Oggi riaprono le classi in 7 regioni. Ma è allarme: “La scuola sta scomparendo sotto i nostri occhi”

Secondo Tuttoscuola, in 10 anni persa l’intera popolazione scolastica della Campania. Il numero degli insegnanti statali invece aumenta di poco. Crollo nelle scuole paritarie. La scuola dell’infanzia ha perso nel decennio quasi mezzo milione di iscritti (-27,5%); solo alle superiori si è registrato un lieve aumento: +119 mila iscritti (+4,4%)

Oggi riaprono le classi in 7 regioni. Ma è allarme: “La scuola sta scomparendo sotto i nostri occhi”

Tempo di rientrare in classe.  Come al solito i primi a tornare in classe sono stati gli studenti dell’Alto Adige, per i quali la campanella di inizio lezioni è suonata il 5 settembre. Oggi (12 settembre), invece, si riaprono le classi in Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Veneto e Lombardia. Il 13 settembre toccherà alla Campania. Il 14 settembre a Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. A seguire (15 settembre) gli studenti di Lazio, Emilia Romagna e Toscana. Ultimi a rientrare in classe quelli di Sicilia e Valle d’Aosta, il 19 settembre.Ma che scuola troveranno i ragazzi? “Come i ghiacciai che si sciolgono sulle Alpi e sulle Dolomiti, come il Po che si restringe e perde affluenti, come il lago di Bracciano che allo stesso modo di tanti altri bacini idrici si abbassa di livello, così anche le aule delle nostre scuole si vanno inesorabilmente svuotando, a un ritmo che va molto oltre la percezione comune”. E’ Tuttoscuola ad adottare questi paragoni, per dire senza troppi giri di parole che “la scuola italiana sta scomparendo sotto i nostri occhi!”. Gli studenti che entrano in classe in questi giorni – poco più di 8 milioni secondo la proiezione di Tuttoscuola (8.016.288), tra scuola statale e paritaria – sono molti meno del passato. “La progressione fa paura – afferma -: in un anno abbiamo perso l’equivalente della popolazione scolastica delle province di Firenze e Grosseto (-147 mila alunni), in due anni più di quelle di Bari e Brindisi (-286 mila), in tre anni quasi quella delle intere Calabria e Abruzzo (-417 mila), in cinque anni abbiamo perso la popolazione scolastica delle affollatissime province di Napoli e Caserta (-594 mila alunni) e in dieci anni addirittura quella dell’intera Campania, la seconda Regione italiana dopo la Lombardia per abitanti e numero di studenti. In dieci anni si è ‘disciolto’ il 10 per cento degli alunni (da 8,9 a 8 milioni), e quindi dei banchi, degli zaini, e così via. Impressionante”. A farne le spese è soprattutto la scuola paritaria, che ha perso 3 studenti su 10, con la conseguente chiusura di moltissime scuole, ma anche la scuola statale, che ha perso complessivamente il 7% degli alunni (-558 mila).I posti di insegnante nella scuola statale – secondo i calcoli di Tuttoscuola – non sono però diminuiti, anzi sono leggermente aumentati: +0,6%. Erano infatti complessivamente 624.874 nel 2012-13, mentre sono saliti a 628.841 nel 2021-22.Di conseguenza è anche diminuito il rapporto alunni/docenti complessivo nella statale: da 12,6 a 11,8 alunni per docente. 

