Guerre nel mondo, “con la pandemia trovate nuove ragioni di conflitto”

Lanciata oggi la decima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo. A morire sono soprattutto i civili. “Il binomio guerra-pandemia ha aggravato il danno umanitario derivante dai conflitti armati ed esacerbato le vulnerabilità dei civili nei Paesi in conflitto”. Il caso Myanmar e l’esempio dell'Ucraina Orientale, il territorio più minato al Mondo

Guerre nel mondo, “con la pandemia trovate nuove ragioni di conflitto”

Viene lanciata oggi la decima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo. Il volume, un aggiornamento annuale delle guerre in corso, è pubblicato da Terra Nuova Edizioni ed è curato dall’associazione culturale 46esimo Parallelo.

Qualche numero. L’editoriale del direttore Raffaele Crocco, direttore responsabile, rende bene la situazione in cui ci troviamo. “I numeri scorrono implacabili davanti agli occhi. Sono i quasi 4,5 milioni di morti ufficiali a giugno 2021. Sono il miliardo di esseri umani che muoiono di fame. Sono i 270 milioni di persone costrette a emigrare per cercare un senso alla loro vita. Sono i 2 mila miliardi di dollari spesi per comprare armi. Sono numeri di un Mondo che non vuole guarire e che nella grande pandemia da Covid-19 ha trovato nuove ingiustizie, nuove ragioni di conflitto e guerra”.

A morire sono soprattutto civili. A confermarlo sono sia l’ultimo rapporto del segretario generale Onu sulla Protezione dei civili, sia la sintesi fatta dal volume. Che aggiunge: “Il binomio guerra-pandemia ha aggravato il danno umanitario derivante dai conflitti armati ed esacerbato le vulnerabilità dei civili nei Paesi in conflitto, dove i sistemi sanitari sono vicini al collasso a causa dei continui attacchi alle strutture e al personale medico”.

Il Myanmar è un esempio lampante in questo senso. Dopo il golpe dei generali dello scorso febbraio, l’ex Birmania è infatti a un passo dalla guerra civile, mentre ospedali e personale medico sono già obiettivo dei militari. E la protesta pacifica iniziale, scrive l’Atlante, “ha dovuto affrontare una repressione durissima”. Il numero ufficiale di vittime supera i mille, ma il bilancio reale è probabilmente molto più alto. E lo scorso maggio, si legge, “le forze di sicurezza, che fanno capo alla giunta golpista del Consiglio amministrativo di Stato (State Administrative Council), hanno dovuto però affrontare la nascita delle Forze di difesa popolari (Pdf), nascita accompagnata da sempre meno manifestazioni di piazza e sempre più atti individuali mirati”.

L’Afghanistan non poteva mancare tra gli approfondimenti. “Il ritorno dei Talebani a Kabul è la prova di una tragica circolarità temporale delle guerre”, scrive Crocco.

L’Atlante fa anche alcune incursioni in Europa. Ricordando, per esempio, che “dopo un conflitto di oltre sei anni, la Regione dell'Ucraina Orientale è il territorio più minato al Mondo. Tra il 2014 e il 2019, quasi 2 mila sono state le vittime, soprattutto nei villaggi e nelle zone rurali. Circa il 43% di questi sono bambini”.

L’articolo integrale di Fabio Polese, “Un Atlante per conoscere e capire le guerre nel mondo”, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)