La schiavitù è ancora di casa in Mauritania: almeno 43 mila vittime ogni anno

Sono passati quasi 40 anni da quando la Mauritania ha abolito la schiavitù. E nel 2015 aveva dichiarato questo reato un crimine contro l’umanità. Eppure continua a essere praticata. Tra le altre cose, la Costituzione continua a sostenere che la fonte del diritto è la Sharia

La schiavitù è ancora di casa in Mauritania: almeno 43 mila vittime ogni anno

Sono passati quasi 40 anni da quando la Mauritania ha abolito la schiavitù, con grande ritardo sul resto del mondo. E nel 2015 aveva dichiarato questo reato un crimine contro l’umanità. Eppure la schiavitù continua a essere praticata nel Paese, dove secondo Amnesty International sono almeno 43 mila le vittime. Una situazione ancor più critica a partire da quest’anno, visto che dallo scorso gennaio la Mauritania siede nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Sharia e schiavitù. A livello ufficiale il presidente Mohamed Ahmed El-Ghazouani sostiene l’abolizione di questa terribile pratica. Ma l’attivista per i diritti umani Biram Dah Abeid fa notare che “la Costituzione continua a sostenere che la fonte del diritto nella repubblica islamica di Mauritania è la Sharia. E la Sharia islamica da noi significa rito Maliki.
Il rito Malakita non solo legittima la schiavitù, ma la codifica e la santifica”. Secondo Alioune Tine, ex direttore di Amnesty per l'Africa occidentale e centrale, quindi, “le leggi promulgate in Mauritania contro la schiavitù non sono state attuate e applicate adeguatamente. Di conseguenza, questi testi non hanno davvero avuto alcun impatto sulla vita delle persone”.

I bambini. Nel Paese ci sono famiglie di schiavi che finiscono con l’essere “ereditate”. Ahmed Ould Habibiallah, professore di storia dell’università di Nouakchott Al-Aasriya, ha spiegato al sito The New Arab che in Mauritania la schiavitù viene passata di generazione in generazione, soprattutto nelle tribù vicino al Mali (ma questa pratica è diffusa anche nella capitale Nouakchott e a Boutilimit). Con la conseguenza che i bambini vengono al mondo già con un padrone, sono sfruttati il prima possibile nel lavoro e non hanno la possibilità di studiare. Capita anche che i ragazzi siano “affittati” o “prestati” per svolgere determinate mansioni.

Le etnie. Il popolo Haratine è quello più colpito dalla piaga della schiavitù, tanto che uno su due appartenenti a questa etnia è costretto a lavorare in fattorie o case senza libertà, istruzione, né compenso. Complessivamente, gli attivisti locali stimano che gli schiavi potrebbero arrivare fino al 20% della popolazione del Paese.
Il racconto. The New Arab riferisce anche la drammatica vicenda di Fatima al-Mabruk, mamma di due bambini nati schiavi, come lei. La libertà per loro è arrivata nell’ottobre di tre anni fa, ma dal 2017 il tribunale a cui è stato denunciato l’ex padrone non si è ancora pronunciato.

L’articolo integrale di Graziano Masperi, "Mauritania, la schiavitù abbatte la vita di decine di migliaia di persone", può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)