Nuovo naufragio nel Mediterraneo, "900 morti in mare nel 2019"

L'Unhcr chiede un intervento urgente per salvare vite: "Tornino le navi di ricerca e soccorso degli Stati Membri dell'Ue". C'è l'impegno a collaborare con le autorità libiche alla creazione di alternative alla reclusione

Nuovo naufragio nel Mediterraneo, "900 morti in mare nel 2019"

ROMA - L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati torna a rinnovare la richiesta urgente di intervento per salvare vite umane, dopo un nuovo  naufragio nel Mar Mediterraneo in cui si stima che almeno 40 persone abbiano perso la vita. "Circa 60 sopravvissuti sono stati soccorsi e portati a terra nella città costiera di Al-Khoms, a circa 100 chilometri a est di Tripoli. Le operazioni di salvataggio, condotte dalla Guardia costiera libica e da pescatori locali, sono in corso da questa mattina", si legge in una nota. I team dell'Unhcr stanno fornendo ai sopravvissuti assistenza medica ed umanitaria. "Non dobbiamo semplicemente accettare queste tragedie come inevitabili", ha affermato Vincent Cochetel, Inviato Speciale dell'Agenzia per il Mediterraneo Centrale. "La compassione deve ora tradursi in azioni che impediscano la perdita di vite in mare e la perdita della speranza che è ciò che più di ogni altra cosa motiva le persone a rischiare la vita".Unhcr ricorda che quest'ultimo incidente segue di poche settimane un naufragio in cui erano state stimate circa 150 vittime, rendendola la peggior sciagura nel Mediterraneo di quest'anno. "Con la tragedia di oggi, si stima che circa 900 persone abbiano perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nel 2019", sottolinea Unhcr che chiede nuovi sforzi per "limitare la perdita di vite in mare", tra cui il ritorno delle navi di ricerca e soccorso degli Stati Membri dell'Ue. Le "restrizioni legali e logistiche alle operazioni di ricerca e soccorso delle Ong, sia in mare che per via aerea, devono essere eliminate. Gli Stati costieri dovrebbero facilitare, non ostacolare, gli sforzi volontari per le morti in mare". Per l'Agenzia queste misure dovrebbero andare di pari passo con l'aumento delle quote di evacuazione e di reinsediamento per portare in salvo i rifugiati intrappolati in Libia. Questo incidente avviene nello stesso giorno in cui il vice Alto Commissario dell'nhcr per i Rifugiati, Kelly Clements, ha visitato la Libia per valutare le crescenti esigenze umanitarie del paese. Clements ha chiesto un maggiore supporto alle persone colpite dalla violenza in atto, fra i quali rifugiati e migranti, e ha ribadito la richiesta dell'Unhcr di porre fine alla detenzione arbitraria di persone soccorse in mare e riportate in Libia. Clements ha promesso l'impegno dell'Unhcr di collaborare con le autorità libiche alla creazione di alternative alla reclusione per oltre 4.800 rifugiati e migranti attualmente prigionieri all'interno dei centri di detenzione.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)