L'Altopiano ce la farà di nuovo. Covid-19 ha già colpito 130 persone, un vicentino positivo su otto vive nei Sette comuni

Covid-19 ha già colpito 130 persone, un vicentino positivo su otto vive nei Sette comuni. Cinque le vittime a Lusiana Conco. Case di riposo. Sono tre in Altopiano, una a Roana e due ad Asiago. Nell'Ipab del capoluogo sono già stati sottoposti a tampone i sessanta ospiti dopo che alcuni membri del personale sono risultati positivi. Noi preti soli in cimitero per l'estremo saluto ai nostri compaesani. Le restrizioni, doverose, ci stringono il cuore

L'Altopiano ce la farà di nuovo. Covid-19 ha già colpito 130 persone, un vicentino positivo su otto vive nei Sette comuni

Sono almeno 130 i contagiati di Covid-19 sull’Altopiano dei Sette comuni. Stando agli ultimi dati prima di andare in stampa dunque, un vicentino positivo su otto risiede nel comprensorio. La situazione preoccupa le autorità civili e sanitarie, principalmente per due aspetti.

Anzitutto per l’operatività dell’ospedale di Asiago: è lì che il focolaio è scoppiato poco più di un mese fa, colpendo un medico in servizio, alcune infermiere e poi anche il personale in servizio per le pulizie. E proprio i sanitari hanno poi contribuito loro malgrado a diffondere il Coronavirus tra le famiglie e i conoscenti. Si spiegano così i 16 contagi di Rotzo – un numero notevole se si pensa che la popolazione del comune è di 650 abitanti – e i 32 di Roana. A oggi l’ospedale ha chiuso il punto nascite: i bimbi altopianesi nascono a Bassano, ma le donne in gravidanza e le neo mamme sono comunque seguite dal personale dell’Ulss 7 in altre strutture del centro città. È attivo invece il punto di primo soccorso, in gradi di stabilizzare i pazienti per poi trasferirli in pianura per le cure del caso. Secondo il bollettino della stessa azienda sanitaria, lunedì sera erano ancora 19 i pazienti ricoverati ad Asiago per gli effetti di Covid-19, mentre sono otto i decessi avvenuti nello stesso nosocomio (erano 22 i ricoverati a Bassano con 11 decessi; 90 ricoveri nel Covid hospital di Santorso, con 14 decessi; 7 ricoverati nell’ex ospedale di Marostica, in appoggio al San Bassiano, con un decesso).

«Il nostro ospedale funziona anche se in emergenza, per la carenza di personale – spiega il presidente della Spettabile reggenza e sindaco di Gallio Emanuele Munari – Molti operatori sono ancora in quarantena e tra loro voglio ricordare anzitutto le operatrici che si occupano delle pulizie in appalto, tra le prima a pagare dazio. Adesso ci auguriamo che i malati vengano presto trasferiti nelle strutture di pianura e di poter così sanificare gli ambienti per riprendere il prima possibile l’ordinarietà». Ancora alla fine della scorsa settimana, tuttavia, tutto il personale infermieristico era stato dirottato sul reparto di medicina rimasto sguarnito, e gli operatori attivi non riuscivano comunque a coprire l’organico previsto dai turni. Nel fine settimana i primi colpiti dal virus hanno concluso il periodo di isolamento fiduciario e ripreso il servizio, cominciando così la risalita verso la normalità.

È allarme case di riposo
La seconda grande preoccupazione proviene dalle case di riposo. Nell’intero territorio altopianese sono tre le strutture presenti: la San Giuseppe di Roana, con una settantina di ospiti; la casa di riposo di Asiago (Ipab) con 60 ospiti; infine il centro residenziale Giovanna Bonomo (Villa Rosa), gestito dall’Oic, con 126 posti per anziani non autosufficienti. La notizia che alcuni operatori della casa di riposo di Asiago sono positivi al virus ha fatto il giro di tutti i municipi nel fine settimana, generando apprensione nei sindaci e nelle famiglie. «Siamo in costante contatto con l’Ulss 7 – ha comunicato alla cittadinanza il sindaco di Asiago Roberto Rigoni, dal suo profilo Facebook – nella mattinata di lunedì tutti gli ospiti e il personale sono stati sottoposti a tampone per comprendere meglio la situazione, nei prossimi giorni avremo gli esiti. L’aspetto più delicato riguarda il reperimento di altro personale per sopperire alle assenze per quarantena e per poter garantire l’isolamento all’interno della struttura in caso di ospiti positivi».

Dopo Asiago, i tamponi arriveranno anche a Roana e all’Oic. «Appena ci è stato comunicato il primo positivo a Roana, un mese fa, avendo sentore di cosa poteva accadere, abbiamo avuto una tavola rotonda con il parroco don Lino Prearo e il consigliere delegato alla sanità Christian Vellar – racconta il sindaco Elisabetta Magnabosco – e abbiamo deciso di chiudere immediatamente alle visite dei parenti. È stata una decisione dura e difficile da comprendere all’inizio dell’emergenza, ma devo dire che la cittadinanza ha pienamente compreso e ora si vede tutta l’importanza di questa scelta».

La situazione rimane sospesa
«Siamo in attesa dei tamponi – spiega don Lino, che della casa di riposo è legale rappresentante – ma dall’Ulss ci comunicano di non averne molti… Finché non avremo contezza della situazione siamo qui con il cuore sospeso: se il virus arriverà speriamo almeno che sia lieve». A Roana, dove si è verificato un decesso, la gente rimane in casa, tutti sono ormai consapevoli che il grosso problema potrebbero essere i positivi asintomatici, un veicolo inconsapevole e micidiale per il contagio. Si vedono i numeri crescere e si spera di arrivare presto al picco per poi scendere e poter tirare il fatidico sospiro di sollievo.