147 mila banchi vuoti al primo suono di campanella

 “L’inverno demografico incide sempre più sui livelli della situazione scolastica con un aumento preoccupante dei banchi vuoti soprattutto nelle scuole dell’infanzia e del primo ciclo, sia per il settore statale che in quello paritario”, evidenzia Tuttoscuola.L’anno scorso nelle scuole statali era stato registrato un decremento complessivo di quasi centomila alunni (esattamente 99.654), e di 39 mila nelle scuole paritarie, portando la popolazione scolastica complessiva a circa 8 milioni e 164 mila unità.Quest’anno si stima – in base alla proiezione di Tuttoscuola – una ulteriore diminuzione del numero di alunni, pari a circa 105 mila unità complessive nelle scuole statali e di altre 42.200 nelle scuole paritarie per un totale di oltre 147 mila unità (-1,8%), portando il numero complessivo della popolazione scolastica per il 2022-23 a poco più di 8 milioni di alunni (stima di 8.016.200), un livello lontano quasi anni luce dalla situazione di dieci anni fa, quando nelle scuole statali e paritarie frequentavano le lezioni quasi 8 milioni e 800 mila alunni. Mai si era registrata una flessione nel numero di alunni da un anno all’altro vicina al -2%. “Per il prossimo anno è prevedibile che il numero complessivo degli alunni frequentanti scuole statali e paritarie scenda per la prima volta da decenni sotto gli 8 milioni. Questo consistente abbassamento dei livelli di popolazione scolastica, che certamente continuerà per molti anni ancora a causa del calo delle nascite, determina conseguenze negative soprattutto nel sistema paritario che continuerà a registrare minori entrate per le rette in rapporto al numero degli iscritti a fronte della conferma degli oneri di gestione. Ma inciderà sull’organizzazione dell’intero sistema scolastico con prospettive di cambiamenti strutturali per il momento imponderabili – si sottolinea -. Nella campagna elettorale in corso nessun partito ha rilevato in maniera evidente l’enorme problema (che potrebbe essere in parte trasformato in opportunità) né, di conseguenza, ha avanzato proposte per affrontarlo e ipotizzare soluzioni riformatrici. Ma sarà una situazione che non potrà lasciare indifferente il prossimo Governo, che, per effetto delle crisi in atto, potrebbe adottare misure di rigore con chiusura di classi e riduzione degli organici del personale. A meno che non si ragioni su una riconfigurazione complessiva del servizio scolastico, che metta al centro un a maggiore personalizzazione degli apprendimenti, un profilo professionale più diversificato e meglio valorizzato. Quale miglior occasione per discuterne sarebbe stata la campagna elettorale?”. 

In dieci anni 860 mila alunni in meno, pari all’intera popolazione dell’Umbria

 In questo anno scolastico, appena iniziato, sono previsti in tutte le scuole (escluse quelle della Val d’Aosta e del Trentino-Alto Adige) 8.016.288 alunni, di cui 7.300.014 iscritti in scuole statali e 716.274 nelle scuole paritarie.Dieci anni fa gli alunni erano complessivamente 8.874.599, di cui 7.858.077 nelle statali e 1.016.522 nelle paritarie. Evidente la flessione soprattutto nel settore paritario.Più esattamente, il decremento complessivo è stato di 858.311 alunni, pari al 9,7%, di cui 558.063 nelle statali (-7,1%) e 300.348 nelle paritarie (-29,5%). Per rendere più evidente e visibile, anno dopo anno, il decremento dei livelli di popolazione scolastica intervenuti nell’arco del decennio, Tuttoscuola ha correlato la diminuzione degli alunni alla consistenza della popolazione di taluni territori:“Rispetto all’anno precedente, la diminuzione registrata per il 2022-23 è stata di 147.200 alunni corrispondente a tutti gli alunni delle scuole statali delle province di Firenze (121.775) e Grosseto (26.332). Provate a immaginare la scomparsa totale delle scuole delle due province toscane, in un solo anno!”.Rispetto al biennio precedente la diminuzione di 285.955 alunni corrisponde grosso modo agli alunni delle province di Bari (224.995) e Brindisi (51.862) oppure a quasi tutta la popolazione, da 0 a 100 e oltre anni di età del Molise (290.796). “Un’intera regione italiana cancellata dallo tsunami del decremento demografico”, commenta Tuttoscuola. Rispetto al triennio precedente la diminuzione di 417.646 alunni corrisponde all’insieme degli alunni delle scuole statali di Treviso (107.198), Venezia (95.325), Verona (107.563) e Vicenza (109.161), cioè più della metà delle scuole venete svuotate. Oppure l’intera popolazione (da zero a 10 anni di età) della provincia di Trapani (415.233), inghiottita, scomparsa.Rispetto al quadriennio precedente la diminuzione di 507.510 alunni corrisponde a quasi l’intera popolazione scolastica statale del Piemonte (513.130) oppure a quasi tutta la popolazione della provincia, da zero a 100 anni di età della provincia di Udine (517.848).Rispetto al quinquennio precedente la diminuzione di 594.321 alunni corrisponde a quasi l’intera popolazione scolastica statale di Napoli (459.960) e Caserta (135.887) oppure a quasi tutta la popolazione della provincia di Messina (599.990).Infine, rispetto a dieci anni, il decremento di 858.311 alunni corrisponde all’intera popolazione scolastica attuale delle scuole statali della Campania: 835.041 insieme a quella della provincia di Trieste: 23.340. O, se si preferisce, alla popolazione totale dell’Umbria (859.572), come se i suoi abitanti, in età compresa tra zero e 100 anni, fossero tutti emigrati altrove.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)