Migranti, circa 100mila arrivi in Ue per "ammissione umanitaria" in 5 anni: speranza di un’alternativa

A fronte di questo 5%, nello stesso periodo sono entrate irregolarmente in Europa circa 2 milioni di persone, gran parte delle quali in fuga da paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali. Dati e storie raccolti dalla Fondazione Migrantes nel nuovo report sul diritto di asilo, presentato il 3 dicembre

Migranti, circa 100mila arrivi in Ue per "ammissione umanitaria" in 5 anni: speranza di un’alternativa

Negli ultimi cinque anni sono entrate irregolarmente nel territorio dell’Unione Europea circa 2 milioni di persone, gran parte delle quali in fuga da paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali. Il numero di quanti non sono riusciti a completare il viaggio, ma anche la sofferenza di chi ce l’ha fatta, sono enormi. Nello stesso periodo gli arrivi attraverso una forma di “ammissione umanitaria” sono stati circa 100 mila, appena il 5%. Pochi ma comunque significativi, perché rappresentano la speranza di un’alternativa: ciascuno di essi è un atto di eccezione alla regola e riafferma la dignità dell’essere umano”. Lo sottolinea la Fondazione Migrantes che presenta il prossimo 3 dicembre nuovo report Il diritto d’asilo. Report 2020. Costretti a fuggire… ancora respinti (Tau Editrice 2020, pp. 400, euro 20,00), giunto alla quarta edizione, dedicato specificamente al mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate, con una forte centratura sull’Europa e sul nostro Paese, offre alcuni saggi e contributi che affrontano questi argomenti da prospettive inedite e multidisciplinari, oltre ad aggiornamenti statistici mirati.

Il rapporto raccoglie anche storie. Come quella  di una madre e una bambina somale. “Nimco, la madre, è fuggita dalla follia misogina di Al-Shabaab. - si legge - Donna, nubile e membro di un clan minoritario, era un bersaglio ideale per gli integralisti: l’hanno minacciata, ordinandole di trasferirsi a vivere con il padre di sua figlia Ayaan, le hanno ucciso il fratello e sequestrato il padre. Ma lei si è ribellata, a costo di lasciare la bambina ai familiari. Ha accettato umiliazioni in Etiopia, le violenze dei trafficanti in Sudan, i pericoli del mare e una traversata 'irregolare' dall’Egitto, fino a quando in Italia le è stato riconosciuto lo status di rifugiata. Qui ha potuto ricongiungersi con la piccola Ayaan, portata dalla zia e dalla nonna in Etiopia (dove hanno vissuto in condizioni estreme), grazie all’iniziativa di un progetto Siproimi piemontese e all’impegno in prima persona di alcuni volontari italiani ed etiopi: quasi quattro mesi dopo un primo decreto del Tribunale di Roma, il 31 gennaio 2020 la tutrice della bimba ha finalmente ricevuto un visto d’ingresso per l’Italia. Dopo una settimana, finalmente 'nell’ascensore che sta per restituirla alla madre dopo tre anni, Ayaan brilla. Freme come ogni bambina a cui è stata promessa una sorpresa. Un’enorme festa di compleanno, così grande da contenere tutte quelle che non ha avuto prima…'".

L’edizione 2020 è stata realizzata come negli anni scorsi da un’équipe di autori che, oltre ad esserne studiosi, accompagnano da anni, concretamente, richiedenti asilo e rifugiati nei loro percorsi. Il volume si articola in cinque parti: “Con lo sguardo rivolto all’Europa”, “Tra l’Europa e l’Italia”, “Guardando all’Italia”, “Approfondimento: la rotta balcanica” e, novità preziosa, un “Approfondimento teologico”. Le sezioni sono formate da 12 contributi: “Più persone in fuga nel mondo, meno protezione in Europa”, “Sbarchi e porte chiuse”, “Exodus, in ascolto della Libia”, “Amore fuorilegge: madre e figlia che hanno vinto la rivoluzione”, “L’accoglienza alla prova dei decreti sicurezza: una ricerca nelle città e nei territori”, “Richiedenti asilo tra domanda di protezione e regolarizzazione”, “Accoglienza ai tempi del coronavirus”, “Partecipazione e responsabilità durante il Covid”, “Rotta balcanica, un sistema di violenza nel cuore dell’Europa”, “Lo snodo della Bosnia-Erzegovina”, “Il diritto alla protezione: naufragato al confine fra UE e Turchia?” e “Il principio di destinazione universale dei beni per un approccio integrale alle migrazioni”.

Le prime quattro parti del rapporto sono accompagnate da altrettante selezioni di dati statistici sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, nell’UE, in Italia e lungo la rotta balcanica: dai “grandi dati” su arrivi e “sbarchi” alle cifre su fenomeni meno “trasparenti” ma non meno significativi, dalle cifre “positive” sul (poco) che si riesce a fare in termini di asilo e accoglienza a quelle dei drammi vissuti ogni giorno da milioni di persone. A corredo della prima parte, un focus di tabelle, grafici, schede e cartine è dedicato agli sfollati interni, cioè alle persone a cui Papa Francesco ha voluto dedicare il Messaggio per la 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata lo scorso 27 settembre.  Infine, il rapporto è completato da alcune pagine di “Conclusioni” e dagli abstract in italiano e in inglese dei 12 contributi.

“Ancora una volta - sottolinea don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes –, l’augurio è che Il diritto d’asilo. Report 2020 possa aiutarci tutti a costruire un sapere più fondato rispetto a chi è in fuga e arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese. E che possa aiutarci a restare “umani”, a essere concretamente vicini a chi è più in difficoltà, per non dover più dire, come siamo stati obbligati nel sottotitolo del volume, 'Costretti a fuggire… ancora respinti”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)