Nuovi permessi di soggiorno in Polonia, Germania e Spagna

I dati Eurostat: nel 2020 calo del 24%. Sui 2,2 milioni rilasciati, la Polonia ne ha concessi quasi 600 mila; seguono Germania e Spagna. Il gruppo di beneficiari più numeroso è costituito dagli ucraini (oltre 601 mila permessi)

Nuovi permessi di soggiorno in Polonia, Germania e Spagna

Nel 2020 sono stati rilasciati nell'Ue circa 2,2 milioni di primi permessi di soggiorno a cittadini non comunitari. Il numero è diminuito del 24% rispetto al 2019 ed è stato il primo calo registrato nella tendenza al rialzo osservato tra il 2013 e il 2020. Le informazioni provengono dai dati sui primi permessi di soggiorno pubblicati da Eurostat.

Nel 2020 la Polonia ha rilasciato 598 mila dei 2,2 milioni di primi permessi di soggiorno concessi nell'Ue a cittadini non comunitari (il 26%) ed è stata seguita dalla Germania con 313 mila (il 14%) e dalla Spagna con 312 mila (il 14%). 
Il gruppo di cittadinanza più numeroso tra tutti i beneficiari è costituito dagli ucraini, con 601.200 primi permessi di soggiorno nei paesi dell'Ue, di cui la Polonia ne ha rilasciati 488.900 (81%). A loro seguono i cittadini del Marocco con 123.400 permessi di cui il 56% rilasciati in Spagna e dell'India con 79.270, di cui il 14% rilasciati in Germania. I cittadini di questi paesi hanno rappresentato un terzo (il 36%) di tutti i primi permessi di soggiorno rilasciati nel 2020.

Il calo dei permessi di soggiorno è dovuto principalmente alla pandemia di Covid-19 e alle relative restrizioni di viaggio. Nel 2020 i permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio sono calati del 38% rispetto al 2019 e quelli per motivi di lavoro del 25% con 294mila permessi in meno. I motivi legati al lavoro sono stati i principali motivi per cui le persone hanno ottenuto un permesso di soggiorno nell'Ue nel 2020, rappresentando il 40% di tutti i primi permessi di soggiorno rilasciati. I motivi famigliari rappresentano il 28%, i motivi di istruzione l'11%, mentre gli altri motivi, compresa la protezione internazionale, il 21%.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)