Memorandum Italia-Libia. Asgi su bozza del governo: “Sconcertante”

L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione interviene sulla bozza di rinegoziazione del Memorandum Italia-Libia, inviato nei giorni scorsi dal ministero degli Esteri italiano al governo libico. “Chiediamo immediato annullamento del Memorandum del 2017 ed il ritiro della bozza di revisione”

Memorandum Italia-Libia. Asgi su bozza del governo: “Sconcertante”

ROMA - Un testo “sconcertante”. L’Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione  definisce così la bozza di rinegoziazione del Memorandum Italia-Libia, inviato nei giorni scorsi dal ministero degli Esteri italiano al governo libico e di cui Redattore Sociale aveva pubblicato i contenuti.

Il testo originario, firmato il 2 febbraio 2017 da Fayez al Serraj per il governo di Riconciliazione nazionale dello Stato di Libia e da Paolo Gentiloni per il governo Italiano, aveva infatti una validità triennale e un rinnovo tacito alla scadenza, ovvero il 2 febbraio 2020, salvo il parere contrario delle parti. La bozza rinegoziazione circolata nei giorni scorsi, tuttavia, non piace all’Asgi.

Diverse le criticità riscontrate dall’associazione. A partire dalla “comune determinazione a collaborare nel rispetto dei trattati e delle norme internazionali e consuetudinarie di diritto umanitario e di diritti umani inclusi i principi e gli scopi della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo statuto dei rifugiati”, come sottolineato al governo italiano, ma la Convenzione, spiega l’Asgi non è stata mai ratificata dalla Libia.La bozza, inoltre, ribadisce l’impegno dell’Italia a fornire supporto tecnico e tecnologico alla Libia. Quindi, spiega l’Asgi, “si continuerà a fornire motovedette e soldi pubblici alla Guardia costiera libica nonostante ad oggi  risultino chiaramente coinvolti anche ex trafficanti di esseri umani”. Nel testo, spiega la nota dell’Asgi, di sostiene anche che il governo libico dovrà impegnarsi a sostenere le misure adottate dall’Unhcr e dall’Oim nel quadro del piano d’azione per l’assistenza dei migranti in Libia.

“Viene da domandarsi come possa il governo libico adempiere a tali obblighi - spiega l’Asgi -, considerato che la Libia non dichiara di voler recepire nel proprio ordinamento interno la citata Convenzione di Ginevra e altre norme internazionali e le stesse agenzie Unhcr e Oim operano in Libia senza precisi accordi internazionali con il governo di Tripoli”. “Acchiacciante”, invece, la parte della bozza che “tradisce l’effettiva consapevolezza della reale situazione in Libia da parte del governo italiano”, continua l’Asgi. “Si pensi soltanto all’obbligo che il governo libico avrebbe ai sensi dell’art. 2, par. 2, lett. b, ossia il rilascio immediato di donne, bambini e altre persone vulnerabili dai centri di detenzione per migranti”.

Nonostante siano state più volte documentate le drammatiche condizioni di detenzione dei migranti nelle carceri libiche, “in nessuna parte della bozza si parla di evacuazione e di chiusura immediata di tutti i centri di detenzione libici in cui vengono rinchiusi i migranti presenti sul territorio - denuncia l’Asgi -: sulla base della normativa interna libica, così come riscontrato fattualmente dai numerosi report internazionali e dalle inchieste giornalistiche susseguitesi nel corso degli ultimi mesi, i soccorsi via mare della Guardia costiera si concludono tutti con il trattenimento nelle carceri libiche dei migranti salvati”.  Questo trattenimento per legge è senza termine, né risulta che venga garantito un qualche passaggio giurisdizionale a tutela della libertà personale dei detenuti (circostanza questa che, di per sé sola, determina un grave vulnus dei loro diritti fondamentali, pur essendo stati “salvati” dalla Guardia costiera libica)”.

Per l’Asgi, la bozza di revisione e lo stesso Memorandum iniziale, “hanno natura politica e comportano oneri alle finanze pubbliche - spiega l’Asgi -: ciò nonostante, in palese violazione dell’art. 80 della Costituzione, entrambi non sono, ad oggi, mai stati sottoposti a preventiva discussione e autorizzazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano”. Inoltre, l’Asgi sottolinea come l’accordo Italia-Libia del 2017 sia stato anche dichiarato illegittimo dalla sentenza del Gip del Tribunale di Trapani del 23 maggio 2019 “in quanto non è stato mai ratificato a seguito di legge di autorizzazione alla ratifica come esige l’art. 80 Cost. - spiega la nota -, non rispetta la Convenzione Sar sui salvataggi in mare e viola i fondamentali i diritti umani dei profughi in fuga da un Paese che certo non può essere considerato sicuro”.

Qualora un simile accordo fosse firmato si sporgerà denuncia sia alla Corte dei conti - annuncia l’Asgi - perché non registri atti del governo comportanti spese derivanti da accordi stipulati in violazione dell’art. 80 Cost. e non previste nella legge di bilancio, sia alla Procura della Repubblica presso la Corte dei conti per danno erariale contro chiunque darà materialmente ordine di spesa di fondi dello Stato fuori dai casi e dai modi consentiti dalle norme legislative in vigore”.  Al governo italiano, l’Asgi chiede “l’immediata dichiarazione di sospensione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione del 2008 e di tutti i suoi supplementi applicativi e integrativi (comunque denominati), per mutamento fondamentale delle circostanze” e anche “l’immediato annullamento del Memorandum d’intesa con la Libia del 2017 ed il ritiro della bozza di revisione”.

Tra le altre richieste, inoltre, anche “l’immediata interruzione di ogni forma di collaborazione con le Autorità libiche nell’ambito delle operazioni di intercettazione o soccorso di migranti in mare - continua la nota -; l’immediata interruzione di ogni attività a sostegno del sistema di centri di detenzione per migranti in Libia e l’immediata evacuazione di tutti gli stranieri richiedenti protezione fuori dalla Libia in luoghi sicuri preferibilmente europei”. Asgi chiede inoltre di sottoporre qualsiasi accordo internazionale con la Libia “alla preventiva legge di autorizzazione alla ratifica ai sensi dell’art. 80 della Costituzione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)