Naufragio al largo della Libia, Oim e Unhcr: "Riattivare le operazioni di soccorso"

Quello avvenuto ieri è il "primo naufragio registrato lungo la rotta del Mediterraneo centrale nel 2021": si stima che abbiano perso la vita 43 persone. "Il numero reale di persone morte nel Mediterraneo centrale nel 2020 più alto di quanto si pensi"

Naufragio al largo della Libia, Oim e Unhcr: "Riattivare le operazioni di soccorso"

 L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono "profondamente addolorate per il tragico naufragio avvenuto ieri (19 gennaio) al largo delle coste libiche".
"Si tratta - spiegano in una nota congiunta - del primo naufragio registrato lungo la rotta del Mediterraneo centrale nel 2021 e si stima che le vittime di questa tragedia siano almeno 43. Secondo lo staff dell’Oim e dell’International Rescue Cmmittee (IRC), partner di Unhcr, 10 sopravvissuti sono stati portati a Zwara dalla 'Libyan Coastal Security'. L’imbarcazione, salpata nelle prime ore di martedì dalla città di Zawiya, ha avuto un problema al motore poche ore dopo la partenza e si è rovesciata a causa del maltempo. I sopravvissuti, principalmente cittadini di Costa d’Avorio, Nigeria, Ghana e Gambia, hanno riferito che i compagni di viaggio annegati o dispersi erano tutti uomini provenienti da Paesi dell’Africa occidentale". Nel corso della loro permanenza nel porto di Zwara, si precisa, i sopravvissuti al naufragio hanno ricevuto assistenza da parte del personale dell’OIM e dell’International Rescue Committee che hanno fornito loro cibo, acqua e cure mediche.

"Lo scorso anno sono state centinaia le persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale, che resta la rotta migratoria più pericolosa del mondo. - prosegue la nota - L’Oim e l’Unhcr temono che, a causa della limitata capacità di monitorare queste rotte, il numero reale di persone morte nel Mediterraneo centrale nel 2020 potrebbe essere più alto di quanto si pensi".
Questa  nuova tragedia, secondo le organizzazioni, evidenzia ancora una volta come sia "necessario che gli Stati riattivino operazioni di ricerca e salvataggio, una lacuna che le Ong e le navi commerciali stanno cercando di colmare nonostante le loro limitate risorse". L’Oim e l’Unhcr chiedono che la "situazione nel Mediterraneo venga urgentemente affrontata con un approccio diverso. Ciò vuol dire che è necessario smettere di riportare le persone in porti non sicuri e istituire un meccanismo di sbarco sicuro che possa essere seguito da una dimostrazione tangibile di solidarietà da parte degli Stati europei con i paesi che registrano un numero elevato di arrivi".

Inoltre "la situazione dei migranti e dei rifugiati in Libia rimane estremamente precaria": continuano gli arresti arbitrari e le detenzioni arbitrarie in condizioni drammatiche; molti rifugiati e migranti sono sfruttati da trafficanti, tenuti in ostaggio e diventano vittime di abusi e torture.

Le due agenzie riconoscono gli sforzi compiuti dalle autorità libiche nella lotta al traffico di esseri umani e chiedono maggiori sforzi nel perseguire penalmente e incriminare i gruppi criminali responsabili degli abusi dei diritti umani di cui sono vittime migliaia di migranti e rifugiati nel Paese. Temono che, "qualora l’inazione e l’impunità dovessero prevalere, un numero ancora più elevato di persone potrebbe perdere tragicamente la vita".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)