Ius scholae in aula il 29 giugno. “Il Parlamento riconosca i diritti degli italiani di fatto”

Il provvedimento prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai ragazzi nati o arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età che abbiamo concluso cinque anni di un percorso scolastico

Ius scholae in aula il 29 giugno. “Il Parlamento riconosca i diritti degli italiani di fatto”

Lo ius scholae, il progetto di legge di riforma della cittadinanza (Legge 91/92), arriverà in aula il prossimo 29 giugno. Il provvedimento prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai ragazzi nati o arrivati in Italia entro il dodicesimo anno di età che abbiamo concluso cinque anni di un percorso scolastico. 

“La commissione sta lavorando con grande impegno, discutendo centinaia di emendamenti - sottolinea il relatore della legge, Giuseppe Brescia (M5S) -.  Abbiamo superato le venti ore di seduta. Chi è a favore di questa legge non si sente solo. In questi mesi diversi sono stati i contributi e gli impulsi della società civile e delle associazioni e ho particolarmente apprezzato il sostegno qualificato di pedagogisti e pediatri. È molto difficile dire che chi studia con i nostri figli non è italiano. Con questa legge il Parlamento fa qualcosa che troppo spesso non fa: prendere semplicemente atto della realtà”.

Anche la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d'odio saluta con soddisfazione l’approdo in Aula della Camera della proposta di riforma della cittadinanza. “La calendarizzazione è un primo necessario passo affinché l’attuale legge in materia di cittadinanza, ormai vecchia di 30 anni, giunga a un percorso di riforma. Un passo fondamentale e urgente che chiediamo alle nostre rappresentanze parlamentari di compiere con responsabilità, dando un riscontro legislativo e istituzionale al cambiamento già avvenuto nella società e nella demografia italiana - si legge in una nota -. Un cambiamento che ha inizio e compimento proprio nella scuola: luogo di arricchimento e crescita per eccellenza, laboratorio di comunità dove ragazze e ragazzi si sentono parte di un ‘noi’ più grande, porta di accesso all’essere cittadine e cittadini di domani".

Secondo la Rete l’Italia rimane tra i Paesi più arretrati in Europa in materia di cittadinanza. Ed è giunto il tempo di dar voce alla volontà di un’ampia parte della società e, finalmente, un riconoscimento – non solo giuridico – a circa un milione di giovani. “Riteniamo il testo proposto un buon punto di partenza. Da giuristi, non possiamo però non evidenziare la mancanza di una norma transitoria, che disciplini lo statuto delle persone che abbiano maturato o stiano maturando i requisiti richiesti al di fuori dei rigidi parametri temporali dettati. Chiediamo quindi un confronto e un’integrazione sul punto - continuano i promotori -. In vista della fine dell’attuale legislatura, chiediamo al Parlamento un atto di responsabilità e presa di coscienza dei tempi storici in cui ci troviamo, affinché si possa giungere all’approvazione del testo di riforma il prima possibile, senza ulteriori rinvii, attraverso un confronto tra le parti politiche finalmente franco e privo delle strumentalizzazioni a cui fin troppe volte abbiamo assistito”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)