Lavoro, Cgil: crollo vertiginoso della massa salariale nel 2020, -3,9%

Rapporto della Fondazione Di Vittorio su "Salari e occupazione in Italia": senza le misure di sostegno il calo sarebbe del 7,2%. Nell'eurozona siamo al -2,4%

Lavoro, Cgil: crollo vertiginoso della massa salariale nel 2020, -3,9%

"La massa salariale nel 2020 cala, ma il crollo è veramente vertiginoso così come ovviamente cala il salario medio annuale". Così Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio, in occasione della presentazione del rapporto presentato con la Cgil in un convegno dal titolo "Salari e occupazione in Italia".

Nell'eurozona, spiega la Fondazione, la massa salariale cala del -2,4%; in Italia del -7,2%. Le misure di sostegno hanno attutito in parte questa dinamica, "in particolare- spiega Fammoni- per un ruolo molto positivo dei sostegni decisi(+17,3 miliardi di euro rispetto al 2019) e sull'occupazione (Eurozona -1,3% e Italia -1,7%) per la funzione positiva del blocco dei licenziamenti e il collegato uso così ampio della cassa integrazione".

Ma, avverte il rapporto, la dinamica, "sia pur corretta da questa importante integrazione salariale dovuta agli ammortizzatori sociali che porta il calo della massa salariale italiana dal -7,2% al -3,9% cambia poco nel confronto con gli altri paesi, poiché tutte le realtà, sia pure in modo diverso, hanno utilizzato strumenti di tutela".

Ad esempio la Germania senza conteggiare le manovre di sostegno cala solo del -0,7% e la Spagna ha comunque impegnato in tutele nel 2020 ben 15 miliardi, una cifra molto simile alla nostra.

Cgil e Fondazione sottolineano che per i salari uno dei problemi principali è l'addensamento nelle basse qualifiche professionali. "Nei due raggruppamenti più bassi della distribuzione dell'occupazione dipendente- spiega Fammoni- l'Italia ha il 34% degli occupati contro il 27,8% dell'eurozona. Nei due più alti, il rapporto si ribalta e quindi l'Italia ha circa il 15,5% di occupati contro quasi il 25% dell'eurozona. Tutto questo è anche uno specchio della qualità del nostro sistema produttivo ed educativo".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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