Il Governo rinvia al dopo elezioni le modifiche ai dl Salvini. “Errore politico e strategico”

Per le associazioni che si occupano di migranti e rifugiati è un autogol. Miraglia (Arci): “Un regalo alla destra, è una partita che va chiusa subito”. Schiavone (Asgi): “Ennesimo gioco della paura: il voto potrebbe portare a non fare più nulla”

Il Governo rinvia al dopo elezioni le modifiche ai dl Salvini. “Errore politico e strategico”

Dovevano essere discusse nel primo Consiglio dei ministri di settembre, ma le proposte di modifica ai decresti sicurezza, voluti dall’ex ministro Salvini resteranno nel cassetto, almeno fino alle elezioni regionali. Sarebbe questo l’orientamento del Governo. Una decisione che era nell’aria e che da più parti ci si aspettava, considerata però un autogol dalle associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei migranti. Ora si teme che il rinvio significhi, di fatto, non mettere più mano ai due provvedimenti. 

Spero che non sia vero, se questo governo decide di rinviare le modifiche dei decreti Salvini, a causa delle elezioni, fa l’ennesimo regalo alla destra - afferma Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci -. Abbiamo già visto in passato come questo sia un errore, ad esempio è stato fatto lo stesso con le modifiche alla legge sulla cittadinanza: se rinunci per paura di perdere voti, dai ragione a chi è di parere opposto e gli regali un argomento in campagna elettorale”. Non solo, ma le elezioni di fine settembre potrebbero condizionare anche la decisione di modificare i decreti: “mi pare che sia complessivamente un errore sia politico che di tipo tecnico - aggiunge Miraglia - è un film già visto: la sinistra che non ha il coraggio delle proprie scelte avvantaggia Salvini e la destra. Il Pd dovrebbe pretendere di chiudere questa partita subito, senza fare scambi, magari per un sì al referendum, e senza porre ulteriori condizioni”. 

Il rischio che salti l'accordo dopo le elezioni

Nei mesi scorsi il Tavolo Asilo, di cui fanno parte le principali organizzazioni che si occupano di migranti e rifugiati, ha tenuto costanti i rapporti con i rappresentanti del governo, in particolare i viceministro Matteo Mauri. Ora la richieste è quella di fare pressione sul presidente del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, per riuscire a strappare almeno la promessa di procederà con le modifiche ad ottobre, senza ripensamenti. “Questo rinvio è l'ennesimo gioco della paura: si rinuncia a presentare agli italiani la propria visione diversa e nuova sulle migrazioni per paura di perdere consenso - sottolinea Gianfranco Schiavone di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione)  -. E’ ormai un circolo vizioso costante dal quale però bisogna uscire, soprattutto in un momento in cui bisognerebbe spiegare le proprie idee agli elettori. Quei decreti non vanno bene, perché non spiegare che i grandi centri creati da Salvini stanno creando problemi con l’emergenza sanitari di Covid19? Che serve reintrodurre una forma di protezione? Così  rimane solo l’impianto ideologico della destra. Se poi il rinvio significa che il voto influenzerà le modifiche, potremmo avere una crisi di quell’accordo che abbiamo raggiunto a fatica, c’è addirittura lo spettro di non fare nulla”. 

Cosa prevede la bozza di modifica ai decreti sicurezza 

Nella bozza di modifica viene ripristinata l'iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo e su interviene anche su un altro punto dibattuto: l’eliminazione della protezione umanitaria, che nel dl Salvini, veniva spezzettata nei cosiddetti “casi speciali”, forme di protezione più specifiche, con durata minore e non convertibili in permesso di lavoro. L’intenzione è quella di ripristinare la misura, che si chiamerà “protezione speciale” e verrà rilasciata previo parere della commissione territoriale. Per quanto riguarda parte l’accoglienza si torna alla centralità del sistema pubblico dello Sprar anche per i richiedenti asilo. ll nodo più controverso riguarda le multe alle ong che operano per il salvataggio in mare e che con il decreto sicurezza bis potevano arrivare a un milione di euro. Nella proposta di modifica non si incorre in divieti se si opera il soccorso e lo si comunica immediatamente al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera. Nei casi di inottemperanza e di ingresso forzoso in acque territoriali l’illecito da amministrativo diventa penale, e per la sanzione si fa riferimento al Codice della navigazione (multe di 516 euro e due anni di carcere). Anche se la sanzione pecuniaria potrebbe essere aumentata da 10mila a 50mila euro. Infine sul fronte cittadinanza, si accorciano da 4 a tre anni i tempi di attesa per la risposta. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)