Profughi ucraini, dalla fuga alla nuova vita in Italia. “L’autonomia passa anche dal lavoro”

UNA VIA SICURA La storia di Liubov Bastriukova che ha da poco trovato un’occupazione in un negozio vintage grazie a un progetto di Avsi, nato a luglio proprio per sostenere l’inserimento lavorativo di chi scappa dal conflitto. Ecco la quinta puntata del reportage di Redattore Sociale in collaborazione con Acri

Profughi ucraini, dalla fuga alla nuova vita in Italia. “L’autonomia passa anche dal lavoro”

Liubov Bastriukova ha 24 anni e viene da Kharkiv. È fuggita dal suo paese dopo sei mesi dallo scoppio del conflitto. All’inizio ha provato a resistere, a non lasciare la sua casa. Ma i continui bombardamenti, i blackout e i pericoli sempre maggiori l’hanno spinta ad andare via. Così ha deciso di venire in Italia dove una famiglia di San Donato Milanese, in Lombardia, era pronta ad accoglierla. Dal 24 febbraio a oggi sono già 171mila i profughi ucraini arrivati nel nostro paese. La maggior parte sono fuori dall’accoglienza istituzionale, sono ospitate da amici e parenti che erano già qui o da famiglie italiane, proprio come Liubov.

Da ottobre la ragazza ha iniziato anche a lavorare in un negozio a nord di Milano, che vende vestiti di seconda mano. Un’occupazione che le piace, anche in Ucraina aveva lavorato come commessa. A funzionare è anche il rapporto con i nuovi colleghi, che le permette anche di continuare a migliorare l’italiano parlato già fluentemente. “Grazie a questo lavoro ho la prospettiva di rendermi indipendente e poter un giorno vivere con le mie due famiglie, quella italiana e quella ucraina”.

In Ucraina Bastriukova ha lasciato molti amici, la mamma e il suo ragazzo, poco più grande di lei, che sta combattendo nell'esercito. Ogni giorno spera che la guerra possa finire presto. Intanto le sue visite a Kharkiv sono sempre più sporadiche perché rischiose. “Vorrei continuare ad abitare in Italia, un paese che ormai è la mia seconda casa”. 

Liubov è una delle 70 persone (in maggioranza donne) sostenute dall’ong Avsi grazie al progetto “Sostegno all’autonomia e integrazione dei profughi ucraini” ideato per accompagnare i rifugiati in fuga dalla guerra nel processo di autonomia e integrazione in Italia. Avviato a luglio 2022, il progetto ha favorito l’accesso dei profughi ucraini al mercato del lavoro attraverso percorsi di orientamento, formazione e accompagnamento. Questo, mantenendo un’attenzione particolare alle misure di conciliazione lavoro-famiglia. Le madri arrivate in Italia con i propri figli necessitano infatti di sostegno per riuscire a conciliare al meglio il possibile inserimento lavorativo e la vita privata.

Un percorso di accompagnamento continuo

“La difficoltà di accesso all'occupazione è riconosciuta come uno dei maggiori ostacoli all'integrazione – sottolinea Stefano Sangalli, responsabile del progetto di inserimento lavorativo per Avsi –. Tra le necessità basilari per introdurre le persone nel mondo del lavoro c’è la necessità di avere una sufficiente conoscenza della lingua italiana. Per questo tra le attività implementate dal progetto ci sono stati corsi, erogati attraverso enti specializzati, che mettono a supporto degli utenti docenti, interpreti madrelingua e/o mediatori linguistici. Allo stesso modo sono stati sviluppati moduli di soft skill e self empowerment con l'obiettivo di fare acquisire ai partecipanti dei corsi competenze trasversali come comunicazione e creatività. Questi moduli hanno approfondito anche aspetti volti ad allenare e sviluppare la capacità di porsi degli obiettivi da raggiungere”. 

All'accompagnamento lavorativo il progetto affianca poi l'accompagnamento familiare. In particolare attraverso misure che facilitano una buona conciliazione tra vita privata e lavorativa per le madri ucraine. “Tante sono le madri arrivate in Italia con bambini piccoli e per questo il progetto intende attivare ammortizzatori in grado di rendere sostenibile l'integrazione delle madri in Italia – continua il referente Avsi –. Fin dal primo colloquio lavorativo e per l'intera durata del percorso di formazione e inserimento lavorativo delle donne, sono infatti a disposizione figure specializzate in grado di prendersi cura dei bambini”.

Tra le attività correlate al progetto c’è la sensibilizzazione rivolta alle aziende, la profilazione e l’orientamento, il matching tra domanda e offerta di lavoro, un’offerta formativa mirata e l’attivazione di tirocini. L’ong Avsi ha attivato anche lo sportello lavoro #HelpUkraine a Milano e nelle province di Forlì-Cesena e Rimini. Finora i destinatari del progetto sono 70 profughi ucraini, in prevalenza madri con figli, ospitati presso famiglie o in strutture di pubblica accoglienza. In generale le attività stanno coinvolgendo 50 profughi nel territorio della Provincia di Milano e 20 nei territori delle province di Forlì-Cesena e Rimini.

UNA VIA SICURA  è un reportage in dieci puntate realizzato e pubblicato da Redattore Sociale in collaborazione con Acri. Il lavoro giornalistico, curato da Eleonora Camilli con il supporto grafico di Diego Marsicano e la supervisione di Stefano Caredda, affronta da più punti di vista il tema delle migrazioni, raccontando alcune delle esperienze supportate da Acri nel suo Progetto Migranti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)