Guerre e covid-19, “intrappolate 2 miliardi di persone”

Un nuovo rapporto di Oxfam: “Situazione drammatica, che sta compromettendo definitivamente la possibilità di contenere la pandemia da coronavirus in tutti quei Paesi attualmente in conflitto” Petizione per chiedere il “cessate il fuoco”

Guerre e covid-19, “intrappolate 2 miliardi di persone”

“Una situazione drammatica, che sta compromettendo definitivamente la possibilità di contenere la pandemia da coronavirus in tutti quei Paesi attualmente in conflitto, nei quali è opportuno ricordare che sono intrappolate circa 2 miliardi di persone, stremate da violenza, persecuzioni e carestie”. E’ la denuncia contenuta nel rapporto di Oxfam, Il Coronavirus nelle aree di conflitto , diffuso oggi. “Uomini, donne e bambini che devono fare i conti con sistemi sanitari fatiscenti e ospedali distrutti, mentre a milioni si trovano in campi profughi, dove contenere il contagio è ancora più difficile, per la mancanza di servizi igienico sanitari adeguati e lo spazio vitale necessario a mantenere le norme di distanziamento sociale” spiegano gli osservatori.

Yemen, Myanmar, Colombia, Afghanistan, Burkina Faso e Sud Sudan: queste le situazioni più gravi dove si continua a morire per la guerra. “Basti pensare - ricorda il rapporto -  a un Paese come lo Yemen, dove si stanno già registrando decine di contagi da Covid19, con solo metà delle strutture sanitarie in funzione e oltre 100.000 casi sospetti di colera registrati dall’inizio dell’anno. Dove gli scontri continuano e civili innocenti continuano a morire, nonostante l’Arabia Saudita e la sua coalizione (composta da Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Giordania, Senegal, Sudan) abbiano annunciato un cessate il fuoco unilaterale lo scorso 9 aprile, prima di due settimane e poi di un mese”. “Da quando è iniziata l’epidemia, tutto è bloccato – ha detto Gansonré Fatimata, uno dei beneficiari di Oxfam a Kaya in Burkina Faso – non possiamo uscire, incontrarci, lavorare. Tutto è diventato più difficile e sono spaventato dall’incertezza del futuro e dal virus. Prima del Covid faticavamo a mettere in tavola cibo sufficiente, ora è praticamente impossibile”.

E continua la vendita di armi.  Solo l’anno scorso la spesa militare ha raggiunto i 1.900 miliardi di dollari, cifra che supera di 280 volte l’appello delle Nazioni unite per la risposta globale al coronavirus. “Il Consiglio di Sicurezza si dovrebbe dimostrare all’altezza del momento, capace di leadership e tempestività. – aggiunge Paolo Pezzati,  policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Ma prima di tutto occorre coerenza da parte di quei molti paesi che, pur sostenendo l’appello del Segretario Guterres, continuano a vendere armi, condurre operazioni militari e supportare indirettamente parti in conflitto”.

L’organizzazione ha lanciato una petizione per chiedere all’Italia un sostegno più forte ad un “cessate il fuoco globale”. In particolare che si impegni per far crescere il numero degli stati aderenti ad un cessate il fuoco globale; sospenda tutte le vendite e i trasferimenti di armi alle parti in conflitto che non stanno aderendo al cessate il fuoco; incrementi l’impegno finanziario a sostegno del Piano globale di risposta umanitaria delle Nazioni Unite. “Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è paralizzato da settimane nei negoziati per l’adozione del cessate il fuoco, - sottolinea Paolo Pezzati – e appare in questo momento quanto mai lacerato e incapace di superare posizioni particolaristiche di alcuni dei suoi membri, in una fase della storia in cui la cooperazione per la pace sarebbe più che necessaria. C’è un altissimo rischio che il cessate il fuoco possa arrivare tardi, a epidemia già iniziata, in tante aree già devastate da guerra e violenze. A quel punto, purtroppo, sarà stato il virus a fare le sue vittime, e il tanto auspicato cessate il fuoco quasi certamente non servirà più a niente e nessuno”.

“Per molti paesi il cessate il fuoco è l’unica chance di arrivare a una pace stabile, e conseguentemente alla possibilità di contenere la pandemia da coronavirus. – continua Pezzati –  Quasi un terzo della popolazione mondiale ha bisogno che la proposta di cessate il fuoco globale si concretizzi immediatamente, anche se questo non eliminerà le cause profonde di molti conflitti. Perché ciò avvenga sarà necessario coinvolgere gli attori locali nei diversi paesi, in veri processi di pace con un concreto aiuto economico e la guida della comunità internazionale.”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)