Istat, nel Nord Italia si vive mediamente un anno e sette mesi in più

Il report "Misure del benessere equo e sostenibile dei territori" fotografa un divario crescente: nel Mezzogiorno la speranza di vita alla nascita scende a 81,3 anni

Istat, nel Nord Italia si vive mediamente un anno e sette mesi in più

Nel 2021 la stima della speranza di vita alla nascita torna a salire attestandosi su 82,4 anni (80,1 per gli uomini e 84,7 anni per le donne). Al contempo, però, si amplia la distanza tra Nord e Sud del Paese, arrivando a registrare ben 1 anno e 7 mesi di vita media in più nel Settentrione. La speranza di vita alla nascita totale scende, infatti, nel Mezzogiorno a 81,3 anni nel 2021, con una riduzione di 6 mesi rispetto al 2020 che si aggiungono ai 7 mesi già persi nel 2020 rispetto al 2019, mentre si attesta a 82,9 al Nord, con un recupero di quasi un anno rispetto al 2020. A fotografare il fenomeno è l'Istat nel suo report annuale 'Misure del benessere equo e sostenibile dei territori'.

In generale dopo la netta flessione della stima della speranza di vita alla nascita registrata nel 2020 (-1,1 anni di vita vissuti, da 83,2 del 2019 a 82,1 del 2020), quando la diffusione della pandemia da Covid-19 aveva interrotto bruscamente la crescita osservata fino al 2019, il dato riferito al 2021 evidenzia un recupero pari, in media, a circa 4 mesi in più per gli uomini e circa 3 per le donne.

I diversi andamenti territoriali registrati nel 2020 e nel 2021 "sono certamente collegati all'impatto diversificato della pandemia da Covid-19 che si è diffusa con tempistiche differenti nelle varie zone del Paese- spiega l'Istituto di statistica- facendo registrare livelli più alti di mortalità al Nord specialmente durante la prima ondata di aprile 2020. Nel Mezzogiorno, dove la pandemia si è manifestata soprattutto nel corso dell'autunno 2020, gli effetti sulla mortalità sono molto evidenti anche nella prima parte del 2021".

Il report riporta che molte aree del Nord-ovest, particolarmente colpite dalla prima ondata pandemica e che avevano perso nel 2020 molte posizioni in termini di ranking, recuperano notevolmente nel 2021.

La provincia di Bergamo recupera nel 2021 quasi completamente i circa 4 anni di speranza di vita alla nascita persi nel 2020, posizionandosi nel 2021 al 13esimo posto della graduatoria, mentre nel 2020 si trovava solo al 106esimo posto.

Allo stesso modo, la provincia di Cremona recupera nel 2021 circa 3 anni dei quasi 4 persi nel 2020, Piacenza e Lodi circa 2 anni e mezzo; queste ultime province si posizionano nel 2021 rispettivamente al 38esimo e al 47esimo posto, dal 102esimo e 104esimo del 2020.

Al contrario, molte province del Mezzogiorno, che nel 2020 avevano in alcuni casi guadagnato mesi di vita, nel 2021 arretrano di molte posizioni essendosi trovate maggiormente esposte alle conseguenze della pandemia. È il caso della provincia di Trapani che nel 2020 aveva guadagnato un mese di vita e che, invece, nel 2021 perde mezzo anno, stesso andamento per la provincia di Caltanissetta che aveva guadagnato 2 mesi nel 2020, scalando in un solo anno 16 posizioni nella graduatoria delle province, ma che arretra delle stesse posizioni nel 2021, con una perdita di 1,1 anni di speranza di vita totale.

In altri casi, invece, il peggioramento emerso nel 2020 prosegue e si amplifica nel 2021, come nella provincia di Campobasso che ha perso circa 1 anno nel 2020 e un ulteriore anno e 4 mesi nel 2021, e la provincia di Enna (un anno perduto nel 2021 in aggiunta agli 11 mesi del 2020).

La provincia di Viterbo è l'unica a mantenere una situazione sostanzialmente invariata in tutto il periodo 2019-2021 (speranza di vita alla nascita pari a 82,1 anni) mentre le province di Roma Padova, dopo aver perso circa mezzo anno di vita nel 2020 rispetto al 2019 mantengono la speranza di vita alla nascita stabile nel 2021 rispetto al 2020 (rispettivamente 83,6 e 82,9 anni). (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)