Otto secoli dopo, il Bo’ accarezza la “rivoluzione rosa” (la prima magnifica rettora?). Ma continua a fare i conti con la sua storia recente

Aree, cantieri e appalti. Se nel progetto di Nuovo Ospedale a Padova Est il ruolo dell’Università non è “decisionale”, tuttavia le Grandi Opere non mancano mai da decenni.

Otto secoli dopo, il Bo’ accarezza la “rivoluzione rosa” (la prima magnifica rettora?). Ma continua a fare i conti con la sua storia recente

L’identikit

Una vera “industria”: oltre 800 milioni di euro previsti nell’esercizio 2021. Senza considerare l’indotto, l’Università assicura lavoro a 9.467 persone (dati consolidati anno accademico 2018-2019) a beneficio di 58.625 studenti, di cui
14.970 fuori corso. I corsi di studio erano 179 con 547 ordinari, 1007 associati, 298 ricercatori confermati e 866 docenti a contratto. Fra gli oltre 4 mila dipendenti dell’Ateneo, 2.347 sono tecnici-amministrativi. E non vanno dimenticati 4.800 fra assegnisti, dottorandi, esperti fra cui spiccano 1.611 medici specializzandi. Il Bo’ gestisce 21.616 locali di varia natura per complessivi 775.100 metri quadri.

Debiti e patrimonio

Nel verbale del 20 luglio scorso, i revisori dei conti (Francesco D’Amaro, Mario Piccardi, Stefano Mangogna, Massimo Caramante e Giustino Lo Conte) certificano i debiti che pesano nel bilancio pre-Covid dell’Università: 114 milioni 50 mila 812 euro con un aumento di 1,3 milioni nell’arco di un anno.
In particolare, diminuiscono i mutui con le banche (5,1 milioni) e i debiti con Roma (1,4 milioni). Ma la manovra finanziaria viene scaricata alle voci che riguardano fornitori (più 2,8 milioni), amministrazioni locali (2,9 milioni) e “altri
debiti” (3,3 milioni). Comunque, il patrimonio netto del Bo’ si consolida a quota 394,5 milioni.

Grandi Opere

Prima il polo Agripolis a Legnaro e Psicologia al Portello, poi il nuovo Orto Botanico e il Polo umanistico all’ex Geriatrico solo per citare i lavori eseguiti dall’impresa Carron.
All’orizzonte altri due interventi destinati a incidere non poco sulla città. Nell’ex caserma Piave (zona nevralgica per il traffico) è previsto un vero e proprio campus: le “attività preliminari” costeranno 3 milioni, mentre per la realizzazione a carico del Bo’ sono contabilizzati 5,250 milioni quest’anno, più 8,250 l’anno prossimo e 48,5 in futuro.
Da sei anni, poi, l’ex casa dello studente Fusinato in via Marzolo è tornata patrimonio dell’Ateneo che ha ottenuto dal Miur 11,5 milioni per destinare l’edificio alla Scuola Galileiana.

Le terapie incompiute

Il “rettore medico” è a fine mandato. Con qualche cocente delusione. Trento ha appena aperto la sua Scuola di Medicina in tandem con l’Università di Verona, lasciando il Bo’ alla finestra.
In compenso il governatore Luca Zaia a fine ottobre ha incassato la pergamena celebrativa dell’inaugurazione di Medicina a Treviso (60 studenti iscritti). E Ca’ Foncello potrà continuare a “clinicizzare” reparti a dispetto di via
Giustiniani e del Sant’Antonio...
E’ andata male anche l’operazione “incubatore d’eccellenza”. Il premier Matteo Renzi il 15 dicembre 2015 aveva dialogato Petra Ritter, punta di diamante della neuroscienza computazionale. Un acquisto sbandierato in pompa magna dal Bo’. Peccato che lei (con il suo super-assegno di ricerca) sia rimasta alla Charité di Berlino...

Nuovi corsi di studio

Il prossimo anno accademico prevede il debutto di undici nuovi ordinamenti. Quattro a Scienze Umane: Italian Medieval Studies, Pedagogia, Pluralismo culturale e Turismo, Cultura, Sostenibilità. Due ciascuno per Ingegneria (Water e Geological Risk più Tecniche e gestione dell’edilizia e del territorio) e Agraria (Food and Health più Tecnica e
gestione delle produzioni biologiche vegetali). Gli altri riguardano Giurisprudenza (Giurista del Terzo settore), Scienze
(economia circolare, in inglese) e Psicologia (Clinical, Sociale Intercultural Psycology).

Il vertice della “macchina”

Si tratta del contratto di direttore generale. Alberto Scuttari, classe 1965, sposato con tre figli, ricopre la carica dal 9 gennaio 2017. E’ il ruolo-chiave della macchina amministrativa dell’Ateneo, che a volte può innescare
“scintille” con la gestione accademica. Scuttari vanta una carriera da manager universitario: comincia nel 1999
all’Esu di Padova, poi nel 2015 passa al vertice di Ca’ Foscari e finalmente approda al Bo’ con il rettore Rosario Rizzuto.

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Fonte: Comunicato stampa