Profughe afghane: dopo la fuga, i primi passi per ricominciare

Dalla scelta dei vestiti al taglio dei capelli: piccoli gesti di vita quotidiana per le dottoresse ospitate a Milano da Progetto Arca e Fondazione Veronesi per superare lo shock subìto. In programma l'avvio di corsi di italiano e di inglese. In attesa del riconoscimento dell'asilo e dei titoli di studio

Profughe afghane: dopo la fuga, i primi passi per ricominciare

“A fine luglio hanno cominciato a temere l'arrivo dei talebani, dopo tre settimane erano in Italia. La vita sconvolta, la paura per chi è rimasto. E ora cercano di capire come possono reimpostare la loro esistenza, qui in Italia”. In queste poche parole Costantina Regazzo, direttrice dei servizi di Progetto Arca, riassume il vissuto delle sei donne dottoresse afghane e i loro famigliari (in tutto 28 persone) accolte a Milano, insieme alla Fondazione Umberto Veronesi. Le sei dottoresse lavoravano nel centro di prevenzione e diagnosi del tumore al seno avviato a Herat nel 2011 dalla stessa Fondazione Veronesi. Dopo la quarantena in un Covid Hotel, dal 30 agosto sono ospiti in una struttura di Progetto Arca. Hanno completato le pratiche per la richiesta d'asilo. “Ma pian piano hanno cominciato a riprendere in mano la loro vita -aggiunge-. Dalla scelta di nuovi vestiti al taglio dei capelli”. Gesti e bisogni di vita quotidiana accantonati durante la fuga, ma che ora sono preziosi per superare lo shock di quello che si è subito.

In programma c'è l'avvio di corsi di italiano e di inglese, il disbrigo delle pratiche per il riconoscimento dei titoli di studio. “Sia le dottoresse che i loro famigliari si stanno chiedendo cosa potranno fare qui in Italia -sottolinea Costantina Regazzo-. Si interrogano sul loro futuro. Sono persone molto competenti e qualificate”. Hanno cominciato anche a conoscere Milano, con visite alla scoperta della città. “Un modo per rendersi conto del contesto in cui sono state catapultate nel giro di pochi giorni”.

Le famiglie afghane sono seguite da un'equipe dedicata, formata da operatori specializzati, tra cui un assistente sociale, un mediatore e un educatore.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)