La manifattura soffre l'interruzione del Coronavirus

Le fabbriche e i negozi possono anche restare aperti, ma mancano i rifornimenti e le vendite sono ridotte al lumicino. L'esperienza di Luca Menia, imprenditore dell'occhialeria.

La manifattura soffre l'interruzione del Coronavirus

Fra i pochi, buoni motivi per uscire di casa c'è anche l'acquisto e la riparazione degli occhiali da vista. Una condizione sufficiente per consentire alle aziende del distretto e ai negozi di tenere aperte le porte ma non abbastanza per scongiurarne la crisi. «Noi riapriamo – spiega Luca Menia, imprenditore cadorino dell’occhialeria alla vigilia del riavvio della produzione – perché le aziende che ci forniscono il materiale hanno a loro volta riaperto. Inizia ad arrivarci la componentistica e speriamo continui nelle prossime settimane». L’azienda di Menia, come tante nel settore, dipende sia dal mercato interno che da quello estero, a cui è destinata buona parte della produzione. La speranza è che, lavorando per tener fede alle commesse che sono pervenuti nei mesi scorsi, si possa far fronte a questo periodo di difficoltà.

«Il problema che vediamo – continua l’imprenditore – è questo: che una volta evasi gli ordini che abbiamo in portafoglio, non ne arrivino altri perché il calo delle vendite è globale e simultaneo. In Italia, ad esempio, chi ordina occhiali se nessuno va a comprarli?».

La difficoltà del mercato dell’occhialeria riassume bene la condizione di forte incertezza in cui si trovano a operare le aziende. Difficoltà produttive che si sommano a incertezze legate, ad esempio, alle produzioni stagionali come quella dell’occhiale da sole.

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