Lavoratori domestici nell'Italia “protetta”: forte rischio impoverimento

Se badanti e baby sitter continuano a lavorare anche (e ancor di più) in questo periodo, le colf in molti casi sono licenziate, o restano a casa senza retribuzione. Aclicolf: “La mancanza di ammortizzatori sociali espone centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, a rischio impoverimento”

Lavoratori domestici nell'Italia “protetta”: forte rischio impoverimento

ROMA – Baby sitter e badanti sono indispensabili, in questo momento più che mai, con le scuole chiuse e gli anziani che non possono contare sull'aiuto dei familiari. Della colf, invece, molte famiglie preferiscono fare a meno, per esporsi e non esporle al rischio di contagio. Tante vengono licenziate, altre semplicemente restano a casa, ma senza retribuzione né ammortizzatori sociali. Per analizzare l' impatto che le misure di contenimento del virus stanno avendo e potranno avere sui lavoratori domestici, Redattore Sociale ha interpellato Giamaica Pulino, segretaria generale di Aclicolf, e Rita De Blasis, segretaria generale di Federcolf .

Baby sitter e badanti

“In questo periodo di emergenza sanitaria in cui sono limitati spostamenti e contatti – osserva Puntillo - assistenti familiari e collaboratori domestici garantiscono assistenza, compagnia, ma anche prestazioni per la conduzione della casa come pulizie, spesa, preparazione dei pasti a persone che spesso hanno difficoltà a provvedere in autonomia. Stiamo parlando di quasi oltre 800 mila e di una stima di circa 2 milioni complessivi. Considerata la rilevanza del lavoro svolto da queste persone – continua - parrebbe che il governo nel Dpcm 11 marzo 2020 non intenda interrompere queste prestazioni, sia perché le ritiene un servizio fondamentale per molte famiglie e persone spesso sole, sia per centinaia di migliaia di persone che si troverebbero senza lavoro e tutele, se non la naspi”.

Da una parte dunque ci sono "molti lavoratori domestici che continuano a lavorare, con sacrificio e personale rischio per la salute, perché addetti a lavori di cura delle persone, soprattutto anziani e bambini e spesso conviventi con il nucleo familiare datoriale – spiega De Blasis - L'impegno annunciato dal governo, del resto, è proprio quello di agevolare economicamente le famiglie nell'assunzione di una baby sitter o di una badante – osserva - a riprova che questo è sempre un lavoro socialmente utile e, in momenti come il presente, addirittura un servizio essenziale per molte famiglie. Chi è al lavoro, come ovvio, dev'essere regolarmente retribuito”.

Le colf

Diverso è quanto sta accadendo alle colf, addette alle pulizie domestiche. “In qualunque momento queste possono essere licenziate – spiega De Blasis - e perdere dunque, in questo contesto di grave crisi anche economica, il diritto alla retribuzione”. Un problema evidenziato anche da Aclicolf. “Secondo un'indagine presso i nostri responsabili territoriali – riferisce Puntillo - alcuni comuni, come Napoli e Como, stanno licenziando le persone che lavorano a ore, per paura del contagio. Diversamente, in alcuni comuni, come Biella e Perugia, aumentano le assunzioni, perché i lavoratori domestici finora 'in nero' devono ora essere in regola, per essere autorizzati a circolare. Soprattutto le colf, meno indispensabili in questo momento di quanto non lo siano badanti e baby sitter, vanno spesso incontro a licenziamento, soprattutto se hanno un contratto a ore. Si tratta di persone che vivono del proprio lavoro e che, da un giorno all'altro, potranno trovarsi senza retribuzione. Di cosa vivranno? É la domanda che ci poniamo e l'incognita che ci allarma. In assenza di soluzioni, queste persone sono fortemente esposte al rischio d'impoverimento”. Per questo, Aclicolf chiede “di prevedere per questo lavoro a domicilio una dotazione di materiali protettivi (disinfettante e mascherine) e un'adeguata campagna informativa specifica, in collaborazione con le organizzazioni di rappresentanza e con i Patronati”. E chiede anche che “laddove, come già sta avvenendo in molti casi, la famiglia decida di interrompere la collaborazione in questo momento di emergenza, non sia obbligata a procedere al licenziamento, ma possa avvalersi di una sospensione, prevedendo però anche per colf e badanti una forma di integrazione salariale”. E' uno dei tanti problemi che richiedono in questo momento grande attenzione, per evitare che all'emergenza sanitaria si uniscano presto nuove emergenze sociali. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)