"Fantastica Routine”, la campagna per ricostruire scuole distrutte in Sahel

Iniziativa di Unhcr che presenta un’indagine della Doxa sulla “routine perduta”: oltre 7 italiani su 10 vorrebbero decisamente tornare alla vita di prima e più dell'85% ha trovato difficile adattarsi. Quasi 9 su 10 pensano che, finita l'emergenza, la routine cambierà completamente

"Fantastica Routine”, la campagna per ricostruire scuole distrutte in Sahel

Oltre 7 Italiani su 10 (75%) vorrebbero decisamente tornare alla vita di prima e più di 8 su 10 (85%) ha trovato difficile adattarsi alle limitazioni imposte dalla pandemia. Qualche anno fa nel 2013 il 35% degli italiani  (quasi 18 milioni) dichiarava che avrebbe immediatamente cambiato vita se solo avesse potuto. “Se prima della pandemia la routine era considerata in qualche modo noiosa e scontata, oggi invece viene fortemente rivalutata e desiderata”: è quanto emerge dal sondaggio "La routine degli Italiani al tempo della pandemia”, realizzato dalla società di ricerche Doxa per l'Agenzia Onu per i Rifugiati (UNHCR) che oggi lancia la campagna "Fantastica Routine”. L'iniziativa mira da un lato a stimolare una riflessione sull'importanza delle certezze che fanno parte della nostra routine quotidiana, soprattutto sul ruolo dell'istruzione per i bambini; dall'altro a raccogliere fondi da destinare all'emergenza umanitaria ed educativa in corso nel Sahel, per assicurare l'istruzione ai bambini rifugiati che attualmente non vi hanno accesso.

La campagna, "far tornare le scuole un luogo sicuro"

Dal 24 gennaio al 14 febbraio, donando via sms o chiamando il 45588, si potranno aiutare 700 mila bambini rifugiati nel Sahel a tornare scuola, ricostruendo 4000 scuole distrutte.  

"Già nel 2012 e nel 2013, con la campagna 'Routine is fantastic' abbiamo provato ad offrire una chiave di lettura in positivo della nostra quotidianità, troppo spesso sottovalutata, e invitato tutti a immedesimarsi con i rifugiati che da un momento all'altro perdono tutto, la casa, il lavoro e gli affetti.  Ma forse mai come oggi questo appello ci sembra coerente e appropriato perché adesso forse possiamo tutti capire meglio quanto siano fondamentali le certezze, soprattutto l'istruzione dei bambini, una indispensabile routine – commenta Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di Unhcr Italia - Il Sahel è una delle crisi che crescono più rapidamente al mondo, in quell'area la mancanza di istruzione è una emergenza assoluta. Stiamo lavorando senza sosta in Niger, Burkina Faso e Mali per ricostruire le scuole, metterle in sicurezza e prevenire anche la diffusione del Covid-19, ma abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Basta un piccolo gesto per proteggere i bambini rifugiati e garantire loro accesso all'istruzione". 

Nel Sahel centrale, tra Burkina Faso, Mali, Niger, sono presenti circa 3,6 milioni fra sfollati interni e rifugiati; tra questi, il numero degli sfollati si è drammaticamente quadruplicato negli ultimi due anni, raggiungendo la cifra record di 2 milioni. “L'ondata di violenza da parte dei gruppi armati estremisti, unita al Covid-19, ha comportato tra l'altro l'uccisione di molti insegnanti e il rapimento degli studenti da arruolare nella guerriglia; gli attacchi alle scuole o l'uso degli edifici scolastici per scopi militari sono diventati pratiche comuni nella regione, determinando la chiusura e la distruzione di oltre 4.000 edifici scolastici. - spiega l’agenzia -  In questo momento, la priorità dell'Unhcr è di far tornare la scuola un luogo sicuro a 360 gradi per i bambini”.

L’indagine, italiani tra paura e speranza

È un'Italia che oscilla tra paura e speranza quella fotografata dalla ricerca Doxa per Unhcr: il 49% degli intervistati si sente preoccupato per il futuro che si presenta incerto, mentre il 40% si pone tutto sommato sereno e fiducioso verso tempi migliori che di sicuro arriveranno; infine l'11% si dichiara fortunato per avere delle certezze e una stabilità. Del resto, il 25% degli italiani sostiene che in questa fase difficile della nostra storia ha scoperto nuovi aspetti importanti della propria personalità; il 15% è riuscito anche ad adattarsi facilmente e a sfruttare questo momento per una crescita personale. La pandemia ha cancellato molte certezze, colpendo in particolare alcune categorie di persone: la maggior parte degli intervistati ha affermato di sentirsi più solidale soprattutto verso chi ha perso il lavoro e la stabilità economica. Gli anziani, i medici e il personale sanitario, i bambini che non hanno frequentato la scuola, i rifugiati e le persone più vulnerabili sono al centro delle preoccupazioni della maggioranza degli intervistati.
Certamente i ritrovi in famiglia e con gli amici sono in vetta alla classifica delle consuetudini che mancano di più, a pari merito con i viaggi, seguiti subito dopo dagli abbracci. Negli ultimi mesi di restrizioni, navigare su internet è stata invece l'attività preferita dagli italiani, seguita dai film e dalle serie TV. 

Quasi 9 italiani su 10 (88%) pensano che, una volta finita l'emergenza Covid-19, la routine cambierà completamente. Oltre la metà degli intervistati (53%) afferma che, dopo questa esperienza, apprezzerà di più le certezze e le piccole cose della vita, senza dare più nulla per scontato; il 21% dichiara anche che cercherà di ridurre al massimo gli sprechi. Infine il 20% sostiene che non si farà più prendere dalla frenesia del lavoro e degli impegni quotidiani e che dedicherà più tempo agli affetti e alle cose veramente importanti, mentre il 6% afferma che dedicherà più tempo anche alle persone più vulnerabili. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)