«In questi giorni abbiamo completato la distribuzione delle mascherine – riprende il sindaco Magnabosco – una per famiglia tra quelle fornite dalla Regione, più altre cinque che ci siamo procurati da una ditta privata, così tutte le sei frazioni sono coperte. Ora stiamo cercando di intervenire per abbattere le rette di asili e scuole per le famiglie, oltre alla distribuzione dei buoni previsti dal governo per i nuclei più disagiati». Nelle scorse settimane agli anziani sono state consegnate la spesa e i farmaci. Alle persone sole e fragili i volontari della protezione civile hanno anche ritirato l’immondizia. Infine l’appello del sindaco ai giovani: «In molti mi chiedono cosa possono fare: io li invito a chiamare o mandare un messaggio alle persone più in là con gli anni, o più vulnerabili. Questa è un’emergenza che avvilisce anche i più forti di carattere».

Aldo Pellizzari, sindaco di Rotzo, ne è certo: «Questa è la settimana che ci dirà se come Veneto abbiamo fatto o meno un buon lavoro». Pellizzari monitora i casi a uno a uno. È sicuro che i primi dodici positivi si sono contagiati in ospedale, dove si sarebbe registrata una certa leggerezza nella messa in pratica dei protocolli. Gli ultimi tre invece hanno contratto l’infezione proprio in casa di riposo, quella di Asiago e quella di Pedemonte, nella valle dell’Astico. «Da venti giorni seguiamo la quarantena dei positivi, fornendo mascherine, guanti e disinfettanti, con l’obiettivo di evitare il contagio ai familiari dei positivi. In paese abbiamo un unico negozio di alimentari che si è reso disponibile alle consegne a domicilio e questo è stato un passaggio importante per evitare contatti e assembramenti». Sono aumentate le richieste della popolazione per avere accesso al servizio di consegna pasti caldi a domicilio, e anche questo fatto ha limitato l’esposizione al Coronavirus. Più complesso sarà invece distribuire i buoni pasto da 25 euro per le famiglie povere decretati dal presidente del consiglio Conte. A Rotzo c’è una sola assistente sociale in convenzione con altri Comuni, tuttavia non si verificano casi di estrema povertà, ci sono per lo più dipendenti statali e pensionati.

Le cinque vittime di Lusiana Conco
Dall’altra parte dell’Altopiano, nel comune nato dalla recente fusione di Lusiana e Conco, si contano 22 positivi e ben cinque decessi, tutti pazienti che hanno contratto il Covid mentre già erano ricoverati in ospedale. Ma secondo il sindaco Antonella Corradin, tutti i contagiati sono collegati in vario modo all’ospedale di Asiago. «Purtroppo il nostro comune è stato duramente colpito – commenta il primo cittadino – Certo, chi se n’è andato era anziano e già malato, ma questo non conta nulla dal punto di vista del dispiacere che stiamo attraversando». Anche a Lusiana Conco si è dimostrata fondamentale la disponibilità degli esercizi commerciali a consegnare la spesa nelle case dei cittadini, mentre il Comune ha attivato un numero Whatsapp per fornire tutte le comunicazioni del caso alla popolazione, nell’ottica della massima trasparenza. Da giovedì scorso sono state distribuite le mascherine fornite dalla Regione a tutti i nuclei familiari, ma altre sono già state individuate grazie alla collaborazione con alcuni sindaci di pianura. «I prossimi giorni lavoreremo per andare incontro alle famiglie sulle spese per il trasporto scolastico e le rette, oltre che per fornire i buoni spesa previsti dalle misure del governo del 28 marzo: per questo faremo squadra con gli altri sindaci e adotteremo criteri comuni».

I funerali nel deserto
A Gallio (19 positivi) è stata l’intera giunta comunale ad attraversare le strade e le contrade per consegnare le mascherine con i volontari della protezione civile e dell’Associazione nazionale carabinieri. «È stato un modo per vedere le persone, per sincerarsi delle loro condizioni – spiega il sindaco Munari – Abbiamo anche sollecitato i vicini a farsi presenti con anziani e malati e monitorare la loro condizione». Le due vittime del Coronavirus hanno avuto anche qui dei commiati in tono minore: «In un caso ero solo al cimitero – confida il parroco dell’up, e vicario foraneo don Federico Zago – I parenti, alcuni anziani e altri malati non se la sono sentita di partecipare. In un altro caso, erano presenti soltanto due pronipoti. Certo, comprendiamo la situazione, la salute va salvaguardata. Eppure questi funerali stringono il cuore, sembrano quasi contro la nostra natura. Ora siamo chiamati a stringerci tra di noi e abitare anche queste solitudini».

Il ricordo delle vittime del Covid-19

Tutti i comuni dell'Altopiano alle 12 di martedì 31 si sono fermati per rendere omaggio a chi ha perso la vita in questa pandemia. I sindaci si sono presentati nelle piazze, in fascia tricolore, con le forze dell'ordine.

Il "Mattio"

I rintocchi dell'anima Ogni sera alle 18 la campana più grande del campanile del Duomo di San Matteo riempie il cuore dell'Altopiano.
«Quando suona il "Mattio", gli abitanti subito pongono l'attenzione, sanno che se suona siamo in circostanze particolari», spiega il parroco di Asiago, don Roberto Bonomo. Il suono conforta, fa sentire la presenza della comunità sbigottita in questo momento così complesso.
Le messe in streaming sono molto seguite (picchi di mille contatti) e sabato scorso, com'è usanza nel Santo Sepolcro, c'è stata una processione agli altari del Duomo per chiedere ai santi l'intercessione. Ogni giorno, infine, don Roberto e don Nicola Cauzzo inviano un pensiero sulla Parola del giorno.

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