Elezioni amministrative: eletti al primo turno 13 sindaci con molte conferme. Referendum abrogativi non validi

Nell'election day del 12 giugno, comunque, il dato che spicca su tutti è quello dell'astensionismo. Eclatante quello relativo ai referendum - è andato alle urne solo il 20,9%, record negativo di sempre - ma molto significativo anche quello che ha investito le comunali: partecipazione ferma a poco più della metà degli aventi diritto, 54,72% contro il 60,12 della volta precedente

Elezioni amministrative: eletti al primo turno 13 sindaci con molte conferme. Referendum abrogativi non validi

Referendum abrogativi non validi per mancato raggiungimento del quorum. Nel voto amministrativo, su 26 capoluoghi di provincia tra i quasi mille Comuni interessati, eletti al primo turno 13 sindaci (9 di centrodestra, 3 di centrosinistra, un civico) con molte conferme. Per gli altri bisognerà attendere i ballottaggi del 26 giugno. Nell’election day del 12 giugno, comunque, il dato che spicca su tutti è quello dell’astensionismo. Eclatante quello relativo ai referendum – è andato alle urne solo il 20,9%, record negativo di sempre – ma molto significativo anche quello che ha investito le comunali: partecipazione ferma a poco più della metà degli aventi diritto, 54,72% contro il 60,12 della volta precedente.

Segno di un disagio nei confronti dell’offerta politica che va oltre l’iniziativa dei referendum. Per completezza c’è da registrare che tra i pochi che sono andati al voto sui temi della giustizia hanno ovviamente prevalso i Sì, ma su decreto Severino e custodia cautelare i No hanno ottenuto rispettivamente il 46,03% e il 43,88%.

Per quanto riguarda i Comuni, i sindaci eletti al primo turno per il centro-destra sono Roberto Lagalla a Palermo, Marco Bucci a Genova, Pierluigi Biondi all’Aquila, Oscar De Pellegrin a Belluno, Pierluigi Peracchini alla Spezia, Alessandro Tomasi a Pistoia, Maurizio Rasero ad Asti, Daniele Sinibaldi a Rieti, Massimiliano Sanna a Oristano. Per il centro-sinistra Sergio Giordani a Padova, Andrea Furegato a Lodi e Rinaldo Melucci a Taranto. A Messina ha prevalso Federico Basile, sostenuto da liste civiche e appoggiato anche dalla Lega.

Del resto la collocazione politica dei candidati e la definizione delle liste e della coalizioni a livello locale spesso non è univoca. Anche parlare di centro-destra e di centro-destra è relativo perché nei singoli Comuni le alleanze sono ad assetto varabile. A mero titolo di esempio e sempre rimanendo ai capoluoghi, ci sono casi in cui FdI si è presentata in autonomia e, sul fronte opposto, in alcune situazioni il M5S si è alleato con il Pd, in altre no.

Vanno al ballottaggio Catanzaro (Valerio Donato-Fi/Lega, Nicola Fiorita-cs), Verona (Damiano Tommasi-cs, Federico Sboarina-cd), Alessandria (Giorgio Abonante-cs, Gianfranco Cuttica di Revigliasco-cd), Piacenza (Katia Tarasconi-cs, Patrizia Barbieri-cd), Parma (Michele Guerra-cs, Pietro Vignali-cd), Frosinone (Riccardo Mastrangeli-cd, Domenico Marsi-cs), Monza (Dario Allevi-cd, Paolo Pilotto-cs), Gorizia (Rodolfo Ziberna-cd, Laura Fasiolo-cs), Viterbo (Chiara Frontini-civica, Alessandra Troncarelli-cs), Lucca (Francesco Raspini-cs, Mario Pardini-cd), Cuneo (Patrizia Manassero-cs, Franco Civallero-cd), Barletta (Cosimo Damiano Cannito-cd, Santa Scommegna-cs), Como (Barbara Minghetti-cs, Alessandro Rapinese-civica, se non verranno sorprese dai ricorsi).

Sul piano dei voti di lista – e con tutti i limiti che questo dato presenta in una tornata amministrativa – secondo le elaborazioni di Youtrend il Pd ha raccolto il 17% dei voti, FdI il 10,3%, la Lega il 6,7%, Fi il 4,6%, il M5S il 2,1, tenendo conto che in molti casi non ha presentato simbolo e candidature. Nel complesso le liste riconducibili al centro-destra hanno ottenuto il 43,8% rispetto al 41,9% del centro-sinistra. Gli analisti rilevano anche i risultati a due cifre raggiunti in alcune città dal raggruppamento centrista intorno ad Azione.

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Fonte: Sir