Mattarella firma il decreto Immigrazione. Il testo contiene nuove modifiche

Modificato l’articolo 15 del dl. Ora il testo arriva in Gazzetta Ufficiale e il Parlamento ha 60 giorni di tempo per convertirlo in legge. Miraglia: “Bene la nuova formulazione ma chiediamo di rivedere anche gli articoli relativi alla cittadinanza e ai servizi per l’accoglienza”

Mattarella firma il decreto Immigrazione. Il testo contiene nuove modifiche

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella serata di ieri ha firmato il decreto Immigrazione, che modifica i decreti sicurezza (convertiti nella legge 132 del 2018). Il testo è ora in Gazzetta Ufficiale, dopo due settimane dal primo via libera, il 5 ottobre scorso. I motivi del ritardo sono legati ad alcune modifiche apportate in extremis, in particolare per quanto riguarda l’articolo 15. Infatti, la nuova formulazione delle disposizioni transitorie (art.15) prevede che l’articolo 1 del decreto si applichi anche ai procedimenti pendenti davanti alle commissioni territoriali, al questore e alle pezioni specializzate dei tribunali, alla data di entrata in vigore del decreto.

Era una modifica che ci era stata annunciata e che accogliamo con favore - spiega Filippo Miraglia di Arci e portavoce del Tavolo Asilo -. Da ora quindi, anche chi aveva già presentato domanda d’asilo o aveva già fatto il colloquio davanti alla commissione può rientrare nelle nuove fattispecie di permesso di soggiorno introdotte dal nuovo decreto legge, a cominciare dalla protezione speciale”.

Ora il Parlamento ha 60 giorni per convertire in legge il nuovo dl. “Vigileremo perché non ci siano modifiche peggiorative ma che, invece, vengano apportati miglioramenti - aggiunge Miraglia - In particolare chiediamo che in tema cittadinanza, visto che il decreto fa passare da 4 a 3 anni gli anni di attesa per le domande di naturalizzazione, si torni almeno alla formulazione iniziale dei 2 anni previsti prima dei decreti Salvini. Inoltre, non ci convince la differenziazione dei servizi in accoglienza tra richiedenti asilo e titolari di protezione. Come Tavolo Asilo chiederemo formalmente una modifica, la differenziazione può esserci solo per un periodo limitato di tempo, all’inizio. Anche perché i servizi che vengono differenziati sono quelli di avviamento al lavoro. Chiediamo poi che la modifica inserita nell’articolo 15 valga anche per i procedimenti pendenti davanti alla pubblica amministrazione e per chi ha concluso l’iter. Ci deve essere la possibilità di tornare indietro e vedere riconosciuti i proprio diritti, per esempio per chi ha un permesso umanitario scaduto che non ha potuto rinnovare quando erano in vigore i precedenti decreti. A queste persone deve essere data la possibilità di  andare di nuovo davanti alla commissione territoriale”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)