Imprese sociali italiane: crescono le difficoltà

Il Rapporto Isnet sulle imprese sociali 2018 registra una inversione di tendenza, purtroppo in negativo. Aumenta infatti del 4,5 per cento il numero delle imprese in difficoltà. Investire in innovazione sembra essere l’arma vincente, ma nonostante la consapevolezza registrata dal Rapporto, il 94 per cento delle imprese interpellate ha dichiarato che gli obiettivi di innovazione posti non sono stati completamente raggiunti.

Imprese sociali italiane: crescono le difficoltà

Aumenta il numero delle cooperative sociali in difficoltà e per loro si profila un orizzonte nebuloso. Dopo cinque anni positivi, i dati del rapporto Isnet 2018 sulle imprese sociali registrano un’inversione di tendenza. Crescono al 19,5 per cento le imprese sociali in difficoltà con un più 4,5 per cento rispetto al 2017, mentre l’analisi registra una flessione delle imprese con un andamento in crescita con un calo del 2 per cento, passando dal 42 al 40 per cento.

Diminuiscono di 8 punti percentuali anche le imprese sociali che prevedono incrementi del personale (31 per cento), ma aumentano dell’11,5 per cento le realtà che garantiscono livelli di stabilità, mentre il 78,2 prevede che l’organico resterà invariato.

Aumentano gli investimenti in innovazione – più 13,7 per cento le imprese che hanno sviluppato nuovi prodotti e servizi; più 8,3 per cento quelle che hanno identificato nuove aree geografiche in cui operare – mostrando un trend che rivela un certo dinamismo, ma il 94 per cento delle imprese sociali interpellate ha dichiarato che gli obiettivi di innovazione posti non sono stati completamente raggiunti e il 34 per cento, con un aumento del 12,6 per cento sul 2017, dichiara che il freno al cambiamenti viene da resistenze interne. E questo risulta un handicap.

Sulla necessità di innovare l’Osservatorio Isnet ha realizzato insieme a Banca Etica l'approfondimento “Strumenti per lo sviluppo delle imprese sociali” con un focus su “Impresa sociale 4.0”, per conoscere quale sia l’impatto delle nuove tecnologie.

Dieci gli aspetti considerati: robotica avanzata, nuovi materiali, sensoristica, intelligenza artificiale, stampa 3D, blockchain (risorse informatiche condivise, ndr) e moneta virtuale, veicoli che si guidano da soli, genetica e bioprinting, sharing economy, digitalizzazione dei processi. Il 37 per cento degli intervistati, però, ha espresso scarsa consapevolezza del fenomeno, mentre questa aumenta nei settori dove l’innovazione comporta ricadute elevate.

Lucida l’analisi di Laura Bongiovanni, presidente di Associazione Isnet e responsabile dell’Osservatorio, che dopo aver presentato il rapporto in Senato ha dichiarato: «L’esigenza di cambiamento per l’impresa sociale suona oggi come una sorta di “mantra”: da più parti si invoca la necessità di diversificare sul versante profit, fare rete, innovare, cogliere le opportunità della rivoluzione 4.0, ma per cambiare non ci sono ricette preconfezionate e tantomeno, calate dall’alto.

Occorre partire dai “dati di realtà”, capire a che punto sono le imprese, quali siano i tentativi intrapresi e le difficoltà incontrate. È partendo da questa consapevolezza che vanno avviati percorsi di accompagnamento e orientamento per ciascuno dei dieci aspetti considerati, affinché l’impresa sociale governi fin da subito le novità e le trasformazioni che verranno introdotte non per stravolgere, ma per rimodulare il modello dell’impresa sociale in Italia, che tanti risultati positivi ha prodotto in questo trentennio».

I dati, i primi in Italia, evidenziano l’importanza di accompagnare le imprese sociali su questi temi e su questo Simone Siliani, direttore della Fondazione Finanza etica, ha commentato: «È un segnale da osservare con forte attenzione il fatto che il 67 per cento degli intervistati abbia dichiarato di non avere interesse nei confronti delle nuove forme di capitalizzazione delle imprese sociali previste dalla recente riforma del terzo settore. Come rete di Banca Etica pensiamo ci sia da fare un importante lavoro di formazione e accompagnamento alle imprese sociali che possono oggi cogliere nuove importanti opportunità».

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