Lampedusa, altre due navi quarantena per svuotare l’hotspot. “Ennesima soluzione emergenziale”

Le organizzazioni parlano di una soluzione che serve solo a tamponare. E continuano a chiedere un piano per l'accoglienza attraverso strutture ponte per l'isolamento fiduciario. Geraci (Caritas): "In un'ottica di prevenzione meglio pensare in piccoli gruppi che per grandi agglomerati"

Lampedusa, altre due navi quarantena per svuotare l’hotspot. “Ennesima soluzione emergenziale”

Arriveranno tra oggi e domani le due nuovi grandi navi quarantena per “svuotare l’hotspot di Lampedusa” promesse dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla fine dell’incontro ieri sera a palazzo Chigi con il governatore della Sicilia Nello Musumeci e il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. “Siamo pronti a rafforzare la sorveglianza sanitaria dei migranti per garantire la massima sicurezza della popolazione - ha detto il premier-. Confidiamo anche di rafforzare il programma dei rimpatri utilizzando anche sistemi più flessibili, inclusi trasporti marittimi". 

La soluzione arriva dopo il vertice convocato in seguito alle polemiche degli ultimi giorni sulla situazione dell’hotspot dell’isola di Lampedusa, che versa in uno stato di sovraffollamento da settimane. Nella giornata di ieri, la task force voluta dalla Regione Sicilia ha ispezionato il centro rilevando gravi carenze e una situazione al limite. Nel giro di due giorni, dunque il centro verrà svuotato. Davanti l’isola arriveranno altre due grandi navi su cui i migranti potranno trascorrere il periodo di isolamento fiduciario. 

Di “ennesima soluzione emergenziale” parlano le organizzazioni che si occupano di accoglienza e integrazione in Italia. “L’intervento delle navi quarantena serve a tamponare una situazione che, invece, poteva essere programmata per tempo, come avevamo chiesto” afferma Salvatore Geraci di Caritas. Ad aprile il Tavolo Asilo e il Tavolo immigrazione e salute (che raccolgono le principali organizzazioni impegnate nella tutela di migranti e rifugiati) hanno mandato una prima lettera al ministero della Salute e dell’Interno per chiedere protocolli chiari per l’accoglienza migranti. Dopo aver realizzato un monitoraggio su 200 centri di accoglienza hanno poi avanzato ai ministeri e alla Protezione Civile una serie di proposte e soluzioni. Tra questa quella di creare delle strutture ponte a terra per l’isolamento fiduciario dei migranti prima dell’ingresso in accoglienza. Nell’ottica di una pianificazione ragionata e condivisa hanno, inoltre, più volte chiesto alle autorità competenti procedure e indicazioni per la prevenzione ed eventuale gestione sanitaria e sorveglianza epidemiologica specifica per le strutture. 

Il tema dell’accoglienza è un processo che si attiva, ha una serie di fasi, tanto più è positivo tanto più è capillare - aggiunge Geraci -. L’ idea delle strutture ponte nasce da questo: si tratta di strutture in piccoli numeri che si trovano nel territorio in cui poi le persone saranno accolte. In questo senso la nave quarantena è una sospensione di questo processo, crea inoltre un aggregato ampio che anche in termini di dislocazione può provocare criticità. In una situazione di emergenza sanitaria è meglio pensare in piccoli numeri. Inoltre le strutture ponte a terra entrano in un’ottica di accoglienza e integrazione che non vediamo con questa soluzione alternativa delle navi. Che può tamponare la situazione per ora ma non risolverla”. 

Anche Borderline Sicilia parla di “un sistema di accoglienza non adeguato, che appare sempre più chiuso e soprattutto in piena violazione dei diritti umani”. "Tra i migranti trasferiti nella nave Allegra sappiamo che ci sono molti sudanesi e pure donne e minori - ha sottolineato Judith Gleitze, presidente di Borderline Sicilia e attivista di Borderline Europe -. Pensiamo che oltre ad essere molto costosa, la quarantena dei migranti sulle navi con aria condizionata sia inadeguata e lo è stato già dimostrato da ciò che è successo nelle navi da crociera durante il lockdown. L'accoglienza dovrebbe avvenire a terra in condizioni rispettose e dignitose della legge. Siamo davanti ad un sistema sempre più chiuso che non è improntato ad un aiuto reale ma solo alla violazione costante dei diritti umani".

In termini di costi la nave quarantena è più dispendiosa di un centro per l’isolamento fiduciario. Secondo l’ultimo bando del Viminale per il noleggio di due navi per la sorveglianza sanitaria, alle 35 euro di costo pro capite pro die vanno aggiunti 30mila euro di noleggio giornaliero delle grandi navi. L’appalto complessivo è di oltre 4 milioni di euro per 40 giorni. Molto più di quanto può costare l’affitto di una struttura a terra. Nel luglio scorso Riccardo Magi, deputato di +Europa Radicali aveva presentato un’interpellanza al Governo sottolineando come quella delle navi quarantena fosse “una prassi disumana, illegittima e costosa. Oltre a comportare lo sperpero di ingenti risorse pubbliche non sembra rispettare le norme nazionali e internazionali sulle procedure finalizzate all'identificazione e alla eventuale richiesta di protezione - sottolinea Magi -. Tenere per settimane su una nave chi ha trascorso giorni in mare su imbarcazioni di fortuna ed è scampato a un naufragio è da sadici e l'emergenza sanitaria non lo giustifica". 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)