Insetti a tavola? Il problema è un altro. I Novel food non devono far dimenticare la necessità di informazioni e controlli sugli alimenti

Trasparenza su provenienza delle materie prime e luoghi e tecniche di trasformazione, appaiono essere ormai condizioni ineludibili.

Insetti a tavola? Il problema è un altro. I Novel food non devono far dimenticare la necessità di informazioni e controlli sugli alimenti

Larve, insetti, carni sintetiche e poi ancora etichette ingannevoli per non dire della concorrenza sleale dei falsi prodotti tipici. E’ vero, il buon agroalimentare italiano è alle prese con un attacco su più fronti, ma si difende comunque bene. A dimostrare la vitalità del settore è un dato su tutti: i 60 miliardi di valore delle esportazioni che portano il meglio della produzione nazionale in tutto il mondo. Eppure, le insidie devono essere prese con grande attenzione. Anche le ultime, quelle legate ai nuovi prodotti alimentari ai quali l’Unione europea ha dato il suo via libera. Il tema dei nuovi cibi, tuttavia, non deve distrarre da questioni ben più pesanti di cui tutta la filiera si deve fare carico.
A sollevare – con ragione -, il tema dei nuovi cibi sono stati qualche giorno fa i coltivatori diretti. “Dalle larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) al grillo domestico (Acheta domesticus) congelati, essiccati e in polvere – ha tuonato Coldiretti in una nota -, sono in arrivo sulle tavole, dopo l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea alla loro presenza, in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre”. Si tratta dei novel food il cui uso non è cosa totalmente nuova. Lo scorso anno, infatti, era arrivato il via libera anche alla larva gialla della farina (Tenebrio molitor) essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano e alle cavallette (Locusta migratoria) per uso alimentare umano. Passando dagli insetti ad altro, i coltivatori sono anche in agitazione per la possibilità che nel 2023 possano essere presentate le prime richieste relative alla carne prodotta in laboratorio.
Novel food, appunto. Cibi spazzatura per molti. Cibi nuovi e interessanti per alcuni. Comunque alimenti che, dopo il via libera dell’Europa (e tenendo conto delle precauzioni indicate dall’Efsa, l’autorità alimentare Europea, in tema di allergie), possono essere legittimamente venduti, acquistati e consumati. Alimenti dai quali i produttori agroalimentari europei, e italiani in particolare, prendono giustamente le distanze. Ma che, forse, non devono preoccupare più di tanto. Più forti appaiono, almeno per ora, le grandi tradizioni alimentari nazionali. Lo indicano anche i sondaggi: metà degli italiani non porterebbe mai in tavola degli insetti. Che valga la pena di porre attenzione è comunque indubbio. “Si difenda piuttosto il modello agroalimentare italiano, esempio di sostenibilità a livello mondiale, in grado di vincere la sfida di produrre il cibo necessario a rispondere a un fabbisogno crescente impattando sempre meno”, ha detto qualche giorno fa Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, che ha aggiunto: “Non saranno gli insetti a salvare il mondo, la vera battaglia è quella di continuare a innovare un settore agroalimentare che ha già raccolto da tempo la sfida della sostenibilità”. E non solo.
Accanto a tutto questo, è necessario assicurare sempre la massima informazione possibile su cosa si acquista. Trasparenza su provenienza delle materie prime e luoghi e tecniche di trasformazione, appaiono essere ormai condizioni ineludibili. Spesso, però, non si tratta di poter scegliere: perché non si è nelle condizioni di scegliere. Quello delle minacce degli insetti a tavola, oppure della concorrenza dei falsi prodotti tipici, può essere un tema fuorviante. Il vero problema, infatti, è dato dalle difficoltà economiche di milioni di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e che, pur di risparmiare, scelgono alimenti non controllati, di scarsa qualità, di dubbia provenienza. Garanzie e controlli fanno davvero la differenza.

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Fonte: Sir