Educatori e pedagogisti, è il giorno dell'approvazione della legge alla Camera

II testo unificato prevede l'istituzione dell'Ordine e di due albi distinti. La genesi, le ragioni e gli scopi della normativa, secondo l'Associazione italiana pedagogisti ed educatori

Educatori e pedagogisti, è il giorno dell'approvazione della legge alla Camera

E' sempre più vicina, la nascita dell'Ordine e degli Albi delle professioni educative e pedagogiche: una vera e propria svolta non solo per le circa 300 mila persone che svolgono questo lavoro, ma anche per i servizi in cui queste professioni vengono svolte: da quelli per le tossicodipendenze a quelli per i minori e le famiglie disagiate, dalle carceri alle strutture diurne e residenziali per la salute mentale, passando per la scuola e naturalmente per le strade, perché è in tutti i contesti di fragilità che l'educatore opera.

A raccontarci la genesi e soprattutto le ragioni del percorso che ha portato a questa legge, è Gianvincenzo Nicodemo, pedagogista ed educatore professionale socio – pedagogico, che con Apei ha seguito passo passo la questione.

“Come Apei, abbiamo preso atto che non si poteva più immaginare professione come non ordinistica, soprattutto dopo l'ampliamento dell'albo delle professioni sanitarie, che ha di fatto escluso e condannato alla 'non esistenza' circa 300 mila professionisti dell'area socio-pedagogica. La partecipazione dell'associazionismo pedagogico al percorso che sta portando all'istituzione dell'albo è stata molto significativa e ha sicuramente contribuito ad accelerare i tempi. Nella prima metà del 2022, all'interno dell'Apei, abbiamo istituto un commissione dedicata, che ha redatto la proposta di legge e l'ha trasmessa alla Commissione VII. Una delle quattro proposte di legge, quella presentata dall'onorevole Patriarca, ha utilizzato ampiamente il nostro contributo. Si è giunti in breve tempo a un testo unificato emendato, abbastanza condiviso”.

A che punto? “Tra oggi e domani, il testo sarà approvato alla Camera e risolverà un problema – quello dell'invisibilità di questi 300 mila professionisti – che poteva risolversi solo così, con l'istituzione di un nuovo Ordine, o con la cancellazione di tutti gli altri, visto che pedagogisti ed educatori erano l'unica grande professione sociale senza albo e senza ordine”.

Quale sarà, o almeno quale dovrebbe essere, l'impatto sul lavoro e quindi sui servizi? “Principalmente due – risponde Nicodemo – Primo, una effettiva applicazione della legge che definisce gli ambiti effettivi di attività dei prdagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici e sugli educatori di infanzia. L'applicazione dal 2017 delle norme è stata molto lenta soprattutto da parte delle regioni, ma anche dei ministeri. In secondo luogo, l'Ordine potrà discutere alla pari con gli altri ordini sui confini delle professioni, riducendo una conflittualità che sta finendo spesso nei tribunali. Di conseguenza, gli educatori e i pedagogisti potranno svolgere il loro lavoro nei servizi senza altri che rivendicano quelle attività (senza titoli oppure dall'altra parte, con i titoli degli altri albi sociali). Questo rasserena la professione e le consente di operare in serenità. Questa serenità a noi è sempre stata negata”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)