In Italia 5,9 milioni di migranti: fenomeno “stagnante”

Rapporto Ismu. Nonostante l'aumento degli sbarchi, il numero degli stranieri in Italia è rimasto invariato (5,9 milioni). La pandemia ha fermato gli ingressi attraverso gli aeroporti. E in futuro Ismu prevede una riduzione dei migranti: molti emigreranno una seconda volta verso altri Paesi con una situazione economica migliore

In Italia 5,9 milioni di migranti: fenomeno “stagnante”

Nonostante nel 2020 ci sia stato un aumento delle persone sbarcate sulle coste, il fenomeno migratorio verso l'Italia è sostanzialmente fermo. La Fondazione Ismu stima che al 1° gennaio 2020 gli stranieri presenti in Italia siano 5.923.000 su una popolazione di 59.641.488 residenti (poco meno di uno straniero ogni 10 abitanti). Tra i presenti, i residenti sono circa 5 milioni (l’85%), i regolari non iscritti in anagrafe sono 366mila, mentre gli irregolari sono poco più di mezzo milione (517mila, -8,0%, rispetto alla stessa data del 2019). Rispetto alla stessa data del 2019, il numero di stranieri presenti è sostanzialmente invariato con un calo pari a -0,7%

Il Rapporto Ismu, presentato oggi, fotografa una situazione “stagnante” e un'Italia che in futuro, anche a causa della crisi economica innescata dalla pandemia, sarà sempre meno attrattiva e anzi prevede sarà in aumento il numero di stranieri residenti in Italia che deciderà di migrare una seconda volta verso altri Paesi in cui la situazione economica è più favorevole. Non solo, Ismu prevede che “in prospettiva una riduzione della consistenza numerica è attesa anche per quanto riguarda la componente irregolare, su cui agiranno sia gli effetti della sanatoria intervenuta nel corso di quest'anno, sia l'eventuale riduzione della forza trainante di un mercato del lavoro che quasi certamente faticherà a recuperare le posizioni, già non brillanti, dell'epoca pre-Covid”.

Nel 2020 i migranti sbarcati sono stati 34mila, dopo due anni di diminuzione (23mila nel 2018 e 11mila nel 2019). Calano invece le richieste d’asilo che nel 2020 sono state 28mila (contro le 43.783 del 2019). Le restrizioni alla mobilità causate dalla pandemia hanno influito sugli spostamenti finalizzati alla richiesta di asilo o protezione umanitaria che avvengono attraverso le frontiere aeroportuali. Tra gli altri canali di ingresso che alimentano potenzialmente le richieste di asilo c'è quello degli arrivi irregolari via terra che dall'inizio dell'anno al 26 novembre 2020 sono stati 5.032 (nel 79% dei casi provenienti dalla Slovenia).

In calo anche il numero di nuovi permessi di soggiorno: nei primi 6 mesi del 2020 (ultimi dai disponibili) sono stati concessi a cittadini non comunitari circa 43mila nuovi permessi di soggiorno, meno della metà del primo semestre 2019. Le riduzioni più consistenti sono avvenute nei mesi di aprile (-93,4%) e maggio (-86,7%) 2020. Nel 2019 sono stati rilasciati 177.254 nuovi permessi di soggiorno, il 26,8% in meno rispetto al 2018. Il calo maggiore ha riguardato le concessioni per richiesta di asilo, passate da 51mila nel 2018 a 27mila nel 2019 (-47,4%). Per quanto riguarda gli esiti delle richieste di asilo, questi mostrano nel 2020 una flessione dei dinieghi (76%) rispetto al 2019 (81%), ma comunque superiore agli anni che hanno preceduto l'abolizione della protezione umanitaria.

Il 22,7% dei residenti stranieri proviene dalla Romania. Le altre nazionalità più numerose sono quella albanese (422mila persone, pari all'8,4%), quella marocchina (414mila, 8,2%) e quella cinese (289mila unità, 5,7% ).

In Italia al 31 dicembre 2020 risultavano accolte in strutture di accoglienza (negli hotspot, nei Siproimi - Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati - e nei centri di accoglienza straordinari) 80mila migranti, in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti. La Lombardia è la Regione che al 31 dicembre 2020 ospita il maggior numero di migranti, 10.494 (13% sul totale), seguita da Emilia Romagna (8.392) e Lazio (7.491).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)