Fragilità, prendiamola sul serio. Un sondaggio del sito internet Skuola.net rivela un dato inquietante sulle fragilità degli studenti

Circa uno studente su 3 ammette di aver raccontato bugie in famiglia a proposito della propria carriera universitaria.

Fragilità, prendiamola sul serio. Un sondaggio del sito internet Skuola.net rivela un dato inquietante sulle fragilità degli studenti

Fragilità. E’ un termine con cui chi si occupa di educazione di scuola e delle giovani generazioni deve necessariamente misurarsi. Sono innumerevoli gli allarmi che arrivano in questo senso alla comunità educante – continuiamo a usare questo termine, forse un po’ desueto, ma valido a richiamare il senso di responsabilità condivisa tra famiglia, scuola e tante altre agenzie educative – in particolare a proposito degli adolescenti post covid, ma non solo.
Un sondaggio del sito internet Skuola.net, rilanciato dai media, rivelerebbe un dato estremamente inquietante relativo agli universitari: circa uno studente su 3 ammette di aver raccontato bugie in famiglia a proposito della propria carriera universitaria. In sostanza mente su esami sostenuti e lauree in arrivo. In circa la metà di questi casi – il 16% del totale – la bugia è sistematica. Inoltre, questa situazione genera un disagio pesante, al punto che tra quanti continuano a tenere nascosta la realtà dei fatti solo 1 su 3 afferma di essere nel pieno controllo della situazione. Il 32% di loro, invece – così sempre viene riferito a proposito del sondaggio di Skuola.net – vorrebbe rivelare la situazione ma non riesce a trovare il coraggio. Il 35% è convinto che non si possa più tornare indietro.
Disperazione: forse è questo uno dei sentimenti più diffusi. Insieme a quello di sentirsi all’interno di una strada senza uscita. Normalmente questi casi emergono – fortunatamente non troppo spesso – quando ci si trova di fronte a un fatto di cronaca eclatante, una fuga, un gesto estremo. Il problema, comunque, al di là dell’impatto mediatico è proprio la fragilità accennata all’inizio. Ci troviamo di fronte spesso a generazioni – gli universitari, gli adolescenti e via così – sempre più in difficoltà nel percorso di crescita e nell’affrontare con le dovute attrezzature, la realtà che li circonda.
E’ una sfida, questa, che interpella fortemente la scuola (e la comunità educante nel suo complesso; viene da chiedersi, ad esempio: ma queste famiglie “ingannate” come è possibile che abbiano gli occhi chiusi?) che in qualche modo resta la frontiera più attrezzata per raccogliere, comprendere, dipanare il disagio dei più giovani. Certo, senza attribuire alle istituzioni scolastiche, ai docenti in modo particolare, superpoteri che non hanno, o compiti cui non possono rispondere. Ma ricordando che proprio nel Dna della scuola sta quell’impegno alla crescita dell’uomo e del cittadino che è compito di un progetto condiviso, di un gruppo di professionisti che lavorano insieme, utilizzando le “armi” proprie dell’istituzione; cultura, valorizzazione della ricerca, confronto…
Un’altra puntura di spillo sul tema della fragilità viene invece da un articolo comparso sul Corriere della sera a firma di Massimo Gaggi e dal titolo significativo “Adolescenti indifesi nella tempesta social”. Riferisce – semplifico – di un’indagine americana sul deterioramento della salute mentale degli adolescenti, con l’aumento addirittura dei suicidi e dei casi di autolesionismo. Sul banco degli imputati per una situazione del genere ci sono solitudine, isolamento, bullismo fisico e online, ma anche un “bombardamento informativo” pervasivo e la mancata regolamentazione delle reti sociali. La dipendenza dai social, che deteriora i rapporti di amicizia.
Di nuovo: fragilità. Prendiamola sul serio.

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Fonte: Sir