"Quasi un quarto dei figli di immigrati non frequenta la scuola dell’infanzia"

Rapporto Caritas-Migrantes 2021: oltre 876 mila alunni, aumento progressivo della presenza nella secondaria di secondo grado, "indicatore della spinta delle seconde generazioni". Il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana è in ritardo scolastico

"Quasi un quarto dei figli di immigrati non frequenta la scuola dell’infanzia"

Gli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2019/2020 sono 876.801 (il 10% della popolazione scolastica). Il dato più interessante, secondo il Rapporto migranti 2021 realizzato da Caritas e da Fondazione Migrantes, pubblicato oggi, "è l’aumento progressivo della presenza negli istituti di scuola secondaria di secondo grado: un indicatore della spinta delle seconde generazioni e dell’aumento della frequenza degli studenti con cittadinanza non italiana".
Cresce invece in misura minore la presenza nelle scuole dell’infanzia, e "questo è un indicatore negativo": "Quasi un quarto dei bambini figli di immigrati, nell’età 3-5 anni, non frequenta la scuola dell’infanzia. Questa mancata partecipazione al primo livello scolastico, fondamentale per gli apprendimenti linguistici e l’integrazione, è particolarmente significativa in alcuni gruppi d’immigrazione, provenienti dall’Africa mediterranea e dal Sud-Est asiatico.
Le regioni italiane con le percentuali più alte di alunni sul totale della popolazione scolastica con cittadinanza non italiana sono Lombardia (25,6%), Emilia-Romagna (12%) e Veneto (11%). Al contrario, regioni molto popolose del Sud hanno percentuali molto inferiori di alunni con cittadinanza non italiana: Campania, Sicilia e Puglia, per esempio, hanno rispettivamente, il 3,2%, il 3,1% e il 2,1% di presenze di alunni con cittadinanza non italiana.
Tra le criticità segnalate dal rapporto il fatto che il 30% degli alunni con cittadinanza non italiana è in ritardo scolastico. "È un dato negativo ancora importante, anche se leggendo i dati della serie storica si osserva che c’è stata una progressiva diminuzione: nell’anno scolastico 2010/2011 era del 40,7% e nel 2014/2015 del 34,4%. La percentuale naturalmente è distribuita in modo diseguale nei diversi ordini scolastici e nei diversi anni di corso: è del 12,1% nella scuola primaria, del 31,8% nella secondaria di I grado, del 56,2% nella secondaria di II grado. Il ritardo scolastico, accumulato lungo il percorso di formazione, è uno dei fattori che influiscono sull’abbandono scolastico. Gli studenti italiani concludono il percorso di studi con voti più elevati e gli studenti con cittadinanza non italiana ma nati in Italia (le seconde generazioni) ottengono voti più simili agli italiani rispetto ai loro compagni nati all’estero arrivati da preadolescenti o da adolescenti".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)