Migranti, Intersos: il nuovo campo a Lesbo è già allagato

A poco più di un mese dall'incendio del 9 settembre che ha distrutto il campo di Moria e costretto circa 12 mila persone in strada, piogge torrenziali si sono abbattute sull'isola allagando il nuovo campo

Migranti, Intersos: il nuovo campo a Lesbo è già allagato

L'emergenza non si arresta per i migranti bloccati a Lesbo. A poco più di un mese dall'incendio del 9 settembre che ha distrutto il campo di Moria e costretto circa 12 mila persone in strada, piogge torrenziali si sono abbattute sull'isola allagando il nuovo campo costruito dal governo greco con il supporto dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), che al momento ospita circa 7.500 persone. A denunciarlo ieri, in una nota, l'ong Interosos.

Nonostante nel campo siano iniziati da pochi giorni alcuni interventi di manutenzione in vista dell'inverno, non è stato ancora predisposto, dopo più di un mese, un sistema di drenaggio. Il nuovo campo è stato costruito su un terreno roccioso che trattiene l'acqua, favorendo così allagamenti come quelli avvenuti in questi giorni. La situazione attuale nel campo è estremamente critica: molte tende si sono riempite d'acqua, soprattutto quelle posizionate direttamente sul terreno.

La mancanza di canali per il drenaggio ha inoltre causato delle grandi pozze d'acqua che impediscono l'accesso ai servizi igienici già inadeguati. Per far fronte a questa situazione le persone che vivono nel campo si sono attivate direttamente, scavando da soli dei canali per il drenaggio dell'acqua e portando altra ghiaia da posizionare sotto le tende.

Le piogge di questi giorni sono solo le prime della stagione e continueranno ad aggravare le condizioni del campo. Non sono ancora stati predisposti nuovi servizi igienici e le docce mancano del tutto, L'elettricità è garantita solo poche ore al giorno, manca l'illuminazione durante la notte e le tende sono posizionate molto vicine tra loro non garantendo adeguate vie di fuga in caso di emergenza.

Intersos sostiene che è necessario, però, che si riconosca l'inadeguatezza del campo come soluzione a lungo termine e che l'Unione Europea e gli Stati membri agiscano il prima possibile per preparare soluzioni più dignitose per i richiedenti asilo bloccati sull'isola. L'obiettivo, dicono da Intersos, è che questo nuovo campo non diventi una nuova Moria. (DIRE)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)