Nepal e Kenya unite da tre grandi “calamità”: tratta, prostituzione e coronavirus

Il traffico di esseri umani comincia in Nepal, India e Pakistan, per terminare nelle discoteche kenyane e nei luoghi di intrattenimento. E nella fascia d'età tra i 13 e i 19 anni si trova oltre un milione di vittime della tratta di esseri umani

Nepal e Kenya unite da tre grandi “calamità”: tratta, prostituzione e coronavirus

A unire Nepal e Kenya ci sono tre grandi “calamità”: la tratta degli esseri umani, la prostituzione e il coronavirus. Le vittime di tratta, stando ai dati del National Human Rights Commission (Nhcr) del paese asiatico, sono circa 1,5 milioni, di cui ben 1,2 milioni di età compresa tra i 13 e i 19 anni. “Inoltre, 200.000 persone considerate vulnerabili sono impiegate in lavori ambigui, mentre 100.000 sono i bambini vittime dello sfruttamento minorile”, dice Mohna Ansari del Nhrc. “Le ragazze nepalesi vengono trafficate in Kenya e in Tanzania, in vari paesi del Golfo, in Malesia, alle Maldive e nello Sri Lanka - dice Nawaraj Dhakal, ex assistente ispettore generale della polizia del Nepal - per lavorare sostanzialmente nel settore dell'intrattenimento”.

La testimonianza. Il racconto di Sheela raccolto da Al Jazeera consente di ricostruire il traffico di esseri umani che comincia in Nepal, India e Pakistan, per terminare nelle discoteche kenyane. La giovane nepalese, 23 anni, aveva ricevuto un’offerta impossibile da rifiutare: 600 dollari al mese, e tutte le spese coperte, per andare a ballare in un locale in Kenya; una cifra sette volte più alta di quanto stesse guadagnando lavorando come estetista nel suo paese. Ma una volta a Mombasa le è stato tolto il documento d’identità ed è stata costretta ad esibirsi in un locale notturno tra molestie e violenze.

Nei locali in stile Bollywood, secondo investigatori e attivisti, si trovano danzatrici costrette a prostituirsi. Donne che, oltretutto, vedono ridursi i guadagni a causa delle trattenute imposte dai proprietari dei locali. Secondo un funzionario della direzione indagini criminali del Kenya, “vengono offerti posti di lavoro come ballerine nel settore culturale e le ragazze ricevono un mese di stipendio in anticipo. Ma quando arrivano i loro movimenti sono limitati, devono fare danze erotiche e sessualmente esplicite e spesso devono fare sesso con i clienti”.

In schiavitù. Nel paese africano, stando al Global Slavery Index, sono più di 328 mila gli schiavi moderni. E le vittime sono perlopiù bambini, intrappolati normalmente in località turistiche balneari. Qui vengono obbligati a prostituirsi, chiedere la carità o lavorare come servi nelle ville dei ricchi. Una situazione, peraltro, che è precipitata durante il coronavirus.

L’articolo integrale di Daniele Bellocchio,Tratta delle donne: quella drammatica linea rossa che unisce Kenya e Nepal, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)