Israele. Berg-Rafaeli (Mfa): “Tolleranza e dialogo per fronteggiare ogni forma di radicalismo e fondamentalismo”

Intervista con Tania Berg-Rafaeli, direttore del Dipartimento per le religioni mondiali presso il Ministero degli Esteri israeliano. "Tolleranza e dialogo - dice - sono strumenti per combattere ogni forma di fondamentalismo e di radicalismo religioso"

Israele. Berg-Rafaeli (Mfa): “Tolleranza e dialogo per fronteggiare ogni forma di radicalismo e fondamentalismo”

“Tutto ciò che ha a che fare con le religioni assume per Israele una grande valenza e ha implicazioni internazionali. Il Dipartimento che dirigo, che opera all’interno del Ministero degli Esteri, si pone tra i sui obiettivi promuovere la tolleranza interreligiosa, la libertà di culto e la convivenza e la cooperazione tra le Nazioni. Portiamo avanti il nostro lavoro in collaborazione con gli altri Ministeri nella consapevolezza che coltivare le relazioni con diverse fedi e Chiese significa anche avere rapporti con altri Paesi come nel caso della Chiesa cattolica qui Israele che fa parte della Santa Sede, oppure della Chiesa ortodossa russa, greca, copta o armena che fanno capo ai rispettivi Paesi”.

Così Tania Berg-Rafaeli, direttore del Dipartimento per le religioni mondiali presso il Ministero degli Esteri israeliano (Department for World Religions at Ministry of Foreign Affairs of Israel) spiega al Sir i compiti e gli obiettivi del suo ufficio. In Italia in questi giorni, la diplomatica ha partecipato recentemente alla VIII edizione di “Church Up Close”, promossa dalla Pontificia università Santa Croce, sul tema “Covering Catholicism in the Age of Francis”, per fornire ai giornalisti e ai comunicatori gli strumenti per migliorare la copertura professionale della Chiesa cattolica romana e del Vaticano.

Il contributo delle religioni. “La cura dei rapporti con uno o più Paesi, che possono riguardare argomenti più o meno complessi, richiede sensibilità e approccio internazionale – afferma Berg-Rafaeli -. L’incontro con delegazioni religiose di altri Paesi, la presenza a diversi meeting sui temi del dialogo, della libertà religiosa, la visita a rappresentanti di altre fedi, il facilitare l’ottenimento di visti di ingresso sono mezzi per conseguire i nostri obiettivi”. Anche l’organizzazione di eventi: “Con il mio Dipartimento stiamo organizzando, per l’inizio di novembre, una conferenza su religioni e cambiamenti climatici, in linea con l’agenda del Papa dettata dalla Laudato Si’. Saranno presenti rabbini e rappresentanti di diverse fedi. Dobbiamo avere coscienza, infatti, che le religioni fanno parte del mondo intero ed è importante che i leader religiosi offrano il proprio contributo a temi così attuali e urgenti. Essi hanno una voce particolare all’interno delle loro comunità”. Lo scorso anno una delegazione da Israele, composta da membri di diverse fedi, si è recata a Dubai: “Sulla scia degli accordi di Abramo, siglati nell’agosto del 2020 da Israele, Emirati Arabi Uniti (Eau) e Stati Uniti – ricorda la diplomatica – abbiamo sottolineato la necessità di promuovere la tolleranza e la conoscenza reciproca. Rafforzare relazioni con Paesi del mondo arabo, come per esempio gli Emirati arabi uniti, offre molte opportunità di dialogo, con innegabili ripercussioni positive interne ai nostri Stati. Pensiamo agli scambi studenteschi con percorsi di formazione e di studio”.

Combattere i radicalismi. “Tolleranza e dialogo – ribadisce Berg-Rafaeli – sono strumenti per combattere ogni forma di fondamentalismo e di radicalismo religioso, come ribadito anche nella Dichiarazione finale dell’incontro interreligioso in Kazakistan al quale hanno partecipato 100 delegazioni provenienti da 50 Paesi”. Tra loro Papa Francesco, i due rabbini capo d’Israele, l’askhenazita Rabbi David Lau e il sefardita Yitzhak Yosef, il grand’imam di Al-Azhar Ahmed El-Tayyeb, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III, e altri ancora. “Un incontro analogo lo abbiamo vissuto in Israele, a marzo di questo anno, ad Haifa, nei giardini Bahá’í, i cui credenti sono una delle presenze religiose che testimoniano la diversità religiosa israeliana. In quel contesto abbiamo discusso come le religioni possono combattere la violenza e ribadito la necessità di incontrarsi e dialogare con sempre maggiore forza”. “Imprescindibile” per la diplomatica israeliana rimane “il riconoscimento della dignità umana per tutti, non importa a quale fede, etnia o gruppo sociale appartengano. Questo è l’inizio di ogni cosa. Parlare di dignità umana vuole anche dire promuovere la libertà di religione che è uno degli obiettivi del Dipartimento che dirigo: libertà di culto, accesso ai luoghi santi sono tutti principi che ritroviamo nella nostra Dichiarazione di Indipendenza e che orientano le nostre azioni in questo ambito. In Israele si trovano, infatti, molti luoghi santi, meta di pellegrinaggi per fedeli di diverse fedi, in particolare cristiani”. A tale riguardo, conclude Berg-Rafaeli, “i nostri rapporti con la Chiesa cattolica locale sono molto positivi. Ogni settimana mi reco nella città vecchia di Gerusalemme per visitare e conoscere da vicino le diverse chiese cristiane che vi operano cercando di aprire le nostre porte a qualunque tipo di esigenza e di bisogno possa nascere”.

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Fonte: Sir