Insegnare ad affrontare la vita. Le giovani generazioni assaporano precocemente un forte senso di delusione e sfiducia

Nel rapporto Istat dedicato al benessere i dati raccolti si occupano di fotografare anche lo stato di salute emotiva e psicologica degli adolescenti.

Insegnare ad affrontare la vita. Le giovani generazioni assaporano precocemente un forte senso di delusione e sfiducia

La cultura occupa sempre meno spazio all’interno della società nel nostro Paese. Nel caso non ce ne fossimo concretamente resi conto l’Istat, dati alla mano, ci fornisce un quadro desolante nel recentissimo rapporto intitolato “Benessere Equo e Sostenibile” (aprile 2022).

Alcuni segnali di regressione erano già arrivati nell’ultimo decennio con la crisi del mercato editoriale e del teatro, la piega sempre più “popolare” e frivola evidenziata nei palinsesti di alcune emittenti televisive, il proliferare sul web di piattaforme zeppe di contenuti di bassissimo profilo e altre tendenze tipiche del nostro tempo. A complicare ulteriormente le cose è intervenuto, nei due anni che ci lasciamo alle spalle, il generale ritiro sociale imputabile alla pandemia Covid-19 che, per motivi legati ai protocolli sanitari e alla paura del contagio, ha allontanato le persone dai luoghi deputati per eccellenza alle manifestazioni culturali come musei, sale cinematografiche, auditorium, teatri.

Il crollo più evidente (-8,3%) riguarda soprattutto la partecipazione agli spettacoli e alle iniziative in presenza, la lettura invece parrebbe “reggere” meglio attestandosi attorno al 22,9% (sullo standard convenzionale di almeno quattro libri l’anno). Ovviamente la rilevazione, per essere completa, dovrebbe riguardare anche la classifica dei libri più venduti per capire verso quali contenuti si sono orientate le preferenze dei lettori.

Nel rapporto Istat dedicato al benessere i dati raccolti si occupano di fotografare anche lo stato di salute emotiva e psicologica degli adolescenti. Pure in questo ambito le notizie sono sconfortanti: negli anni di pandemia i giovani tra 14 e 19 anni hanno testimoniato un “deterioramento significativo della soddisfazione per la vita, con la percentuale di molto soddisfatti che è passata dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021”. Le difficoltà maggiori che gli adolescenti riferiscono sono relative alle prospettive future, alle relazioni con i pari e con il mondo degli adulti. Le giovani generazioni assaporano precocemente un forte senso di delusione e sfiducia nei confronti del mondo e sono vittime di fobie e nevrosi in precedenza tipiche di età più avanzate.

Le statistiche relative alla vita culturale del Paese e quelle dedicate al benessere dei nostri giovani sono separate, ma evidentemente sfaccettano due aspetti di uno stesso fenomeno: una vera e propria catastrofe socio-culturale che, quotidianamente e a ritmo sospinto, si traduce in un inarrestabile imbarbarimento del nostro stile di vita.

La rivoluzionaria deflagrazione del digitale ha persuaso la maggior parte di noi che il web possa essere il mare magno ove pescare qualsiasi tipo di risposta alle nostre domande, nonché la “via breve” e intuitiva per acquisire contenuti. Anche nelle relazioni interpersonali il web fa la sua parte, mettendoci in continuo contatto virtuale fra di noi e al contempo alienandoci fisicamente dalla realtà. La tecnologia occupa quasi tutto il nostro tempo: trascorriamo intere giornate a pigiare, cliccare, likare, iconizzare a volte in maniera esclusivamente meccanica. Di contro viviamo con estrema frustrazione tutte quelle attività che richiedono una forte applicazione cognitiva e ci costringono a “soffermarci” sugli argomenti e a riflettere.

Quello che non è rapido, diventa “noioso”. La nostra mente non lo sostiene, ne rifugge. Figuriamoci come potrebbero sostenerlo i nostri figli.

La cultura richiede tempi rarefatti e sedimentazione. Anche il linguaggio ha bisogno di “maturare” e di confrontarsi con dei contenuti di spessore, altrimenti registra lacune e avarie. Il disagio dei nostri adolescenti è spesso collegato soprattutto a questa precarietà espressiva e lessicale: mancano le parole che potrebbero lenire solitudini interiori e sofferenze, manca l’opportunità di colmare quelle solitudini con la speculazione e la creatività del pensiero.

Ancora una volta ci viene offerta una opportunità per riconsiderare le nostre scelte e il modo in cui stiamo insegnando ai nostri figli ad affrontare la vita.

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Fonte: Sir