Minori stranieri in crescita, la “sfida dell’integrazione”

Nuovo report Con i bambini e Fondazione Openpolis. Dal 2012 al 2019 in Italia l’aumento dei minori stranieri è stato quasi del 18%: ecco dove si è registrato l’aumento. “Garantire a tutti le stesse opportunità, a prescindere dalla cittadinanza”

Minori stranieri in crescita, la “sfida dell’integrazione”

Cresce la presenza di bambini e ragazzi stranieri in Italia (da 900 mila circa nel 2012 a oltre un milione nel 2019), “una fetta di popolazione sempre più ampia, che per molti aspetti si trova ancora marginalizzata da disparità che complicano il processo di inclusione”. Accesso alle opportunità educative, sociali e lavorative e diversità linguistiche e culturali, che rendono più difficile sia il percorso scolastico ed educativo, sia la socializzazione con i coetanei: queste alcune delle condizioni di svantaggio che si trovano ad affrontare i ragazzi stranieri e che, secondo il nuovo report dell’Osservatorio sulla povertà educativa, curato da Con i bambini - impresa sociale e Fondazione Openpolis, evidenziano l’importanza di superare la sfida dell’integrazione. “Per garantire a tutti le stesse opportunità, a prescindere dalla loro cittadinanza”.

Un bambino su 5 nel 2019 è nato da madre straniera. Negli ultimi sette anni, sottolineano gli osservatori, i residenti 0-17 sono diminuiti del 3,19%, “una riduzione significativa di una fascia di popolazione essenziale per la vitalità di un paese”. Di segno opposto la variazione del numero di bambini e ragazzi stranieri, che segnano un ampio aumento. “Questo dipende fortemente dal contributo alla natalità da parte delle donne immigrate in Italia. - si legge nel report - Il nostro paese e la nostra società stanno diventando dunque sempre più multiculturali. Una tendenza che va colta come opportunità di scambio e di confronto e favorita attraverso processi di integrazione che valorizzino le diversità e ne favoriscano l’inclusione”.

Il report individua le aree del paese che negli ultimi anni hanno registrato un forte aumento dei minori di cittadinanza straniera, dato utile per “elaborare politiche e misure per l’inclusione, che si adattino alle specificità dei territori”.

Nel 2019 i residenti 0-17 di cittadinanza non italiana rappresentano oltre il 10% della popolazione minorile in tutte le regioni del centro e del nord del paese. Al sud le percentuali sono più basse, anche al di sotto del 5% in alcuni territori. Nel corso del tempo, la quota è aumentata di più in alcune regioni rispetto ad altre: dal Lazio, dove la percentuale è passata da 8,8% nel 2012 a 13% nel 2019 (+4,2 punti percentuali), a Liguria (+3,2), Toscana (+2,6) e Calabria (+2,5). Considerando invece l’andamento negli anni del numero di bambini e ragazzi stranieri, senza rapportarli al totale della popolazione minorile, la crescita maggiore si registra nel mezzogiorno. Questo anche perché “si tratta di territori dove i minori di cittadinanza non italiana erano molto meno che nel resto del paese”, spiegano gli osservatori.

I minori stranieri sono più che raddoppiati nelle grandi regioni del Sud. Campania, Calabria, Puglia e Sicilia presentano livelli di crescita oltre il 50% dal 2012 al 2019. Percentuali alte anche negli altri territori del sud, mentre nel centro e nel nord si registrano crescite più limitate, fatta eccezione per il Lazio (+53,3%). Veneto, Umbria, Marche e Valle d'Aosta sono le uniche regioni dove i residenti 0-17 di cittadinanza non italiana sono diminuiti nel corso degli ultimi sette anni. E’ Napoli a registrare l'aumento più ampio (+82,96%), seguita dalle province di Matera (+79,95%) Siracusa (+77,86%) e Salerno (+76,81%). I territori dove la variazione è negativa sono invece nel centro e nel nord del paese: tra questi, tutte le province delle Marche e la provincia di Vicenza, con il calo più ampio (-22,70%). “È interessante notare che, osservando la variazione della popolazione minorile complessiva, la situazione è opposta. Sono proprio le regioni e le province del sud a registrare le riduzioni più significative di tutti i residenti tra 0 e 17 anni”.

I minori stranieri aumentano di più nei poli e nei comuni periferici. Nel caso di bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana si registra una crescita in tutte le categorie e in particolare nei poli, i territori più centrali. “Possiamo pensare che questo sia dovuto alle maggiori opportunità lavorative, educative e di accessibilità ai servizi che offrono questi comuni”, spiega il report che si concentra su due casi specifici, la città metropolitana di Napoli, (+82,96%) e la provincia di Vicenza (-22,70%). Province, appunto, con la crescita e il calo più ampi del numero di minori di cittadinanza straniera Nella città metropolitana di Napoli, i bambini e ragazzi di cittadinanza straniera sono diminuiti solo in pochi territori sparsi. Nel resto dell'area si registrano ampi aumenti, indipendentemente dalle caratteristiche dei comuni: che siano periferici o centrali, che abbiano tanti o pochi abitanti. Tutti e tre i poli di provincia comunque, presentano percentuali di variazione elevate: il capoluogo Napoli (+79,56%) e i comuni di Nola (+78,99%) e Pozzuoli (+42,68%). Al contrario a Vicenza i minori stranieri sono diminuiti anche nel capoluogo. In provincia di i residenti tra 0-17 anni di cittadinanza non italiana sono aumentati solo in 7 comuni su 117 (6%). Tutti territori con meno di 8.000 abitanti. Tra le aree dove si registrano invece riduzioni, sono compresi i comuni polo di Vicenza (-3,84%) e Bassano del Grappa (-19,71%). Da notare che in diversi territori, la popolazione minorile straniera si è più che dimezzata.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)