Piano estate “rimandato a settembre”? Il ministero: “Le scuole sono aperte”
Redattore Sociale ha contattato un centinaio di scuole per avere informazioni sulle attività previste per i mesi estivi: solo poche hanno risposto che fin da subito metteranno in campo le risorse. Molte rinviano a settembre. Ma il ministero assicura: "Ci risulta che la risposta sia positiva. A dicembre avremo i dati”
“La scuola d'estate si sta realizzando”: lo afferma con sicurezza e soddisfazione Stefano Versari, che presso il ministero dell'Istruzione è alla guida del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione. Circa un mese fa ci aveva assicurato che, nonostante i tempi stretti e le difficoltà logistiche, la risposta delle scuole sarebbe stata positiva: “È un grande impegno, non c’è dubbio, ma sono sicuro che sarà affrontato con il senso di responsabilità che contraddistingue chi si occupa dell’educazione dei più giovani”. Oggi, le sue previsioni si sono avverate? O il suono dell'ultima campanella ha decretato la chiusura dei cancelli? Dal ministero assicurano che la risposta è positiva.
Le scuole fanno “scena muta” (o quasi)
Intanto, però, le scuole “non rispondono all'appello” lanciato da Redattore Sociale: su circa 100 istituti comprensivi contattati in tutta Italia, solo un paio rispondono, riferendo che le attività partiranno fin da subito, con laboratori di potenziamento delle competenze e della socialità. “Il nostro Istituto ha partecipato a tutte le azioni previste per il Piano Estate 2021, sia di carattere locale che nazionale – riferisce Rosanna Labalestra, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo Simonetta Salacone di Roma - Grazie al progetto 'Scuole aperte estate 2021' del Comune di Roma, il 14 giugno partiranno i centri estivi nei nostri tre plessi di scuola primaria. Con le risorse del Pon, attiveremo corsi di attività motoria per i ragazzi più grandi già a giugno e luglio e corsi di recupero delle competenze tra fine agosto e l'inizio delle lezioni a settembre. Infine il progetto Monitor 440 (qualora risultassimo nell'elenco delle scuole ammesse) ci consentirà di implementare la partecipazione delle alunne e degli alunni ai centri estivi e di attivare tra settembre e novembre percorsi di L2 per gli studenti non italofoni”.
Pronto a partire anche l'istituto Guicciardini, sempre nella capitale: avvieremo la fase 1 il 14 giugno, grazie alle risorse del decreto sostegni – ci spiega la dirigente Di Matteo – Coinvolgeremo circa 120 bambini/e e ragazzi/e in attività di potenziamento e socialità, con attenzione particolare a inglese, scienze e italiano L2”.
“La scuola d'estate si sta realizzando”
Nessun riscontro, invece, dagli altri istituti contattati: “Ma questo non vuol dire che non si attiveranno – commenta il ministero – Anzi, da quanto ci risulta la risposta è molto positiva”. Insomma, “la scuola d’estate si sta realizzando – assicura e conferma Versari - La quantità di domande arrivata per i Pon è una dimostrazione dell’interesse mostrato dalle scuole. I webinar che abbiamo realizzato per accompagnarle hanno avuto un’ampia partecipazione. C’è stata molta richiesta di risorse, superiore alle aspettative e c’è un grande sforzo da parte dei nostri istituti scolastici per garantire un’offerta di qualità alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi. Alcune attività si svolgeranno fra giugno, luglio e agosto, altre a settembre – precisa - secondo le fasi previste dal Piano che sono tre, cadenzate fra giugno e settembre, appunto. Per i Pon, i progetti sono stati presentati e approvati, quindi sono noti. Lo stesso vale per i 40 milioni del Fondo per le povertà educative, la cui graduatoria è stata pubblicata due giorni fa”.
Per quanto riguarda invece i 150 milioni che sono stati ripartiti alle scuole, senza che queste dovessero farne richiesta, dalle risorse del Decreto sostegni, “la rendicontazione avverrà entro fine anno – spiega Versari - ma le scuole stanno attivando progetti”. Il ministero quindi guarda con ottimismo al presente e al futuro e “promuove” l'operato delle scuole: “Non ci risulta una scarsa partecipazione, anzi, la domanda di fondi è stata assai più alta rispetto alle disponibilità. In poche settimane, le comunità scolastiche si sono attivate, hanno progettato, hanno raccolto le adesioni delle famiglie. È il segno di una scuola viva, attiva, che ha dato molto in pandemia e sta continuando a farlo”.
Chiara Ludovisi