Migranti: Ocean Viking torna nel Mediterraneo centrale, dopo quasi 6 mesi di blocco

La nave di Sos Mediterranée ha lasciato il porto di Marsiglia per una nuova missione di ricerca e soccorso in mare. “779 morti accertati nel 2020, ma non conosciamo la cifra dei naufragi invisibili. Situazione inaccettabile”

Migranti: Ocean Viking torna nel Mediterraneo centrale, dopo quasi 6 mesi di blocco

Dopo sei mesi di blocco torna in mare la nave Ocean Viking dell’associazione di ricerca e soccorso Sos Mediterranée. L’imbarcazione ha lasciato il porto di Marsiglia, in Francia, diretta verso il Mediterraneo centrale. “Questa prima missione dell’anno giunge dopo mesi di costosi sforzi per liberare la nave da un fermo amministrativo imposto il 22 luglio scorso dalle autorità italiane, sulla base di nuove interpretazioni dei requisiti di sicurezza per le navi di soccorso - spiega l’ong -. Il 2020 è stato un anno devastante nel Mediterraneo centrale: il vuoto di soccorsi è diventato sempre più evidente con 779 morti segnalate e un’alta probabilità che molti altri decessi non siano stati documentati”. Sos Mediterranée è sollevata di poter riprendere le operazioni di salvataggio, pur ribadendo l’assoluta necessità che gli Stati europei reintroducano un sistema di coordinamento delle operazioni di soccorso efficace e a guida degli Stati.   

“Facciamo ritorno nel Mediterraneo centrale per la prima volta da mesi, ma tutti noi ricordiamo che il 2020 è stato un anno orribile per le persone intrappolate in Libia, prigioniere di un ciclo di abusi, e per coloro che tentano di fuggire via mare. Con la pandemia Covid-19 si è di nuovo decisa la chiusura dei porti, continuando a costringere chi fugge a rischiare la vita in mare per cercare la sicurezza. Le navi mercantili che svolgevano il loro compito di salvataggio sono rimaste bloccate in mare per settimane e le autorità responsabili si sono rifiutate di fornire una soluzione per far sbarcare i naufraghi soccorsi. A giugno, la nostra nave, la Ocean Viking, lasciata senza istruzioni per giorni, dovette dichiarare lo stato di emergenza a bordo perché l’incertezza e la mancanza di prospettive avevano spinto i sopravvissuti oltre i limiti della sopportazione”, dichiara Valeria Taurino, direttrice generale dell’ong.   

Sos Mediterranée ricorda che per tutto l’anno scorso si sono ripetuti lunghi ritardi, da parte delle autorità marittime, nel soccorrere le persone in grave pericolo in mare; si sono verificati migliaia di respingimenti di sopravvissuti verso la Libia, in palese violazione del diritto internazionale: più di 11.000 persone sono state forzatamente respinte verso la Libia e i suoi campi di detenzione. Senza contare che le navi delle ong sono state bloccate in modo sistematico, creando di fatto un buco nero letale nel Mediterraneo centrale. Almeno 779 tra donne, uomini e bambini sono morti o scomparsi – contando solo i naufragi di cui siamo a conoscenza - con pochissimi testimoni, mentre non si conosce ancora la vera cifra dei naufragi invisibili. “Questa situazione è inaccettabile e deve finire subito”, aggiunge Valeria Taurino.   

“La nostra nave, la Ocean Viking, sta salpando con una squadra preparata per affrontare il peggio: situazioni di vita e di morte in mare aperto. Inutili ritardi nei soccorsi e prolungati stalli in mare mettono a rischio vite umane. Un ritorno al rispetto del diritto marittimo e un'autentica solidarietà europea con gli Stati costieri è l'unico modo per prevenire altre tragedie”, spiega la direttrice di Sos Mediterranée Italia.   

Dopo la liberazione della Ocean Viking il 21 dicembre scorso, la nave è salpata da Augusta verso Marsiglia, in Francia, per rifornirsi e imbarcare l’equipaggio dopo un periodo di auto-isolamento di dieci giorni. L’ong ha infatti implementato rigidi protocolli di prevenzione anti COVID-19 pre-imbarco per i ventidue membri dei team medico e di soccorso, i nove membri dell’equipaggio della nave e due giornalisti che coprono l'attuale missione a bordo. Tutti sono risultati negativi al COVID-19 più volte. I protocolli di prevenzione e mitigazione del rischio di contagio saranno applicati in ogni momento durante tutta la missione in mare. Nelle ultime settimane, le squadre medica e di soccorso sono state addestrate e la nave equipaggiata per continuare a rispondere alla crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo centrale, nelle condizioni sanitarie più sicure possibili.   Nei prossimi giorni, in viaggio verso il Mediterraneo centrale, i team svolgeranno tutti gli addestramenti e le esercitazioni necessarie per eseguire le operazioni di ricerca e soccorso in modo sicuro e professionale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)