noia: solo per il 18,8% degli intervistati sono stati i periodi di lockdown e le difficoltà legati a questi a portarli alla scelta di entrare in comunità (non ha inficiato per il 72,2% e l’8,4 % non ha risposto). Interessante invece notare invece come la chiusura della comunità ai nuovi ingressi per diversi mesi, causa Covid, avesse messo in crisi i ragazzi e le ragazze che erano già prossimi all’entrata a San Patrignano, tanto che il 40,9% di loro aveva pensato di abbandonare l’idea di affrontare il percorso di recupero. “Una percentuale che ci lascia immaginare che diversi ragazzi, a causa della chiusura della comunità, abbiano potuto desistere dal provare a entrare, continuando a far uso di sostanze”, sottolinea Boschini. Gran parte dei ragazzi i San Patrignano, 48%, per fortuna ha trovato supporto all’interno della cerchia familiare.

Nuovi ingressi in calo, cocaina prima sostanza

In calo le persone accolte tra il 2020 e fine aprile 2021, “dovuto indubbiamente al periodo di chiusura totale degli ingressi e poi alle nuove procedure con quarantena per i nuovi ingressi da maggio 2020 in avanti. – spiegano gli osservatori -  Nel lasso di tempo preso in considerazione gli ingressi sono stati solo 241, a fronte degli oltre 400 degli anni passati”.

"Nonostante questo calo, - prosegue la nota - abbiamo comunque analizzato i consumi dei nuovi entrati per valutare come e se sono cambiati i trend. Tenuto conto di questo gruppo di riferimento, la sostanza più utilizzata è la cocaina, pari al 96%, dato mai così alto in questi ultimi cinque anni di redazione dell’Osservatorio.
E’ salita anche la percentuale di utilizzatori della cannabis, pari al 90,9%, mentre l’ecstasy, al 46%, ha addirittura sorpassato l’eroina, al 45,6%. Seguono la ketamina, al 34,4%, in costante ascesa negli ultimi anni, le amfetamine, 29,5%, e gli allucinogeni, 28,6%. Per quanto riguarda la modalità di utilizzo, rispetto cocaina ed eroina, solo il 24,5% dei nuovi accolti ha utilizzato le sostanze per via iniettiva, mentre la quasi totalità l’ha assunta per via inalatoria (96,7)”.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio, la dipendenza primaria è rappresenta dalla cocaina nel 53,5% dei casi, mentre l’eroina (34,9%) scende ancora rispetto l’anno precedente (35,4%). “Il notevole incremento della cocaina come dipendenza primaria è trainato dal crescente uso di cocaina fumata (crack), che provoca molta più dipendenza della cocaina inalata - spiega Antonio Boschini - I ragazzi spesso raccontano di come fossero, a loro dire, in grado di gestire l’uso di cocaina finché ne facevano un uso inalatorio, ma ne perdevano il controllo quando passavano al crack”.

La cannabis è la dipendenza primaria per l’8,3% dei nuovi entrati, percentuale mai così alta negli ultimi cinque anni e che lo scorso anno era solo al 5,6%. Da notare anche come continui ad essere una costante la problematica della poliassunzione, con il 90,9% dei nuovi entrati che ha utilizzato in maniera continuativa più sostanze, dato in crescita rispetto allo scorso anno quando era all’85,8%.

Analoghe allo scorso anno le caratteristiche degli ingressi: donne il 17%, under35 chi ha fatto il suo ingresso in comunità (76,3%), con un’età media di 29 anni (fra i maschi 30 e fra le femmine 25). Il maggior numero delle persone proviene dall’Emilia-Romagna (26), poi Toscana (23), Lombardia (22), Veneto e Sardegna (17), Sicilia (16), Marche (14), Puglia (13), Lazio (12), Friuli Venezia Giulia (11), Umbria (10) e Trentino alto Adige (9). Oltre a loro 13 stranieri presenti: 3 dalla Polonia, 2 dal Brasile e poi da Gran Bretagna, Romania, Serbia, Croazia, Macedonia, Tunisia, Marocco e Usa.

Delle 241 persone entrate in percorso, 51 (21,2%) hanno lasciato a casa almeno un figlio. I padri sono 46 e 5 le madri. “Non nuovo il problema di ragazzi con uno dei due genitori alle prese o con alle spalle una dipendenza” il 23,2% del totale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)