Migranti, Rapporto Idos: cresce il ruolo dell’imprenditoria femminile

Il numero di società gestite o cogestite da donne di origine straniera è "aumentato del 48,1% tra il 2011 e il 2021 e del 2,7% tra il 2020 e il 2021”. In tutto sono 642.638 le imprese "immigrate". Idos: “Sostenerle subito, sono una grande risorsa. Rimuovere gli ostacoli burocratici”

Migranti, Rapporto Idos: cresce il ruolo dell’imprenditoria femminile

Cresce in Italia l'imprenditoria migrante femminile: il numero di società gestite o cogestite da donne di origine straniera è "aumentato del 48,1% tra il 2011 e il 2021 e del 2,7% tra il 2020 e il 2021". E' quanto emerge dal Rapporto immigrazione e imprenditoria 2022, documento curato dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna) che è stato presentato ieri. Stando a quanto evidenzia Idos in un comunicato, questo dato relativo all'imprenditoria migrante femminile "si traduce in un aumento graduale del ruolo attivo delle donne immigrate nei processi migratori e del loro protagonismo economico nei percorsi di integrazione. Le 156.002 imprese condotte da donne di origine straniera - si legge ancora - rappresentano quasi un quarto (24,3%) di tutte le attività indipendenti dei migranti in Italia e circa un nono (11,6%) dell'insieme delle imprese femminili".

"Dietro questi numeri minoritari- prosegue Idos- c'è il fatto che - nonostante i segnali incoraggianti in termini di indipendenza economica delle donne e loro emancipazione - le donne immigrate sono spesso 'contributrici silenziose' di aziende familiari gestite da uomini, fornendo lavoro non retribuito e prendendosi cura della famiglia".

Il rapporto fornisce una panoramica sull'imprenditorialità dei migranti in Italia. Dal documento emerge che questa "continua ad essere un fenomeno vitale, in costante crescita e diversificazione, ma al contempo caratterizzato da una debolezza strutturale dovuta alla maggiore vulnerabilità socio-economica dei soggetti coinvolti". A caratterizzare lo scenario delle imprese gestiate da migranti, la quota maggioritaria di società "di piccole dimensioni economiche e organizzative".

"Con un aumento dell'1,8% rispetto all'anno precedente e del 4,3% rispetto alla fine del 2019 - rende quindi noto Idos, alla fine del 2021 sono registrate presso le Camere di Commercio 642.638 imprese 'immigrate', cioè riferibili ad attività indipendenti in cui il titolare, se si tratta di ditte individuali, o la maggioranza dei soci e degli amministratori, nel caso delle forme societarie, è nato fuori dai confini nazionali".

Al contrario, si legge ancora nella nota, "le imprese gestite da lavoratori nati in Italia sono diminuite rispettivamente dello 0,4% e dello 0,9%. L'incidenza delle attività indipendenti degli immigrati sull'insieme delle imprese del Paese è aumentata, attestandosi al 10,6% del totale alla fine del 2021. I primi dati disponibili per il 2022 - si comunica - mostrano ancora un'ininterrotta tendenza alla crescita, anche se a un ritmo più lento. Il numero di imprese immigrate è aumentato dello 0,8% rispetto all'inizio dell'anno, portando l'incidenza sull'intero tessuto imprenditoriale al 10,7%".

Idos: “Sostenerne l’imprenditoria migrante subito, è una grande risorsa”

"Rimuovere gli ostacoli giuridici, burocratici, operativi e socio-economici che scoraggiano la nascita e la crescita delle imprese straniere in Italia, supportando così la vivace spinta endogena dal basso, invece di cercare una improbabile immigrazione 'selezionata' o 'qualificata' che elevi la quota di imprenditori stranieri intenzionati ad investire in Italia": è uno delle raccomandazioni finali del Rapporto.

Nel documento, riferisce una nota, si evidenzia: "Il potenziale di innovazione presente nelle imprese immigrate, soprattutto quelle guidate da giovani, richiede il sostegno del sistema produttivo italiano, che invece ha un suo punto debole nella competitività sui mercati internazionali".

"Di fronte ai ritardi o alle carenze di chi fa le politiche - afferma l'Idos -, emerge l'opportunità che la società civile unisca le sue forze per dare vita ad un 'Osservatorio indipendente', magari europeo, che attraverso la capacità di promuovere indagini specifiche e sfruttare a pieno le illimitate potenzialità conoscitive offerte dai registri nazionali, si ponga il triplice obiettivo di: elaborare programmi di assistenza su misura; monitorare e valutare le politiche correnti; proporre raccomandazioni politiche ritagliate sui bisogni reali, superando le percezioni e i luoghi comuni".

Emerge in definitiva, si legge nella nota, "l'opportunità di sostenere la strutturazione del sistema delle imprese immigrate per sfruttarne la vocazione transnazionale in grado di aprire l'economia italiana ai Paesi di origine degli imprenditori". Elementi positivi ed evolutivi da cogliere subito, anche alla luce del fatto, sostiene Idos, che "il perdurante inverno demografico e la ripresa dell'emigrazione di giovani qualificati stanno prosciugando il bacino di ricambio autoctono delle leve produttive". (RS-DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)