Morto uno dei due anziani colpiti da Coronavirus a Vo' Euganeo. Erano stati ricoverati a Monselice

Dopo i casi riscontrati in Lombardia, vengono confermati oggi i primi due casi di Coronavirus in Veneto. Colpiti due anziani residenti a Vo' Euganeo e ricoverati nell'ospedale di Schiavonia. Sono stati trasferiti a Padova, dove il più anziano, di 77 anni, è morto, la prima vittima da Coronavirus in Italia. A Vo' Euganeo saranno chiuse scuole, negozi, bar e locali pubblici.

Morto uno dei due anziani colpiti da Coronavirus a Vo' Euganeo. Erano stati ricoverati a Monselice

I due anziani, uno dei quali "in gravi condizioni", sono stati ricoverati due settimane fa all'ospedale di Schiavonia.

Il primo test è risultato positivo, si attende la conferma definitiva per un secondo test. Si ipotizza la necessità di una struttura dedicata ad eventuali ulteriori contagiati che dovessero verificarsi in Veneto.

Gli anziani, un uomo di 78 anni e una donna di 67 anni, che non sono stati in Cina, abitano a Vo' Euganeo e sono stati trasferiti all'ospedale di Padova. Inizialmente erano stati trattati per infezione polmonare, e "hanno avuto contatti in loco". Il 77enne è morto nella tarda serata, diventando la prima vittima di Coronavirus in Italia.

A Vo' Euganeo saranno chiuse scuole, negozi, bar e locali pubblici.

L'appello del sindaco di Vo' Giuliano Martini

Il sindaco di Vo' Euganeo Giuliano Martini invita i cittadini a restare a casa nel fine settimana e di contattare il numero verde preposto in caso di febbre.

«Due persone dello stesso paese hanno avuto un peggioramento. È in ospedale che hanno intuito il legame tra le due persone e hanno fatto scattare l’allarme – racconta Martini – il test ha riportato la positività al virus. Le due persone si conoscono, il paese è piccolo, è molto facile che si siano incontrate o che siano venute a contatto con la persona che li ha contagiati anche in momenti diversi. È stata l’Ulss a fare l’ipotesi che siano stati contagiati frequentando il bar. Giocando a carte tra amici, faccia a faccia, è probabile contagiarsi».

Il cappellano dell'ospedale di Schiavonia: "Abbiamo portato la comunione anche in quel reparto. Ora interromperemo le visite fino a nuovo ordine"

«Anche ieri abbiamo portato la comunione nel reparto dove erano ricoverati i due malati – racconta alla Difesa del Popolo don Marco Galante, cappellano dell’ospedale di Schiavonia, a Monselice – oggi hanno evacuato il reparto e non si può più entrare».

«Per precauzione – aggiunge don Galante – interromperemo le visite ai malati e attenderemo le indicazioni da parte della direzione medico-sanitaria. Incontriamo tanti ammalati e non vorremmo in alcun modo essere veicolo di infezioni». Don Marco Galante invita tutti ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni delle autorità sanitarie: «Massima vicinanza ma anche massima precauzione e prudenza».

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